#somotodos...

Creato il 30 aprile 2014 da Brasilitalia

La storia ormai la conoscete tutti: durante la partita Villareal-Barcellona un idiota ha lanciato in campo una banana. Dani Alves, difensore del Barcellona, l'ha raccolta e mangiata. Questo suo gesto ha cosí provocato una campagna antirazzista con lo slogan #SOMOTODOSMACACOS. In una intervista Dani Alves ha dichiarato: "La mia reazione è stata puramente spontanea. E' stata incredibile, un'azione che ho fatto senza pensare alle conseguenze.". Ma sará proprio cosí?
Il gesto di Alves e la successiva campagna lanciata sui social network sarebbero stati preparati a tavolino dopo un’attenta pianificazione di alcuni esperti di comunicazione e marketing vicini a Neymar. Dani Alves ha fatto capire anche che qualcosa di vero c’è, nel senso che il suo amico e compagno era stanco di ricevere banane ed insulti razzisti e i due ne avevano parlato, decidendo di fare qualcosa, un gesto significativo, alla prima occasione utile. I due assi del Barça non ne potevano più da tempo, per questo nemmeno tre ore dopo il gesto di Alves, sui social network già girava la foto di Neymar e il figlio Davi Lucca muniti di banane vere e finte.
Poche ore dopo il lancio della banana, fanno notare, sono state messe in vendita le t-shirt (a tempo di record) con l’hashtag-slogan “somotodosmacacos” a 69 R$ al pezzo. Secondo alcuni, inoltre, la foto in cui Neymar posa con il figlio e una banana era stata scattata due settimane fa. E dopo l’ondata di solidarietà, sui social network è scoppiata l’ira dei tifosi: «E’ una vergogna lucrare su una vicenda di questo tipo». 

A mio parere lanciare una banana a qualcuno non é razzismo, ma solo una grande stronzata compiuta da un idiota. E penso che i brasiliani, prima di criticare certe stupide azioni di alcuni stranieri, dovrebbero guardare meglio a casa loro, dato che qui atteggiamenti razzisti verso neri o altro non mancano. Ma si sa, qui sono esperti nel manipolare il vasto pubblico. Non so se é solo una mia impressione, ma a volte sembra che i brasiliani si credano migliori di altri, ma nello stesso tempo godono nel sentirsi delle vittime. "Guardate come ci trattano all'estero", sembra che dicano, e cosí iniziano una specie di caccia alle streghe contro ogni "gringos" e paese straniero. Non che il caso di Dani Alves fosse il primo. Giá in passato ci furono tristi azioni verso persone di colore e i piú recenti sono del giocatore del Cruzeiro Tinga e dell'arbitro Marcio Chagas, ricevuti persino dalla presidente Dilma Rousseff

Ma questa volta i media brasiliani hanno fatto le cose in grande. E tanto per fare un esempio, quanti insulti ha ricevuto Balotelli nel corso della sua carriera? Ma ha mai fatto campagne pubblicitarie contro il razzismo? È mai andato in TV facendo dichiarazioni su quello che, specialmente all'inizio, era costretto a subire. No. Perché anche lui pensava che i gesti di certi tifosi non erano altro che grandi idiozie fatte da persone con poco cervello, e che non meritavano tanto interesse.

Io sono italiano, e ho perso il conto delle volte che mi hanno chiamato di mafioso, porco (in senso d'igiene) o altri epiteti ormai comuni. Ma come dicono qui, nem ligo. Non faccio campagne contro questi stupidi preconcetti né vado in giro con magliette stampate con slogan antirazzisti. Non é l'atteggiamento o il commento di qualche imbecille a farmi sentire offeso per le mie origini. Possono dire e fare quello che vogliono che in ogni caso non incide nel mio orgoglio di italiano né nel mio modo di essere. Ma evidentemente non per tutti é cosí.
Quello che mi da particolarmente fastidio é questa sorta di manipolazione mediatica. Perché far credere che il gesto di Dani Alves fosse spontaneo? Perché usare una stupida provocazione di un idiota per creare un susseguirsi di critiche verso l'Europa? Avevano deciso di fare una campagna contro il razzismo? Bene, fatela, ma fatela proprio come campagna creata apposta per quello scopo, affermando, a priori "questa campagna é stata creata per...". Allora sí che la gente ci avrebbe creduto e dato il giusto valore. Ma cosí facendo, nascondendo come sempre la veritá e facendo la gente di "boba", finiscono per perdere quella giá poca credibilitá che hanno.
'Neymar ia comer a banana. Se foi o Daniel Alves, maravilha também', diz publicitário

