Non so come, ma la situazione ci ha preso la mano, ad un certo punto gli alunni con le mani alzate hanno cominciato a dire cosa vorrebbero fare da grandi: veterinari, calciatori, maestre, negozianti, piloti... E non so come abbiamo parlato di sogni da realizzare, anzi sì lo so, era il racconto precedente e il discorso è caduto su Marco Simoncelli e tutto si è fatto silenzio e i bambini si sono guardati l'un l'altro, perchè tutti sapevano tutto e tutti avevano visto tutto.
Ho spiegato così, sorridendo loro, che anche lui rincorreva un sogno e stava facendo di tutto per realizzarlo: il sogno di essere un campione, ho detto che in parte il suo sogno di campione lo stava già realizzando. Certo attraverso uno sport che comporta dei rischi, come l'incidente che gli accaduto ieri, e che lui stesso aveva messo in conto in qualche modo, consapevole dei pericoli.
E può succedere che la vita vada così, un giorno accade un incidente e finisce. Ho aggiunto che dobbiamo mettere comunque impegno in tutte le cose che facciamo, anche per i sogni che vogliamo realizzare, che ogni lavoro porta a correre dei rischi, ma questo non ci deve impedire di provarci.
Ho provato a non esprimere giudizi a non cadere nella retorica del destino, anche se molti bambini hanno usato quelle parole. Certamente quando la cronaca entra in aula non è possibile far finta di nulla, continuo a credere forse erroneamente, che alla scuola spetta riequilibrare con le parole della serenità, per quel che si può, tante delle inutili parole che vengono dal vociare televisivo. © Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.