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Sono dappertutto ma non li vediamo, si nascondono, si fingono altro…sono gli Emotivi Anonimi

Creato il 08 gennaio 2012 da Naimasco78

Sono dappertutto ma non li vediamo, si nascondono, si fingono altro…sono gli Emotivi AnonimiMani sudate, guance rosse, voce balbettante, sguardo perennemente terrorizzato. Essere emotivo e vivere in questo mondo di squali non è così facile, anzi è una condanna. Perchè non si tratta di fragilità, badate bene: la fragilità spesso è appannaggio di chi si mostra maggiormente aggressivo, non degli emotivi. Gli emotivi in realtà sono persone molto forti che però non sanno gestire la propria emotività. E’ abbastanza facile quindi capire quanto possano essere svantaggiate in una società dove vince chi urla di più, dal clacson ai semafori al titolare che ti vessa verbalmente davanti a tutti i colleghi. Sono eleganti gli emotivi, non c’è che dire: non alzano mai la voce, sono spesso molto gentili, sorridono quasi sempre e penso, ma questo è un mio modesto parere, che siano anche più intelligenti. Per la maggior parte delle persone sono degli sfigati. Inviterei allora la popolazione tutta ad andare a vedere Emotivi Anonimi, una commedia sentimentale squisitamente francese, un po’ Chocolat della Harris, un po’ Odette Toulemonde di Eric-Emmanuel Schmitt, un prodotto francofono con tutti i crismi del caso: colori caldi, romanticismo da diabete, dialoghi serrati, situazioni favoleggianti, ecc…Il surrealismo è di casa, ma perchè per i francesi l’amore è surreale, da Folle di Dio. Di conseguenza, tutto è concesso: colpi di testa, scene da film, decisioni prese senza pensarci minimamente, pazzie, passi azzardati, ecc…Ora, tutto questo vissuto da due timidoni cronici sensa la minima esperienza di coppia, imbranati, irrazionali, a volte un tantino ridicoli, risulta ancora più surreale. Galeotto fu nuovamente il cioccoltato: in questi anni spesi a frequentare librerie e sale cinematografiche, ho capito che il potere afrodisiaco e ammaliante del cioccolato è stato preso alla lettera dagli scrittori di tutto il mondo. Assaporare un cioccolatino, sentirne il retrogusto, l’aroma, la corposità, evidentemente è anche un potente metodo seduttivo universale e dimostrato (Juliette Binoche ha vinto Johnny Depp con questo metodo, direi che non ci sono dubbi quindi sulla sua efficacia…).

Sono dappertutto ma non li vediamo, si nascondono, si fingono altro…sono gli Emotivi Anonimi
Lui e Lei quindi, si innamorano e come nelle migliori storie d’amore raccontate da sempre, il film finisce con un bel matrimonio, che però, come vi dicevo, è surreale e quindi coerente con tutto il resto. Non poteva essere altrimenti, per due irrimediabili emotivi come loro. Perchè chi l’ha detto che solo gli opposti si attraggono? A parte che questa è una di quelle leggende metropolitane da sfatare una volta per tutte: gli opposti si attrarranno anche, ma cara la pagano poi, questa attrazione. Io sono per i simili, soprattutto se ad incontrarsi sono due persone un po’ sopra le righe. La pazzia, intesa come follia innocua, come creatività, è difficile comprenderla, se non si è un po’ folli. Un folle e un suo opposto, messi assieme, non possono funzionare: l’opposto vedrà sempre nel folle un fenomeno da baraccone, uno strambo da curare, un caso clinico. Prendete ad esempio quel capolavoro assoluto del cinema francese che è Il favoloso mondo di Amélie: due sognatori che finalmente si incontrano e si innamorano perchè consapevoli: a) di essere fatti l’uno per l’altra;  b) di non poter assolutamente stare con nessun altro perchè nessuno al mondo potrebbe capirli.

E’ abbastanza spietato questo sistema, se ci pensate. Un folle che non ha la fortuna di incontrare la propria anima gemella è condannato ad una vita di solitudine, perchè incapace ad adattarsi a qualsiasi altro tipo di rapporto. Credo che il cinema francese, con le sue storie d’amore improbabili, voglia proprio dirci questo: cercate, continuate a cercare, perchè da qualche parte nel mondo c’è. Sono film pieni di ottimismo e speranza, in fin dei conti, che danno una chance a tutte le categorie. L’amore alla fine è un incastro, un puzzle: solo il pezzo giusto combacia perfettamente. Per trovarlo basta cercare: si sa che c’è, ma non è così facile individuarlo.

Il ragazzo della porta accanto alla fine, ha una doppia sfaccettatura: o è un modo carino per dire che accontentarsi è la strada più facile, o è una grandissima botta di culo. Io penso più alla seconda.



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