Solidarietà vs competizione?

Da Pasqualefoglia @pfoglia2

Solidarietà e giustizia sociale.

Adrenalina e testosterone, quando hanno fatto il loro tempo, interferiscono sempre meno.

Caro Pasquale, la sto scoprendo proprio in questi giorni e voglio ringraziarla per questa ricchezza enorme che ha deciso di condividere con gli altri. In questo articolo, però, mi ha lasciato un po' perplesso, Un commento all'articolo
il passaggio sui giovani che si ribellano all'autorità: lei non crede che questa ribellione nasca in fondo da un sentimento sano, cioè il desiderio di reagire a ciò che si percepisce come ingiustizia, piuttosto che accettarla passivamente? Molti corsi motivazionali insistono sull'obiettivo del successo e dell'affermazione personale, dando quindi per scontato, almeno apparentemente, che il mondo è giusto così com'è e bisogna solo imparare ad accettarlo e a trarne vantaggio personale; invece, alla base della ribellione giovanile, c'è spesso un rifiuto della logica del successo e della competizione, in nome di un ideale che metta al centro solidarietà e giustizia sociale...so che è un discorso lungo e complesso, ma in sostanza la mia domanda è: come si fa a conciliare i propri ideali di una società diversa e più giusta, in cui la solidarietà prevalga sulla competizione, con l'idea che per essere felici bisogna " accettare la realtà" e imparare a muoversi in essa per avere successo? Insomma, è possibile essere idealisti e felici? Grazie (Autosabotaggi a gogò).

Solidarietà e giustizia sociale. Riflessioni e domande stupende!

I giovani vedono sempre ingiustizie intorno a sé e si ribellano. È questa la loro "natura" e loro non possono farci niente. È così in ogni parte del mondo; ed è così da che mondo e mondo. I giovani vedono troppe ingiustizie, ne sono convinti fin nelle ossa e non lo sopportano! È un dato di fatto.

Fatto sta che quegli stessi ragazzi che sfidano le forze dell'ordine anche a rischio della propria vita, poi diventano adulti e cambia completamente la loro "natura", il loro modo di ragionare.

L'adrenalina e il testosterone, quando hanno fatto il loro tempo, interferiscono sempre meno.

Diventati adulti, i giovani imparano a tollerare e a convivere con le ingiustizie, oppure a non considerarle più tali, anzi diventano essi stessi parte del sistema. I figli diventano padri e le situazioni si capovolgono... Si mette la testa a posto. Il senso di responsabilità annienta ogni velleità adolescenziale.

Mi domando allora se la società sia davvero soltanto ingiusta e competitiva, come la vedono i nostri cari giovani, oppure è soltanto il loro giudizio, la loro impressione filtrata dalla giovane età. E mi chiedo anche se i nostri stessi ideali giovanili non siano sempre e soltanto il riflesso dell'età, il frutto acerbo dell'errata o non completa comprensione della realtà.

Come l'innamoramento offusca la razionalità, così tutte le passioni giovanili sono irrazionali, travolgenti e distruttive. È il naturale effetto del testosterone prorompente! E quando i giovani sono in gruppo, la loro forza e la loro follia diventa epica! Freud direbbe che molti giovanotti non hanno ancora risolto il loro complesso di Edipo: l 'odio inconscio per il proprio padre, che simbolizza l'autorità contro la quale scatta spontanea e veemente la loro ribellione! I blak blok credono di colpire il poliziotto, l'autorità, e invece colpiscono simbolicamente il proprio padre che odiano...!

Il giovane Francesco D'Assisi si mette contro la volontà dei propri genitori, dà loro un terribile dispiacere: sceglie la povertà. Ha fatto bene o fatto male? Chi può dirlo! Io dico, però, che Francesco d'Assisi diede un dispiacere terribile, anzi una vera e propria pugnalata simbolica al padre, l'autorità di cui non sopportava le decisioni! E continuò a combattere l'autorità per tutta la vita: la Chiesa del suo tempo.

Mi domando: votandosi alla povertà, cosa ha ottenuto S. Francesco d'Assisi? Migliorò in qualche modo la vita della povera gente? Non credo proprio!