Segundo Guga Ketzer, sócio da Loducca, que idealizou a campanha #somostodosmacacos, a ideia inicial era que Neymar comesse a banana em campo

A manifestação antirracismo que tomou conta das redes desde a noite de domingo e repercutiu até mesmo no Palácio do Planalto era, quem diria, uma campanha de marketing pensada pela equipe do jogador Neymar. Ao publicar em sua conta no Instagram uma imagem de apoio ao companheiro de Barcelona Daniel Alves, e usar a marcação #somostodosmacacos, o atacante do clube catalão deu o pontapé inicial a uma ideia arquitetada duas semanas antes com a agência de publicidade Loducca, do grupo ABC, logo após Neymar ter sido alvo de racismo durante um jogo entre o Barcelona e o Espanyol.
A ideia estava fechada e esperava apenas a "oportunidade" de invadir as redes. O momento certo chegou neste domingo, durante o jogo entre Barcelona e Villareal, pelo Campeonato Espanhol, quando o lateral baiano foi alvo de um torcedor que jogou uma banana em sua direção. Daniel Alves parou e comeu a fruta. Quase que instantaneamente recebeu o apoio de Neymar - que não estava em campo - por meio das redes sociais. Tudo leva a crer que, por serem colegas de time, ambos teriam combinado a jogada tal como numa partida de futebol. Ao comer a banana em repúdio ao ato racista, Dani Alves deixou a bola pronta na cara do gol para ser chutada por Neymar, que já tinha a campanha pronta. Em entrevista ao site de VEJA, o publicitário Guga Ketzer, sócio da agência, negou que o movimento tivesse sido orquestrado. "O Neymar ia comer, mas como foi o Dani, maravilha também", afirmou. Confira trechos da entrevista.
Como foi a idealização da campanha?
Há duas semanas, Neymar e seu pai me procuraram para dizer que precisavam se posicionar em relação às manifestações racistas. Queriam resolver isso de uma forma que colocasse a mensagem do Neymar de maneira forte. E decidimos trabalhar a ideia de que a melhor maneira de acabar com o preconceito é tirar a força dele e fazer com que a pessoa não repita o ato. É como um apelido. Quanto mais bravo você fica, mais ele pega. Foi aí que criamos #somostodosmacacos. A ideia era começar com o Neymar comendo a banana e isso se tornar um movimento.
Foi ideia do Neymar?
Sim, ele que pensou. Aí, quando o Dani (Daniel Alves) comeu a banana, soltamos a campanha. Decidimos ontem (domingo).
O Daniel Alves sabia da campanha, e por isso comeu?
Não. Não foi combinado. O Neymar ia comer, mas como foi o Dani, maravilha também. 
O Daniel Alves acabou atropelando a estratégia do Neymar?
De forma alguma. O conjunto de ele comendo uma banana e o Neymar se manifestando, criando um movimento, fez a discussão atingir um patamar absurdo, com repercussão até mesmo na Presidência da República. As pessoas espontaneamente se envolveram e isso é o que importa.
Que tipo de ação a agência vai fazer para aproveitar a abrangência do movimento?
Nada. Nosso papel foi criar o movimento e agora você tem o mundo inteiro criando conteúdo em cima disso. Eles abriram a discussão e colocaram as coisas de uma forma que fez as pessoas discutirem o assunto.
Muita gente se frustrou quando soube que era uma campanha.
Tentar desmerecer o movimento pelo fato de ter uma agência por trás é tão preoconceituoso quanto o torcedor que joga a banana. Por que não pode haver ajuda profissional? Por que não podemos ajudar com uma ideia? Não é uma campanha para vender nada. Fizemos conforme a necessidade do Neymar de mostrar que o racismo é uma situação completamente absurda. E deu certo.
Fonte: Veja
E per finire alcuni immagini "contro" questa campagna tratte da alcuni social-network:








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