Solitudine a due

Da Rossellamartielli
Anni fa un uomo mi disse: "Io non mi innamoro. So come controllare i sentimenti e non affezionarmi troppo a nessuna".Allora le sue parole mi sembrarono assurde.Voglio dire, come si fa a impedirsi di voler bene a qualcuno?Ora invece capisco perfettamente cosa intendeva, e devo ammettere che anche io ho imparato a farlo molto bene.

Basta parlare solo di cose che stanno in superficie e non ci riguardano troppo da vicino, basta non dire quasi mai quello che si pensa realmente, basta tenere nascoste le cose veramente importati e all'occorrenza mentire, basta non farsi domande profonde e non farne all'altro, basta non pretendere risposte o certezze, basta mantenere sempre la giusta distanza emotiva e psicogica e indietreggiare quando l'altro non la rispetta, basta non avere pretese e non assecondare quelle altrui, basta usare il mutismo, l'ironia e le menzogne come armi di difesa... D'altre parte io ho avuto a che fare con un vero maestro in quest'arte.Insomma: è sufficiente giocare a nascondino e condividere solo quello che non vi renderà meno estranei. Il sesso, per esempio, non rende affatto meno estranei.Perché dovrebbe? Non è che se penetri una donna di conseguenza entri di diritto nella sua anima, o viceversa, non è che se un uomo ti da la chiave per il suo piacere poi ti da anche quella per entrare nella sua vita.Magari per molti è così, ma secondo me è perché hanno assimilato in maniera del tutto acritica il concetto del "sesso=amore=felicità", senza avere nemmeno una vaga idea di quello che comporta e senza conoscere le profondità che può raggiungere un animo umano... Sennò non si spiegherebbe come mai ci sono donne che si ostinano a credersi innamorate di un buzzurro di cui non sanno praticamente nulla, se non come ha il pisello. O no?Mi chiedo spesso dov'è la vera intimità, cosa la crea, e le risposte che mi sono data sono ancora indefinite e imprecise.So che il sesso non c'entra, è un qualcosa che può venire come conseguenza, ma non contribuisce a crearla, ne da solo l'illusione.Un'altra cosa di cui sono certa è che non ci può essere vera intimità se non è voluta da entrambe le parti.È inutile tentare di espugnare le mura di una fortezza pretendendo di conquistare il tesoro che vi è dentro, perché qualsiasi cosa che sia presa con la forza è persa in partenza.L'intimità è un dono che ci fa l'altro, al massimo possiamo aspettare che il castellano (o la castellana) decida di buttare giù le mura, aprire il portone del maniero e offrirci il suo tesoro.C'è il rischio concreto che non lo faccia mai, ma è un rischio che per amore si può correre; ma se diamo l'assalto al castello è guerra, non è amore.Moltissime fortezze non si apriranno mai, o mai più, ed è un peccato, perché nessuno gioirà dei tesori che vi sono nascosti e allo stesso modo chi è dentro sarà condannato alla solitudine dell'anima, che non c'entra nulla con l'avere mille amici o andare a mille feste o vivere circondato dalla gente. Che senso ha tutto questo se nessuno ti conosce davvero? La solitudine è quando nessuno capisce quello che provi, nessuno immagina quello che senti e in definitiva nessuno sa chi sei.Quasi sempre indossiamo maschere per illuderci di essere accettati dagli altri, ma che senso ha essere accettati per quello che non siamo, per quello che fingiamo di essere? Che senso ha cercare consensi a tutti i costi, se per ottenerli dobbiamo fingere, perché se siamo noi stessi probabilmente a quelle persone non piaceremmo?Ma essere noi stessi espone al rifiuto. Essere rifiutati da chi ci conosce solo superficialmente, e vede di noi solo quello che fingiamo a beneficio della comunità, è un conto; essere rifiutati nel nostro intimo, per quello che siamo davvero, con le nostre paure, le piccole gioie e i desideri, be’… può distruggerti.Ti chiudi nella fortezza e ti lecchi le ferite, costruisci muri più alti che puoi e decidi che non aprirai più a nessuno. Non donerai più la tua intimità solo per vederla disprezzata e gettata via.