Se le persone non fossero così eterogenee e con aspirazioni e capacità personali spesso agli antipodi, e quindi anche con fortune economiche completamente opposte, forse la specie umana si estinguerebbe.

Immagina un fiume che scorra in pianura, senza pendenza e senza la spinta dell'acqua che scende dalla montagna: non arriverebbe mai al mare. E invece il ciclo dell'acqua è perfetto: parte dalle sorgenti di montagna e attraverso i fiumi arriva fino al mare. Dal mare, l'acqua evapora e forma le nubi che, sospinte dai venti, ritornano alle montagne dove scaricano la pioggia che alimenta le sorgenti.

Immagina ora un giovane capo di stato che si è messo in testa di costruire tantissime dighe in modo da bloccare tutta l'acqua piovana in collina e così irrigare tutte le terre vicine e lontane, con la nobile idea di aumentare i raccolti ed eliminare per sempre la povertà dal proprio paese. Ammesso che fosse possibile un progetto del genere, cosa succederebbe? Io credo che nel giro di tot anni il mare si prosciugherebbe e quindi non ci sarebbero più neanche nubi e pioggia e ben presto anche le sorgenti montane sparirebbero. Questo capo idealista, credendo di fare chissà quale cosa grandiosa per "aggiustare" la natura e la società, invece ha causato un disastro irreparabile!

E cosa ha fatto il comunismo nell'illusione di creare "una società diversa e più giusta"? Ha eliminato fisicamente e fatto soffrire tantissime persone e ha bloccato e ritardato lo sviluppo economico e sociale in tante nazioni. Il comunismo, pur nobile idea nella mente di Max, è fallito miseramente perché va contro natura! La natura rispetta la legge di Gauss: l'etereogeneità in tutto e per tutto. La stessa Cina è diventata un paese capitalista, tutti i suoi cittadini possono arricchirsi quanto vogliono in base alle proprie capacità e senza neanche rispettare tante regole di salvaguardia che vigono in occidente!

Per farla breve, oggi, ieri e domani, per stare bene occorre ingegnarsi e impegnarsi a fondo. Altrimenti soccombi irrimediabilmente. Tu cosa scegli di fare...? Chi si impegna a fondo - per esempio negli studi e nella formazione - riesce sempre a ritagliarsi un posto abbastanza buono nella società e a stare bene. Chi invece per un motivo o per un altro non si impegna, o si impegna poco, o sceglie di fare la guerrà all'autorità, resta tagliato fuori e... grida allo scandalo!

Si grida e si protesta soprattutto per invidia e gelosia, anche quando si è sinceramente convinti di agire per il desiderio di una società più giusta! In realtà, chi critica e protesta vorrebbe stare lui al posto di comando. Proprio come le forze politiche avversarie del governo! Ma cosa ha fatto chi protesta per trovarsi al posto di comando? Poco o nulla!

Io credo che gli esseri umani, almeno nei paesi progrediti, non siano mai stati così bene. Abbiamo un servizio sanitario all'avanguardia (a parte la chemioterapia...: la sesta e ultima dose che ho preso il 4 agosto scorso, mi ha tolto tutte le forze e sono dimagrito di 12 kg)! Abbiamo un servizio pensionistico che ci assicura la vecchiaia e ogni altro ben di Dio! Certo, tante cose sono da aggiustarsi, da perfezionare, e in periodi di crisi economica c'è molta gente che piange. Ma non è certa la prima volta che accade! Come si fa a dare la colpa a qualcuno in particolare?

Ma chi piange, si era messo involontariamente da solo in posizione precaria. Anziché lamentarsi, farebbe bene a rimboccarsi le maniche e a ringraziare la società per il sostegno sociale che riceve: il nostro welfare è la dimostrazione che la società è giusta, è solidale, anche se tutto è migliorabile!

Non c'è mai stata tanta solidarietà sociale nel mondo! Chi critica la società di oggi per scarsa solidarietà è un... ingrato, e soprattutto invidioso! Il mondo progredisce a poco a poco! Il mondo di oggi è oro rispetto a ieri!

Accetta la realtà e sarai il più felice del mondo!