Sonny "Black" Napolitano, l'ultimo samurai di Cosa Nostra

Creato il 05 giugno 2012 da Tizianogb
Una delle scene più belle di "Donnie Brasco" è quella in cui Al Pacino/Lefty Ruggiero esce di casa per andare incontro alla sua morte. Lefty Ruggiero sa che la sua esecuzione è una cosa certa, dato che è stato lui a garantire per Donnie Brasco nei confronti degli altri associati e del Padrino, eppure senza pensarci un attimo va ad affrontare le conseguenze del suo sbaglio come un fottuto samurai che è risoluto a fare harakiri. Nella realtà, dato che "Donnie Brasco" è tratto da una storia vera, non è stato Lefty Ruggiero a fare quella fine, bensì Sonny "Black" Napolitano (che nel film è interpretato magistralmente da Michael Madsen)... L'ultima persona che ha visto Sonny Black ancora in vita, ad esclusione dei suoi carnefici, è stato il barista del Motion Lounge, il locale in cui il capo-mafia aveva il suo quartier generale. Black ha lasciato il portafoglio, l'orologio e l'anello all'uomo dicendogli di tenerli in custodia, perché stava per andare ad un incontro dal quale molto probabilmente non sarebbe mai più tornato. Gli agenti dell'FBI, qualche giorno prima, erano andati ad offrirgli la loro protezione in cambio di un suo pentimento, ma Sonny Black aveva rifiutato il patteggiamento, ben consapevole che per lui ci sarebbe stata la morte, e che così facendo rifiutava la sua ultima possibilità di salvezza. Quando i suoi ex amici e colleghi gli hanno sparato, buttandolo prima giù dalle scale di una cantina, Sonny non è morto sul colpo: ha guardato in faccia i suoi assassini e le sue ultime parole sono state "Sparatemi ancora... finitemi!" Ora, non voglio fare un'apologia del mafioso, sia chiaro, anche perché come capirete leggendo più avanti Sonny è stato l'unico membro della sua famiglia a dimostrare un così alto senso dell'onore (anche se per una causa sbagliata)... però ho trovato la storia di Sonny Black, e soprattutto quella della sua fine, di un lirismo e una forza "morale" come se ne ascoltano poche. Sonny Black Napolitano mi ha ricordato davvero uno di quei samurai del giappone feudale. Se poi si pensa che lo stesso boss della famiglia Bonanno (Joseph Massino), e gli affiliati che hanno deciso la sua morte, hanno in seguito collaborato tutti con la giustizia pur di avere sconti di pena o salvarsi la pelle...

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