Sondaggi elezioni in Grecia: il Pasok all’8%, Sinistra radicale al 40%

Creato il 21 febbraio 2012 da Candidonews @Candidonews

La Grecia avrà il prestito di 130 miliardi, a patto che si rispettino le politiche di austerità imposte dall’Europa. Il governo ‘tecnico’ di Papademos è alla fine del mandato. Le elezioni greche si celebreranno tra meno di due mesi ed il leader di Nuova Democrazia, il maggior partito di centrodestra del paese, responsabile anch’esso del buco di bilancio, cavalca il malcontento popolare e seppur nella coalizione di governo, cerca di smarcarsi dalla manovra lacrime e sangue e beneficia del consenso popolare. I sondaggi danno il partito attorno al 30%.

Drammatica la situazione del PASOK, il partito Socialista, che dal 43% del 2009 è dato ora all’8%. Boom per la Sinistra Radicale che viaggia attorno al 40% totale dei consensi.

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Il nuovo sondaggio d’opinione condotto dalla Public Issue per conto del quotidiano Kathimerini parla chiaro, conferma il primato di Nea Dimocratia, il partito di centro destra guidato da Antonis Samaras, con il 31% mentre conferma la caduta libera del Pasok, il partito socialista guidato dall’ex premier Giorgos Papandreou con l’8% delle preferenze. Con il 18%, viene Sinistra Democratica, il nuovo partito formato da Fotis Kouvelis, cui segue il Partito Comunista con il 12,5%, Syriza/Synaspimos (altro partito di sinistra) con il 12%. Complessivamente parliamo di circa il 40% dell’elettorato!   Il numero di coloro che, in caso di elezioni, si asterrebbero dal voto ha raggiunto il 30%.

Fonte:
Secondo il sondaggio, primo partito si conferma Nea Dimocratia con il 27,5% delle preferenze, in calo di 3-4 punti rispetto a un analogo sondaggio realizzato pochi giorni fa. Seguono il partito di centrosinistra ‘Sinistra Democratica’ con il 16%, il Partito Comunista con il 14% e l’altro partito di sinistra, Syriza, con il 13,5%. Il Pasok con l’11% occupa il quinto posto, mentre il Laos, il partito di estrema destra scende al 4,5%. Gli indecisi raggiungono il 31,8%.

I vincitori delle elezioni rispetteranno gli impegni presi dal governo in carica? E soprattutto si riuscirà mai a formare una coalizione in grado di assumersi la responsabilità di ‘affamare’ la popolazione per gli anni a venire?