“Sono nel tuo sogno” di Isabel Abedi

Creato il 17 novembre 2011 da Sulromanzo

Sono nel tuo sogno di Isabel Abedi, edito da Corbaccio, è il romanzo che non ti aspetti.

Non te lo aspetti perché non capisci cosa potrebbe mai c’entrare Sartre con uno young-adult apparentemente simile a tanti altri, sentimentale e sognante; non ti aspetti nemmeno l’originalità di una trama che si sviluppa in maniera inedita, che sorprende e a tratti lascia quasi senza fiato poiché non cade nella trappola degli stereotipi – sempre molto diffusi, soprattutto nella narrativa di genere – e non facilita in alcun modo il compito del lettore di districare una matassa di eventi e indizi seminati qua e là in maniera casuale, il cui disegno sarà evidente soltanto una volta arrivati all’ultima pagina. Geniale è l’espediente cui l’autrice ricorre a metà libro, quando la trama inizia ad apparire un po’ scontata ed è necessario un colpo di scena che rialzi bruscamente la tensione, riportando alle stelle l’interesse del lettore.

Isabel Abedi, scrittrice tedesca con grande esperienza nell’ambito della narrativa per ragazzi, lo fa in grande stile: brusco cambio di scena, di ambientazione – dalla caotica e pittoresca Amburgo si passa alla soleggiata Los Angeles, con i suoi chilometri di spiagge e i licei alla moda – nonché di personaggi; uno stravolgimento così repentino che sembra quasi di leggere un altro romanzo, finché gli eventi non tornano a prendere una piega familiare al lettore.

A metà libro la protagonista, Rebecca, scompare dalla scena; a fatica riusciamo a capire che fine abbia fatto attraverso le mail che le inviano amici e familiari.

Sappiamo che è a Los Angeles, a casa del padre e della sua nuova compagna, sappiamo che sta male ma nulla più: decine di mail sapientemente scritte si uniscono all’ansia del lettore per la sorte della protagonista, stregandolo come solo una scrittura – e una trama – di qualità sanno fare.

Ricchissimo di citazioni letterarie e musicali anche piuttosto colte, mai banali, sempre in qualche modo giustificate dagli eventi, “Sono nel tuo sogno” rimane comunque fedele alla sua natura di young-adult (dedicato cioè a un pubblico di adolescenti e “giovani adulti”, soprattutto donne).

È un romanzo lieve, una lettura d’intrattenimento di qualità, che regala un sogno alle anime più romantiche e certo non dispiace a chi ama il genere fantasy con il suo bagaglio classico di angeli, magie, corse nel tempo e amori miracolosi.

La protagonista, Rebecca Wolf (detta Beks), è un’adolescente come tante che vive in famiglia sui generis, formata dalla madre Janne e dalla compagna di lei, Patricia (detta Spatz), che Rebecca ha imparato a conoscere e ad amare fin quando era piccola.

La Abedi approfitta di questa strana situazione familiare per infilare tra le righe quello che è il suo pensiero in merito: una famiglia con due madri è una famiglia vera e propria, e può garantire a un’adolescente tutto l’amore e il supporto di cui ha bisogno per crescere serena, fermo restando che il padre, se c’è, rimane una figura importante. Quello di Beks vive a Los Angeles con la sua nuova famiglia, ma la Abedi ci dà un altro piccolo insegnamento: l’amore, soprattutto quello dei genitori, non conosce limiti geografici.

Tanti buoni sentimenti, insomma, che a tratti rendono il libro troppo sdolcinato; una pecca che si perdona volentieri, considerando le buone intenzioni dell’autrice e il fatto che ci regala una trama in grado di far sognare ma anche riflettere, chiedendoci se in fondo non ci sia davvero un’altra realtà oltre quella percepita dai nostri occhi.

I personaggi sono abbastanza riusciti, soprattutto Tyger, memorabile professore d’inglese, il cui ruolo nella storia è impossibile indovinare fino alla fine… Bello anche il rapporto che lega le due madri, Janne e Spatz, un amore pulito e libero come sanno essere anche gli amori omosessuali, in barba ai pregiudizi e all’ipocrisia della gente. 

“Sono nel tuo sogno” è una lettura consigliata agli amanti del genere, un romanzo dedicato ai privi di realismo e di cinismo, agli adulti che dentro sono rimasti un po’ bambini, come del resto l’autrice, che con questa prova letteraria dimostra di aver trovato nella narrativa per ragazzi il suo ambiente naturale.

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