Ancora Michele Apicella, che in questo terzo film di Moretti è ormai regista affermato anche se la sua attività principale è quella di professore di letteratura al liceo.
Una storia narrata in metacinema tra ispirazioni in parte autobiografiche del passato e del momento, molto ironica, che alterna sfondo e primo piano tra la vita del protagonista, regista giovane ma già logoro ed annoiato che vive viziatissimo in casa con la madre, ed il film che sta realizzando, "La mamma di Freud", che dovrebbe essere serio ma risulta divenire una commedia grottesca.
Quasi una serie di piccoli episodi. Apicella è un regista scostante, scontroso, egocentrico, in conflitto con sé stesso quanto con gli altri, realizza il suo film senza convinzione ma è convintissimo di essere superiore ai registi emergenti, come tale Gigio Cimino, ex sessantottino che, col suo stesso produttore, farà un musical (orrendo) sugli anni della protesta giovanile, cosa che lo manda in bestia (e come dargli torto?).
Ci sono una serie di trovate geniali che, viste oggi, paiono anticipare quello che sarà poi il cinema e la comunicazione televisiva dagli anni 80 in poi.
Apicella nei dibattiti cineforum viene tormentato dal fatto che i suoi film non "parlano" ai veri proletari, come braccianti, pastori, casalinghe, un tormentone che mi ha ricordato un famoso sketch di Vianello "il contadino di Poggio Bersezio", perché sono film "intellettuali", senza spettacolo, musica, commedia. Alla fine 3 personaggi in rappresentanza del tormentone si faranno vedere.
La perla è una trasmissione televisiva dove Apicella e Cimino verranno invitati ad una sfida singolar tenzone, consistente in una serie di prove, per stabilire quale, tra i registi emergenti del momento, è il migliore (uno dei 2 presentatori è Giampiero Mughini). La prova verbale, confronto dialettico, verrà vinto da chi urla di più ed è più volgare. Il confronto musicale vedrà una canzone romantica trionfare su un originale pezzo jazz-pop, e via continuando l'ultima sfida sarà qualcosa che non ha nulla a che fare con la loro attività professionale eppure decreterà il vincitore finale. Emblematica, aveva la vista lunga Moretti.
Ad Apicella non rimane che adeguarsi, imbruttendosi fino a diventare un mostro, per sopravvivere ad una società che si evolve in un modo che tende ad escluderlo.
Originale e particolare, mi sono divertito molto. Per essere goduto al meglio ritengo che la visione dei primi 2 film di Moretti, "Io sono un autarchico" ed "Ecce bombo", sia utile.