La trama (con parole mie): Jack Mosley è un poliziotto stanco, solo e alcolizzato che pare proprio contare i giorni che lo separano dalla pensione per tagliare i ponti con il mondo intero e la feccia che lo abita. Una fine turno come un'altra, il suo tenente gli affida una missione di scorta di routine: un paio d'ore di straordinario per scortare un testimone di poco conto, il piccolo delinquente Eddie Bunker, per sedici isolati fino al Tribunale federale, giusto in tempo per registrare una deposizione.Peccato che la stessa inchioderebbe l'operato di una squadra di poliziotti corrotti e brutali di cui lo stesso Mosley ha fatto parte, ed il suo vecchio compagno Frank Nugent pare deciso a togliere di mezzo Bunker passando anche sul cadavere di Jack, se costretto.A questo punto a Mosley non resterà che scegliere da che parte stare ed accettarne le conseguenze.
Tra gli appassionati dell'action cresciuti grazie alle perle regalate al genere dagli anni ottanta, credo che nessuno si sia mai perso un passaggio uno di Arma letale, cult dell'epoca impreziosito da un Mel Gibson ancora umano e non in grado di parlare ai castori: già a seguito di questo, Richard Donner dovrebbe avere un posto d'onore nel cuore di ogni fan che si rispetti a scapito anche delle numerose cadute di stile dello stesso giunte nel corso degli anni - e senza dover necessariamente scomodare quello che è il suo Capolavoro: I Goonies -.Ammetto comunque per primo che, se non fosse stato per il suggerimento di Dembo, ad oggi Solo due ore sarebbe ancora a fare la polvere nel dimenticatoio, e non mi sarei goduto una sana visione piena e corposa come per i vecchi film che ai tempi d'oro mi inchiodavano alla poltrona in attesa di scoprire in quale fracassone modo l'eroe di turno avrebbe tolto le castagne dal fuoco e spedito i cattivi nel posto che competeva loro.Certo, gli anni passano e l'ispirazione scema, eppure regista e protagonista - un Bruce Willis in grandissimo spolvero - portano a casa il loro risultato confezionando un solido prodotto di (sotto)genere in grado di intrattenere senza pretendere di essere qualcosa in più, regalando alcune sequenze interessanti - la parte all'interno dell'autobus con gli ostaggi, a metà tra Copland e Il negoziatore, è sicuramente tra le più interessanti - e almeno una citazione degna di nota - a un film che omaggia Eddie Bunker non si può non voler bene -.Ovviamente, lo script e la risoluzione sono telefonatissimi, eppure la narrazione quasi in tempo reale rende l'intera visione estremamente divertente e scorrevole, perfetta per una serata da rutto libero o con gli amici e in pieno rispetto dello spirito che avvolgeva i film di questo genere nel corso della golden age degli eighties.Oltre ad un Willis in grande spolvero nel ruolo dell'outsider cavallo perdente, si distinguono un discreto Mos Def nel ruolo di Bunker - in una parte che pare cucita addosso all'Eddie Murphy dei tempi di 48 ore -, il David Zayas ormai noto a tutti i fan di Dexter e l'imponente David Morse, che continuo a vedere molto più convincente nei ruoli da personaggio positivo.Un film assolutamente da evitare per tutti i cannibali di turno ma che regalerà robuste soddisfazioni alla parte fordiana dei cinefili della blogosfera e non, che potranno respirare, almeno in parte, l'atmosfera tutta d'un pezzo che regnava incontrastata sulle loro visioni di bambini.
MrFord
"Disconnect and self destruct one bullet at a time,
what's your rush now?
Everyone will have his day to die."
A perfect circle - "The outsider" -