Sono il figlio di Totò Riina. Ignoti mandano un fax a Vittorio Sgarbi
Nuove minacce a Vittorio Sgarbi.
“Ciao Vittorio sono Salvatore Riina figlio di Totò e ti volevo chiedere se mi candidi del Pid alle regionale visto che consideri Saverio Romano mafioso, anch’io lo sono. Questa è un’offerta che non puoi rifiutare, in caso contrario…”. La lettera è stata inviata via fax a Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi, presso la sua segreteria di Ro Ferrarese che è anche l’abitazione dei suoi genitori.La lettera, si apprende dal Corriere della Sera continuava, con alcune affermazioni di basso profilo nei confronti della madre di Sgarbi.
Lo strano fax arriva a seguito dell’annuncio di Sgarbi, già sindaco di Salemi, a candidarsi come governatore della Sicilia col partito del ministro Romano (imputato per mafia). Una ennesima presa in giro? Vittorio Sgarbi però non accetta la cosa e invia la missiva al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, al comandante provinciale, al procuratore capo di Marsala, al ministro dell’Interno e al prefetto di Trapani, così si legge sul Corriere della Sera: “Dal momento che dalle indagini sulle minacce ricevute durante il mio mandato di Sindaco di Salemi e anche dalle intercettazioni sulla mia utenza che riceve ogni giorno una o due telefonate anonime, non si è raggiunta nessuna certezza sui responsabili, e anzi ho dovuto persino leggere nei rapporti del maresciallo dei carabinieri della Stazione di Salemi (…) che potrei addirittura averle inventate o che ne potrebbero essere autori dei collaboratori più stretti (insinuazione per la quale ho presentato una richiesta di danni in sede penale e civile), (…) sembra giusto farLe pervenire l’ultima lettera di minacce, recapitata sabato 8 ottobre 2011 alle ore 15,32, tramite fax sull’utenza (…) (corrispondente alla residenza dei miei genitori oltre che alla mia segreteria a Ro in provincia di Ferrara) confidando che il maresciallo della Stazione di Salemi e il questore di Trapani non le vogliano ritenere confezionate da mio padre o dai mia madre. Profondamente offeso dalle conclusioni del maresciallo e del questore che non hanno in alcun modo approfondito l’origine, per esempio, delle telefonate anonime, mi auguro che, per l’avvenire conducano indagini più approfondite. Insoddisfatto dei risultati dei due esponenti delle Forze dell’Ordine direttamente applicati all’indagine, mi rivolgo, illustre Generale, direttamente a Lei, per essere garantito nell’esercizio delle mie funzioni in una situazione giudicata ad alto rischio per il “condizionamento mafioso di tutta l’attività amministrativa”.