Ciao a tutti voi carissimisssssssssssssimisssssssssssimi amici miei…!!!
Come state???
Come vanno le cose dalle vostre parti???
Tutto bene???
Spero tanto, ma tanto, MA TANTO (!!!) di sì…!!! ^_______^
Qui da me tutto benissimo…!!!
Oggi siamo andati a Fusine dalla mia nonnina, alias La Signora della Pioggia, perchè ha avuto l’idea di festeggiare l’invecchiamento della Doganiera cucinando pizzoccheri.
Visto poi che ieri noi si era optato per un giorno di completo rilassamento casalingo oggi abbiamo preso armi e baracca e ce ne siamo andati in quel di Fusine.
Visto che io non mi muovo mai, e dico MAI (!!!), senza un libro oggi ho scelto di portare con me “Cattedrale” del Grandissimisssssimissssssssssimo Raymond Carver.
La scelta è stata dettata dalla voglia di mandare avanti la lettura di questa raccolta di racconti presa a prestito dalla nostra Augusta Biblioteca Cittadina e quindi da rendere, anche se non nell’immediatissimo futuro.
Tra i racconti che mi sono gustato durante il pomeriggio fusinese ce n’è uno che mi ha colpito in maniera particolare.
La storia comincia con una madre che va dal pasticcere ad ordinare la torta di compleanno per Scotty, suo figlio.
Il pasticcere risulta essere non esattamente il ritratto della cortesia.
Sia come sia l’ordinazione della torta è fatta ed il pasticcere promette di prepararla per il giorno seguente, lunedì, il giorno del compleanno di Scotty…!!!
Mentre sta andando a scuola assieme ad un amichetto però Scotty viene investito da un pirata della strada.
Scotty però si rialza e, come è normale che sia, ritorna a casa.
Qui, dopo qualche istante durante il quale il bambino pare solo molto spaventato, Scotty si sente male e se ne rende necessario il ricovero in ospedale.
Qui, già dopo i primi controlli, i medici si dicono ottimisti.
Il bambino non ha nulla di visibilmente grave.
L’unico particolare che non quadra, per così dire, è che Scotty è caduto in un sonno profondo e non si risveglia come invece i medici ritengono giusto e ovvio che il bambino faccia visto e considerato che le condizioni generali, per dirla con una terminologia tecnico-ospedaliera, sono buone!!!
Scotty però continua a dormire profondamente…
I medici continuano, per giorni, a non voler definire questo sonno coma, limitandosi a chiamarlo “un profondo sonno ristoratore” ed a dire che “è una reazione normale in casi di shock come quelli di Scotty“.
Il bambino, infatti, continuano a ripetere i medici, a parte una piccola frattura alla testa e ad una leggera commozione cerebrale, non ha nulla di rilevante.
Il sonno di Scotty però continua a persistere e, via via che i giorni passano, lascia sempre più inquieti tanto i medici, che non riescono a spiegarsene la ragione medica, quanto i genitori.
A casa dei genitori di Scotty cominciano poi ad arrivare strane ed inquietanti, specie data la situazione, telefonate nel cuore della notte.
Quando a casa c’è Howard, il padre di Scotty, la persona dall’altra parte del filo riattacca; quando invece a rispondere è Ann, la madre di Scotty, l’interlocutore dice cose come: “Il vostro Scotty è pronto! Vi siete dimenticata di Scotty?“
Data la situazione del figlio le telefonate risultano solamente moleste e, sì, anche preoccupanti, ma i pensieri che assillano i due poveri genitori sono ben altri.
Il mistero del misterioso telefonatore si chiarisce solo alla fine del racconto, a Scotty ormai morto per cause misteriosi, i medici parlano di una fantomatica occlusione ma dovranno eseguire l’autopsia sul corpo del povero bambino per capire fino in fondo cosa ne abbia causato la morte; morte sopravvenuta dopo un breve, brevissimo risveglio…
Ad un certo punto la madre di Scotty realizza che la persona che da giorni li tormenta con telefonate ad ogni ora, specie di notte, non è altro che il pasticcere al quale Ann, la madre, aveva commissionato la torta di compleanno per il figlio.
Dopo aver aggredito verbalmente il pasticcere per telefono si fa portare al centro commerciale dal marito con la ferma volontà di vendicarsi, fisicamente, sul pasticcere.
Come dirà verso la fine del racconto la stessa Ann al pasticcere “la volevo morto“.
Alla fine però i due genitori accettano di fermarsi nel negozio del pasticcere e parlano civilmente.
Parlano e mangiano panini dolci e pane nero, bevendo caffè con il pasticcere, il quale si scusa del proprio comportamento dicendo una delle frasi più belle, forse LA più bella, che mai letto in un racconto o in libro…
Dice l’uomo: “…io sono solo un pasticcere. Non pretendo di essere altro. Magari una volta, tanti anni fa, ero un essere umano diverso, non ne sono più sicuro, non me lo ricordo più. In ogni caso, se mai lo sono stato, ormai non lo sono più. Adesso sono soltanto un pasticcere. Questo non mi scusa per quello che ho fatto, ma mi dispiace tanto.“
Sono “Una cosa piccola ma buona”, come dice il titolo del racconto in questione; piccola perchè non scusano quanto fatto dal pasticcere con le sue continue telefonate, ma sono comunque una cosa buona perchè fanno di questo semplice pasticcere una persona molto più persona di tante altre…!!!
Bene…!!!
Ed anche per questa sera siamo ormai giunti al momento dei saluti…
Concedetemi ancora solo pochi istanti per poter ringraziare tutte e tutti voi per la pazienza e la cortesissima attenzione che, da sempre, mi dedicate e per potervi dare l’arrivederci, probabilmente a domani, se non andremo per un giorno in montagna, ma non lo credo perchè il tempo non promette nulla di così buono (!!!), alla nostra prossima “Storiella da Blog”…!!! ^_______^
Sempre qui tra queste pagine…
E sempre che a voi continui a far piacere seguirmi e leggermi…!!! ^________^
Per ora vi saluto augurandovi una splendida rimanenza di serata, una serena notte ed un fantastico martedì…!!! ^_______^
Buona lettura, come sempre, a tutti voi carissimissssssssimisssssssimisssssssssssimi amici miei…!!! ^_____^
Riccardo