E' tempo di sosta da molte cose. Sono vicino all'agognata laurea magistrale, la tesi incombe e il tempo sfugge. Come avrete potuto notare, fatico a scrivere tutti i giorni sul blog, sto annaspando...
Ciononostante, qualche incursione voglio continuare a farla: scrivere mi aiuta a chiarire i pensieri e sapermi letto mi fa sentire la vicinanza di altri lettori in questo momento di studio "matto e disperatissimo", bello, ma solitario. Non che i miei libri non mi tengano compagnia. Il problema è che solitamente io scelgo loro. Ora avviene il contrario: loro scelgono me. Sto scrivendo di Biblioterapia, ma anche di letteratura consolatoria antica e medievale, di Dante, di Petrarca, di Boccaccio. Di Seneca, di Cicerone. Di Ambrogio, di Agostino, di Girolamo. Loro mi trovano e mi impongono la loro conoscenza: un tè, un caffè, anche qualche panino insieme, per capire e per capirci. E' tutto molto bello. Io sono uno che si affeziona, che crea legami alla "Piccolo Principe". Ma non riesco a non guardare oltre, a cercare nuove conoscenze, a tentare inusuali sperimentazioni. Dopo un po' non riesco più a essere federel. Sono un lettore trasgressivo: niente paletti, niente dogmi. Ma tanta tanta lettura di ogni genere. Senza censure