Solennità di Cristo Re

Creato il 19 novembre 2012 da Lory663

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo
Questa festa fu introdotta da papa Pio XI, con l’enciclica Quas Primas dell'11 dicembre 1925, con l'intento di proclamare la fede, la presenza, l'adesione e la testimonianza a Cristo in una società pervasa dal laicismo e dai suoi errori. Questa festa coincide con l'ultima domenica dell'anno liturgico, per indicare che Cristo Redentore è Signore della storia e del tempo, a cui tutti gli uomini e le altre creature sono soggetti. Egli è l'Alfa e l'Omèga, il principio e la fine, come dice l'Apocalisse. Gesù stesso davanti a Pilato ha affermato con chiarezza la sua regalità. Alla domanda di Pilato: Allora tu sei re? Gesù rispose:
“Tu lo dici, io sono re” (Gv.18,37) .
(Liturgia della solennità di Cristo Re)
PRIMA LETTURA (Dn 7,13-14)
Il suo potere è un potere eterno.
Dal libro del profeta Daniele
Guardando nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.
Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 92)
Rit: Il Signore regna, si riveste di splendore.
Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza.
È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.
Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.
SECONDA LETTURA (Ap 1,5-8)
Il sovrano dei re della terra ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,
anche quelli che lo trafissero,
e per lui tutte le tribù della terra
si batteranno il petto.
Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!
Parola di Dio
Canto al Vangelo (Mc 11,9.10)
Alleluia, alleluia.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Alleluia.
VANGELO (Gv 18,33-37)
Tu lo dici: io sono re.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».


Ecco in nostro "RE", la cui corona è piena di spine che penetrano nella carne e il cui trono è la "Croce".
Il Regno di cui parla Gesù nel Vangelo non è di questo mondo; non ha la sua provenienza nel mondo degli uomini, ma in Dio solo; Cristo ha in mente un regno costruito, non con la forza ma nella Verità e nell'Amore. Gli uomini vi entrano, preparandosi con la penitenza, per la fede e per il battesimo, il quale produce un'autentica rigenerazione interiore.
Questo Re richiede "non solo l'animo distaccato dalle ricchezze e dalle cose terrene, la mitezza dei costumi, la fame e sete di giustizia, ma anche che essi rinneghino se stessi e prendano la loro croce" (Pio XI).
Tale Regno, peraltro, già mistericamente presente, troverà pieno compimento alla fine dei tempi, alla seconda venuta di Cristo, quando, quale Sommo Giudice e Re, verrà a giudicare i vivi ed i morti, separando, come il pastore, "le pecore dai capri".

Gesù ci viene presentato come Signore e Re dell’universo. Il suo trono è la croce. Là le sue braccia sono spalancate nell’atto di abbracciare la storia e il cosmo. Il suo abbraccio si estende a tutti i tempi e a tutti i luoghi. La sua regalità che è fatta non di dominio, ma di servizio. Regalità che non impone pesi, ma che porta liberazione. Che non usa la forza per soggiogare l’uomo, ma che rivela l’amore infinito di Dio.
Ecco il nostro Re: Gesù instaura il suo dominio facendosi servo obbediente, fino alla morte di croce. Egli è il Messia-Re che si inginocchia ai piedi dell’uomo per amarlo «sino alla fine», sino all’estremo gesto del dono della vita. E’ evidente che nella comunità dei credenti si potrà imparare il senso profondo di ogni responsabilità in favore degli altri solo sottomettendosi tra gli ultimi della fila, scegliendo il posto più scomodo, facendosi «tutto a tutti».
Venga il tuo regno: il Regno instaurato dal Cristo è regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace. La sorte di Gesù e quella dei martiri della fede ci attesta che non si può lottare in favore del Regno di Dio imponendo la propria logica con il dominio sull’altro, ma scegliendo unicamente la via del dono di sé.

Preghiamo Oggi, o Cristo Re, affermiamo nella verità della fede che tutta la storia umana avrà come suo compimento te stesso.  Ti riconosciamo nostro Re, perché sei la verità del Padre, e con te si impara che vivere è lottare, amare, morire.  Chi regna sulla nostra esistenza? Il lavoro? La stima? Il potere? Il successo? Tu sei Re pronto a salire sul trono ed essere incoronato.  La croce è il tuo trono; una corona di spine la tua corona; il tuo Regno non è di questo mondo.  Il tuo Regno non è solo ciò che ci aspetta dopo, ma è anche ciò che c’è dentro di noi, nella capacità di diventare migliori di ciò che siamo.  Il tuo Regno è regno di verità e genera gioia e speranza; il nostro regno, invece, è di infedeltà, egoismo e meschinità che generano paura, ingiustizia, morte.  La tua regalità è regalità d’amore.  Rendi partecipi, o Cristo Re, anche noi del tuo Regno che è giustizia, pace, amore.


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