Sono un tatuato.....perchè?

Da Chef Pepì
DEDICO QUESTO POST A TUTTE LE PERSONE OTTUSE, ARROGANTI, PRESUNTUOSE E MENTALMENTE CHIUSE CHE HO INCONTRATO FIN'ORA E CHE CONTINUERO' AD INCONTRARE NEL CORSO DELLA MIA VITA.VOGLIO CONDIVIDERE QUESTO POST CON TUTTE LE MERAVIGLIOSE PERSONE CHE AMANO TATUARSI E CHE AMANO CONFRONTARSI CON GLI ALTRI.
Chi mi conosce personalmente sa bene che sono un amante dei TATTOO.
Il primo l'ho fatto all'età di 18 anni.
ECCOLO QUA
Le domanda che mi sono state poste più volte (e che mi saranno poste un altro 1000000 di volte) sono sempre due, sempre le stesse: 
  • LA PRIMA: PERCHE' L'HAI FATTO?
  • LA SECONDA: COSA SIGNIFICA?

Le mie risposte cambiano in funzione della persona con cui mi relaziono (un mio grande difetto, lo so).Alla prima domanda (PERCHE') rispondo: "Non esiste un vero perché. Se analizzo attentamente le ragione che stanno dietro la scelta di tatuarmi, capisco che queste sono molto complesse e profonde, ma che alla base c'è la voglia di ricercare me stesso ed un profondo desiderio di comunicazione (non è un discorso alla portata di tutti). Per molti il tatuaggio può trasformarsi in una sorta di rito, nato dal desiderio di essere accettati. Per me non è così. Sembro una persona molto comunicativa (forse lo sono diventato con il tempo) ma sostanzialmente sono introverso. A quell'età (18 anni) avevo il bisogno di comunicare un mio stato d'animo e un forte senso di ribellione verso quella parte della società che insiste nel catalogarci in base alle nostre radici ed in base allo stato sociale dei nostri genitori. Trasformando la mia visione nella visione ridicola e stereotipata della maggior parte delle persone mi accorsi che ero stato catalogato. E quest'appartenenza forzata mi stava stretta. Ho sempre odiato domande come: "Ma tu sei il figlio di......?" o "Ma tuo nonno era...? So di appartenere ad una famiglia che nonostante i problemi (quale non ne ha?) va avanti e li supera, senza perdersi d'animo. So di essere figlio di due insegnanti che hanno sempre messo in primo piano il loro saper ascoltare e non solo il loro saper insegnare; grazie a loro ho capito che un docente non è chi sta dietro una cattedra ma chi vive nei banchi insieme ai suoi alunni. So di essere nipote di due grandi uomini che hanno sempre condiviso le loro conoscenze. E so che io sono IO, sono ME STESSO".
E qui arriva la risposta alla seconda domanda (COS'E'?): "Ho scelto di tatuarmi in un posto sempre a vista (degli altri) con l'intento di scardinare questo primitivo concetto. La scelta di quelle particolari forme è dovuta ad un'analisi della mia personalità. Il disegno inizia da un punto preciso ed inizia il suo cammino (non amo ciò che mi soffoca, detesto la routine e tutto quello che mi chiude e mi definisce), poi ad un certo punto si interrompe e ne inizia uno nuovo, più grande (amo una vita libera, spontanea ed in cui possa scegliere nuovi percorsi). La linea diventa pian piano come un vortice (anche se sono molto spontaneo cerco di guardarmi all'indietro e rivedere il mio persorso). Avrete sicuramente notato anche alcune linee che rapidamente si concludono (come spine, sono il simbolo delle mie infinite passioni che però non posso per ora soddisfare e quindi non portano a niente). 

Questo è il perchè del mio primo tatuaggio.....

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