“Coltivare la solitudine, fin dalla giovane età: questo sarebbe un bellissimo esercizio filosofico ed emotivo”. Così afferma Lucilla una lettrice del blog. Questa considerazione mi ha fatto riflettere sul senso della solitudine e al contempo sulla nostra capacità di stare in coppia. Dobbiamo accontentarci di un amore qualsiasi? No, questo ci conduce ad una solitudine interiore, prima ancora che reale, difficile da gestire. Accettare un amore qualsiasi col timore di non trovare di meglio, per paura di rimanere soli, convinti di non essere in gado di cercare il più soddisfacente…sono tutti comportamenti che remano contro una vita gratificante. Meglio rischiare, ferirci per capire i nostri errori, per comprendere che la persona che abbiamo amato non era adatta a noi, meglio provare il dolore, superarlo per poi ri-nascere, che vivere nell'apatia Che vivere in uno stato di finto equilibrio sperando di essere al riparo dalle delusioni. Le delusioni ci rincorreranno ugualmente e saranno delusioni per il nostro essere frenati dalla paura piuttosto che dolenti per colpa di un partner che non ci ha amato. Allora sì, è meglio imparare a vivere soli, impararlo fin da piccoli per non cercare l’altro solo per riempire i nostri vuoti, per non usarlo come narcotico delle nostre paure. L’altro dovrà essere il meglio per noi e allora, chi sa vivere solo, possiede qualche chance per stare bene in due. Vivere bene soli significa imparare a stare bene con se stessi, ad essere felici per piccole cose quotidiane senza dipendere da qualcuno: la nostra vita non può diventare un’altalena che va su e giù seguendo l’umore di qualcun altro. Forse questo obiettivo è difficile per molti, per quelli che solo con un partner si sentono completi, socialmente accettabili, a loro dico: impara a vivere bene in solitudine, questo ti salverà preparandoti a vivere bene con l’altro.
Maria Giovanna Farinawww.mariagiovannafarina.it
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