Sono almeno 14 le vittime dell’attentato avvenuto oggi a Mogadiscio contro il palazzo presidenziale; a riferirlo sono fonti della polizia della capitale somala secondo le quali “tra i morti ci sarebbero almeno nove jihadisti”.
L’attacco di questa mattina, cominciato con l’esplosione di un’autobomba davanti alla sede della presidenza e seguito da una sparatoria tra le forze di sicurezza ed i terroristi, è stato rivendicato dai ribelli del gruppo qaedista al-Shabaab: un loro portavoce avrebbe infatti dichiarato che l’obbiettivo era quello di “uccidere o arrestare coloro che si trovavano all’interno del palazzo”. Un comunicato del governo rassicura però che il presidente, Hassan Sheikh Mohamud, è rimasto illeso mentre cinque militari hanno perso la vita nello scontro a fuoco.
Gli jihadisti Shabaab, che alcuni anni fa erano arrivati a controllare gran parte della Somalia meridionale, hanno intensificato la loro attività terroristica e di guerriglia in seguito alla vittoria delle forze governative la quale, con la caduta della roccaforte di Chisimaio il 29 settembre 2011, sancì fine del loro dominio e li obbligò a disperdersi nell’entroterra somalo e verso il sud.