Solo l’arroganza e la presunzione della sinistra hanno prodotto la vittoria di Grillo

Creato il 02 marzo 2013 da Iljester

Un partito che non è capace di vincere un’elezione, perché ha sottovalutato l’elettorato, non merita di governare l’Italia. Soprattutto non lo merita il suo segretario, che ha fatto una campagna elettorale patetica, tutta d’inseguimento, snocciolando grigie metafore da pensionati stanchi, abbacchiati sulle arrugginite panchine di un parco di periferia. 

Questa è la lezione dell’antiberlusconismo. Non si vince e non si conquistano gli elettori, atteggiandosi a esseri superiori, a gente che crede di saper tutto e di essere il meglio dell’Italia, quando il meglio non sono, essendo gli eredi genetici del partito comunista italiano, che fino a ieri predicava la dittatura del proletariato.

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Bersani ha sbagliato su tutta la linea e continua ostinatamente a sbagliare, cercando di addomesticare Grillo. Tanto che mi chiedo se Pierluigi dopo il giaguaro, non stia tentando di smacchiare anche il grillo. Una mossa evidentemente destinata al fallimento, anche perché il comico genovese non aspetta altro: umiliare il PD e umiliare Bersani, e dimostrare ai suoi elettori di essere un duro e puro.

Apparentemente sembra non ci sia una via d’uscita da questa impasse. Nel precedente post pubblicato su questo blog, si è parlato di un accordo PD-PDL a tempo, ma potrebbe esistere anche una terza via: affidare a Grillo l’incarico di formare un governo, attribuire ai grillini responsabilità di governo per vedere cosa accade. Certo, questa prospettiva è inquietante per il nostro paese, ma potrebbe anche mettere la durezza grillina a nudo, decretandone il flop programmatico, perché fondamentalmente i grillini non hanno le idee chiare su come si governa e soprattutto quanto sia dura governare un paese che vive sui compromessi politici e si insabbia nei veti incrociati.

Sicuramente – come paese – siamo a un bivio caotico, se non anche pericoloso per la nostra democrazia. Il voto dato a Grillo non è certo un voto politico, ma è un voto di protesta che registra una chiara insofferenza nei confronti dei partiti tradizionali e comunque moderati, che in questi anni si sono dimostrati incapaci di rinnovare il nostro paese. A ciò si deve aggiungere una campagna elettorale (della sinistra) che ancora una volta si è contraddistinta per il livoroso e ottuso antiberlusconismo, il quale – come si è potuto vedere – non ha prodotto l’abbattimento elettorale del Cavaliere, ma solo la vittoria piena di Grillo a fronte di quella castrata e inutile di Bersani.

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Che la sinistra moderata rifletta su questo risultato e cerchi di capire che se vuole seriamente salvare e governare l’Italia, deve contribuire alla nascita di una democrazia matura, che garantisca la governabilità e superi l’antiberlusconismo; se mai accadrà, il M5S si scioglierà come neve al sole e nessuno si ricorderà di Grillo, se non per le sue sagaci battute comiche durante gli anni ’70 e ’80.


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