l’uomo ne accende una per sé”, Eraclito
Il sonno, senza i sogni, sarebbe solo un piccolo assaggio della morte, e non quell’esperienza unica della nostra esistenza che ci può sottrarre alla tirannia misteriosa e terribile del tempo e dello spazio. Scriveva Freud che “…ogni sogno ha perlomeno un punto in cui esso è insondabile, quasi un ombelico attraverso il quale esso è congiunto con l’ignoto…”, sottolineando come, nonostante le approfondite conoscenze neuroscientifiche di questo inizio di terzo millennio e le acquisizioni psicoanalitiche del secolo scorso, il significato ultimo del sogno rimarrà sempre misterioso. Nonostante ciò penso di sapere benissimo cosa mi ha suggerito uno strano sogno, la scorsa notte: un rarefatto ed ironico scambio di battute su facebook. Rimane il fatto che la catena idetica che ne è derivata è senz’altro misteriosa. Niente di profondo in apparenza, una sorta di calembour grottesco. Eppure questo è il sogno: aiutare un mio amico, ne maschio ne femmina, ne carne, ne pesce a trovare la giusta toilette per lui. Una specie di angelo (nelle sembianze), o adirittura un’alieno, teso ed angosciato, che non trovava il posto giusto dove urinare. Oggi, ad occhi aperti mi ritrovo a ragionare sul concetto di “neutro”, e quanto esso sia una categoria di pensiero piuttosto strana ed affascinante. In primis il “neutro”, riferendoci soprattutto alla sua origine latina ne-uter, ne l’uno, ne l’altro, rimanda ad una terza via, ad un possibile altro modo di essere che non è rappresentato in natura, in particolare se facciamo riferimento alla sessualità ed ai reciproci contrari del femminile e del maschile. Più approfonditamente il neutro a me rimanda direttamente alla categoria della sfida. Sfida politica, logica, metafisica, che tende a far vacillare, provocatoriamente, i dipoli sui quali tali categorie si fondano: amico-nemico, bene-male, vero-falso, essere-nulla. Il dispari introduce democrazia ed aumenta la responsabilità; ad esempio nella procreazione “a tre sessi” molto meno, m’immagino, sarebbe lasciato al caso, all’impulso del contrapporsi di due passioni. Tornando all’angelo/alieno che ho sognato, alla sessualità dunque, non si proponga l’ermafrodito ad occupare questo terzo immaginario spazio. Infatti, come sappiamo da Ovidio, l’ermafrodito si otteneva aggiungendo tratti femminili a caratteristiche maschili (“e uomo, e donna, e l’uno, e l’altra”). Proviamo invece ad immaginare quindi Adamo ed Eva fronteggiarsi, nel sesto giorno della creazione. Per immaginarsi un “terzo” elemento, il terzo sesso, il neutro, ovvero lo zero tra -1 e +1, bisognerebbe immaginarsi la frontiera delle due metà non come una linea ideale, ma come uno spazio da riempire. Spazio o discontinuità che le prime parole di Adamo si sono subito affrettate a negare: “E’ ossa delle mie ossa, carne della mia carne,…, questa sarà chiamata donna”. E noi con loro, per pura comodità di umano pensiero. Il neutro sarebbe l’essere che dimora in questo spazio, il genio che scaturisce da questa discontinuità che incarnerebbe l’idea stessa di doppia frontiera, del doppio limite delle aree del maschile e del femminile. Questo “terzo” neutro dimorerebbe in un luogo che permetterebbe di escludere la doppia sottrazione dell’eunuco, o la doppia addizione del transessuale. Nessun Mix dunque. Il neutro ai nostri occhi rappresenta la manifestazione dell’indicibile, dell’insondabile fondo, il caos su cui non potrebbero mai essere cucite le frontiere dei nostri tanto cari contrari, luce-tenebre, terra-mare, uomo-donna. Viene dunque alla mente la figura biblica del serpente, in questo delirio onirico, in questo mio meta-pensiero, come l’animale del neutro, svuotato del suo significato fallico, ma bensì rinforzato nel suo essere senza forma e cangiante nella sua sinuosità, autentico genio nello scartare la distinzione binaria. In questo senso non genio del male, ma pura virtù di seduzione, che accarennza i limiti del maschile e del femminile, vero e proprio angelo decaduto votato al neutrale. Da oggi il mio preferito dei tre biblici protagonisti.