Ma questa ennesima puntata della sua rubrica sul Corriere riporta un dato interessante, risultato di uno studio dell'istituto Centrale di Statistica.
Ma la cosa che colpisce di più è che la media dei matrimoni, la loro durata, si sta consolidando intorno a 12/15 anni circa.
Alla faccia della crisi del settimo anno o dell'amore perpetuo.
Io sono la riprova.
Il mio primo matrimonio/convivenza è durato esattamente 12 anni.
Il secondo dura da 13 anni.
Molti amici (maschi e femmine) se ne sono andati poco dopo i dieci anni, mentre ce ne sono alcuni che riprendono la loro vita da single anche dopo venti. Tra figli, tragedie di coppia e sempre più spesso sospiri di sollievo da parte di entrambi.
Le disquisizioni, a volte ovvie, di Alberoni in questo caso sono più acute del solito.
E' vero, il tempo della giovinezza si è allungato, e non solo perché la gente della mia età va in giro con le ragazzine oppure perché si veste in maniera imbarazzante.
Il tempo della giovinezza ha allargato i suoi confini temporali riservando amori, innamoramenti e 'colpi di testa' anche in età a cui si riservava, in epoche ancora vicine, quiete e pace dei sensi.
Per fortuna è così.
Si allunga la vita, si vive meglio (a parte la politica...) e quindi è giusto che le esperienze si moltiplichino, che le avventure si allarghino e che le donne e gli uomini continuino a cercare gli uomini e le donne anche quando l'anagrafe, e i benpensanti ammuffiti, vorrebbero seppellirli sotto un quintale di pregiudizi e atteggiamenti conformi a una morale ormai morta.
L'importante è che ognuno decida per sé. Che ogni decisione sia presa in totale libertà dalla pressioni, dalle convenzioni e dalle morali.
La vita è bella e ognuno la deve vivere come vuole.
E tutti gli altri che si fottano.