I risultati di queste elezioni valdostane ci confermano che gli unionisti votano e voteranno sempre Union, a prescindere da tutto e tutti, perché l’Union viene prima di tutto. Non è importante il fatto che l’U.V. si sia divisa, anche perché tutti sono a conoscenza del fatto che la presa di posizione dei Progressisti è dettata esclusivamente dalla volontà di scalzare il dominio autoritario di Rollandin, tant’è che sono in molti a ritenere che se l’attuale Presidente Regionale decidesse di fare un passo indietro le fila rosso nere si ricompatterebbero.In sintesi abbiamo assistito ad una gara muscolare tra Rolandeniani e non, della quale l’Alpe ne ha fatto da spettatore inconsapevole non pagante. Da questo confronto elettorale l’Imperatore nostrano ne è uscito vincente ma ridimensionato e forse anche un po’ impaurito.La vera sconfitta di queste elezioni è l’Alpe che, logorata dai suoi movimenti intestini, è uscita da questa tornata elettorale con le ossa rotte, dimostrando di aver esaurito la spinta innovativa e rivoluzionaria, cedendo, così, lo scettro di number one contender. Non solo, a quanto pare l’elettorato alpista è composto in buona parte, come il suo gruppo dirigente, da unionisti pentiti che, quando hanno avuto la possibilità di rivestire gli abiti nero rossi, anche se progressisti, l’hanno fatto, voltando le spalle agli alleati democratici, con il solo scopo di irritare la Nemesi valdostana. Alla luce di queste elezioni l’Alpe ha dimostrato di non poter essere una valida alternativa, ma di essere un insieme di vecchi politici arroccati sulle loro posizioni senza nessuna volontà di fondersi in un vero ed unico movimento alternativo.In vista delle prossime regionali, onde evitare di essere presi nuovamente a calci dall’armata rosso-nera, urge un’importante riflessione con annesso cambio dirigenziale, perché degli errori sono stati commessi ed ad oggi non esiste una vera leadership in grado di guidare e compattare il polo autonomista di centro-sinistra valdostano.A giudicare dalle percentuali di voto l’Union A e l’Union B non si sono spartite l’elettorato, anzi, i c.d. ribelli si sono accaparrati non solo, come detto, il voto degli alpisti nostalgici, ma di tutta quella fetta di popolazione che attribuisce a Rollandin il marciume politico valdostano, non ricordandosi che l’U.V., prima dell’avvento dell’Imperatore, non brillava certo per trasparenza e che parole come “compravendita di voti”e “controllo del territori” erano già da anni inserite nel vocabolario unionista. Quindi quello che mi chiedo è perché???? Perché essersi sempre dichiarato anti-unionista per poi votare l’Union anti-Rolly???? Perché schifarsi ed indignarsi per le modalità governative perpetrate dall’U.V e poi votare i figli di colore che queste pratiche le mettevano in atto molto prima del ritorno dell’Imperatore????Occorre infine parlare dei grillini che, anche se in modo minore, rispetto all'impatto nazionale, hanno ottenuto un buon risultato catturando il voto di protesta dei valdostani (voto che poteva facilmente essere intercettato dall’Alpe con un po’ di volontà). Alla luce del risultato ottenuto dal m5s alcuni quesiti sorgono spontanei. I valdostani elettori di Grillo, sono a conoscenza che in VdA si voto col collegio uninominale???? Voi che avete votato l’insetto urlante eravate consapevoli del fatto che anche se aveste vinto non avreste minimamente influito a livello nazionale???? evidentemente no, anche perché non si spiega altrimenti il vostro voto espresso sull'enfasi di un comico che non si è mai espresso sulle autonomie.C’è da aggiungere che sono rimasto scioccato che “La Destra” di Dalbard sia riuscito ad ottenere più do 2.000 voti. Se vi chiedete il perché eccolo:
I risultati di queste elezioni valdostane ci confermano che gli unionisti votano e voteranno sempre Union, a prescindere da tutto e tutti, perché l’Union viene prima di tutto. Non è importante il fatto che l’U.V. si sia divisa, anche perché tutti sono a conoscenza del fatto che la presa di posizione dei Progressisti è dettata esclusivamente dalla volontà di scalzare il dominio autoritario di Rollandin, tant’è che sono in molti a ritenere che se l’attuale Presidente Regionale decidesse di fare un passo indietro le fila rosso nere si ricompatterebbero.In sintesi abbiamo assistito ad una gara muscolare tra Rolandeniani e non, della quale l’Alpe ne ha fatto da spettatore inconsapevole non pagante. Da questo confronto elettorale l’Imperatore nostrano ne è uscito vincente ma ridimensionato e forse anche un po’ impaurito.La vera sconfitta di queste elezioni è l’Alpe che, logorata dai suoi movimenti intestini, è uscita da questa tornata elettorale con le ossa rotte, dimostrando di aver esaurito la spinta innovativa e rivoluzionaria, cedendo, così, lo scettro di number one contender. Non solo, a quanto pare l’elettorato alpista è composto in buona parte, come il suo gruppo dirigente, da unionisti pentiti che, quando hanno avuto la possibilità di rivestire gli abiti nero rossi, anche se progressisti, l’hanno fatto, voltando le spalle agli alleati democratici, con il solo scopo di irritare la Nemesi valdostana. Alla luce di queste elezioni l’Alpe ha dimostrato di non poter essere una valida alternativa, ma di essere un insieme di vecchi politici arroccati sulle loro posizioni senza nessuna volontà di fondersi in un vero ed unico movimento alternativo.In vista delle prossime regionali, onde evitare di essere presi nuovamente a calci dall’armata rosso-nera, urge un’importante riflessione con annesso cambio dirigenziale, perché degli errori sono stati commessi ed ad oggi non esiste una vera leadership in grado di guidare e compattare il polo autonomista di centro-sinistra valdostano.A giudicare dalle percentuali di voto l’Union A e l’Union B non si sono spartite l’elettorato, anzi, i c.d. ribelli si sono accaparrati non solo, come detto, il voto degli alpisti nostalgici, ma di tutta quella fetta di popolazione che attribuisce a Rollandin il marciume politico valdostano, non ricordandosi che l’U.V., prima dell’avvento dell’Imperatore, non brillava certo per trasparenza e che parole come “compravendita di voti”e “controllo del territori” erano già da anni inserite nel vocabolario unionista. Quindi quello che mi chiedo è perché???? Perché essersi sempre dichiarato anti-unionista per poi votare l’Union anti-Rolly???? Perché schifarsi ed indignarsi per le modalità governative perpetrate dall’U.V e poi votare i figli di colore che queste pratiche le mettevano in atto molto prima del ritorno dell’Imperatore????Occorre infine parlare dei grillini che, anche se in modo minore, rispetto all'impatto nazionale, hanno ottenuto un buon risultato catturando il voto di protesta dei valdostani (voto che poteva facilmente essere intercettato dall’Alpe con un po’ di volontà). Alla luce del risultato ottenuto dal m5s alcuni quesiti sorgono spontanei. I valdostani elettori di Grillo, sono a conoscenza che in VdA si voto col collegio uninominale???? Voi che avete votato l’insetto urlante eravate consapevoli del fatto che anche se aveste vinto non avreste minimamente influito a livello nazionale???? evidentemente no, anche perché non si spiega altrimenti il vostro voto espresso sull'enfasi di un comico che non si è mai espresso sulle autonomie.C’è da aggiungere che sono rimasto scioccato che “La Destra” di Dalbard sia riuscito ad ottenere più do 2.000 voti. Se vi chiedete il perché eccolo:
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