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Sondaggi: Pd al 28, Pdl 26, M5S 21. E Renzi, neo assunto Anas, “asfalta” tutti. Continua la storia del giaguaro. Toh, chi si rivede: l'Idv!

Creato il 16 settembre 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Sondaggi: Pd al 28, Pdl 26, M5S 21. E Renzi, neo assunto Anas, “asfalta” tutti. Continua la storia del giaguaro. Toh, chi si rivede: l'Idv!Mentre con un occhio seguiamo in diretta il raddrizzamento (hihihi) della Costa Concordia, la nave del comandante più coraggioso della storia della navigazione mondiale, dallo scoglio dell'Isola del Giglio, con l'altra scorriamo i sondaggi della Demos che danno il Pd al 28 per cento, il Pdl al 26 e i 5S al 21. Non è difficile capire che se si andasse alle elezioni con questa legge, la amata-odiata Porcellum, non ci sarebbe ancora una maggioranza in grado di guidare il Paese. Nonostante gli strepiti, le urla e gli anatemi di Beppe Grillo (e le gite fuori porta di Casaleggio fra banchieri e industriali), gli italiani non hanno nessuna intenzione di dare ai Five Stars i voti necessari per governare da soli, ergo, da qualche parte si deve andare. La soluzione più semplice, per qualsiasi altra nazione che non avesse dato i natali a Machiavelli (e a Giulio Andreotti), sarebbe quella di riformare la legge elettorale e ridare ai cittadini la libertà di scegliere i propri rappresentanti. Ma chissà come, chissà perché, una legge che nessuno vuole sta ancora lì, da anni, a combinare sconquassi. A volte ci sembra di trovarci di fronte allo studio, e alla analisi, della teoria dei Quanti e invece non c'è ragionamento più semplice e deduttivo di quello che porta a una elementare equivalenza: Porcellum = ingovernabilità. Però in Italianon si può. Da noi la linearità nei ragionamenti e nei comportamenti non esiste, è un optional. Se non ci complichiamo la vita non siamo soddisfatti. Siamo cervellotici e un po' pazzi al tempo stesso, e questa è la ragione per la quale gli studi degli avvocati e degli analisti sono sempre sold out e il salvacoda è diventato uno strumento indispensabile, perché altrimenti la gente si prenderebbe a randellate a ogni piè sospinto. Ci rendiamo difficile la vita con la stessa facilità con la quale gli americani bombardano mezzo mondo in nome della libertà. La nostra complessità ci piace da matti perché è segno di intelligenza e di un'autostima sì, ma da manuale psichiatrico. Vi siete mai chiesti per quale motivo non esiste più la sinistra storica? Perché era composta da persone che si reputavano intelligenti e in possesso di un'autostima tale da prendersi a randellate a ogni piè sospinto. Così, la classe operaia e i ceti deboli, orfani dei rappresentanti di sempre, quelli con la Bandiera Rossa che trionferà, a un certo punto si sono visti rappresentati da Tonino Di Pietro il quale, con la sinistra italiana, non c'entra (né c'è mai entrato) una mazza. L'Idv, per chi non seguisse le cronache marginali di questo paese impegnato a parlare di Matteo Renzi-Asfaltatore appena assunto dall'Anas, è tornato in scena. A San Sepolcro, città che vide la nascita del partito, Ignazio Messina, il primo segretario (Di Pietro era il presidente) dell'Idv eletto con tanto di voti congressuali e non per acclamazione, ha dettato le prossime linee guida di un partito che oggi viene dato all'1 per cento. Come si fa a dilapidare un patrimonio di voti (8 per cento) che l'Italia del Valori aveva non si sa, o meglio, bisognerebbe chiederlo al Tonino intervistato da Report. Ma oggi questa potrebbe sembrare una osservazione retorica. I più maligni potrebbero dire che l'Idv è rinato per non gettare alle ortiche il patrimonio che ha, ma a Ignazio Messina, sindaco antimafia, qualcuno disposto a dare credito c'è. Tolti di mezzo gli ex Udeur, i Margheritini baciapile e molto furbi, i democristiani di antica data, i destrorsi giustizialisti fino al plotone di esecuzione, i sindacalisti trombati e gli intellettuali in avanzato stato di decomposizione cerebrale, qualcuno un po' onesto e altrettanto idealista potrebbe anche esserci. L'importante, secondo noi, sarebbe che Messina prendesse una lente d'ingrandimento e iniziasse a studiare uno per uno i 1350 amministratori locali e i duemila dirigenti che l'Idv ha ancora sparsi nel territorio. Pigliasse molto sul serio i duecentomila iscritti alla community del partito che non sembrano voler gettare la spugna, e qualche idealista un po' perso che, con Di Pietro, non ha mai avuto spazio o, se lo ha avuto, lo ha sfruttato solo per i cazzi suoi. Particolare non marginale, l'Idv dispone ancora di 12 milioni di euro di rimborsi spese elettorali: 12 milioni di buone ragioni per non mollare. Da parte nostra, quello con l'Idv è un discorso chiuso da tempo. Una delusione così cocente difficilmente ci potrà ricapitare, delusione che ne ha portate appresso altre e molto più stordenti. Mannaggia a te, Tonino...

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