Un telefilm da "maschi" questo "Sons of anarchy", almeno a prima vista...Ambientato in una California molto lontana dallo stereotipo corrente, la serie racconta la storia di una gang di bikers: i S.o.A. (Sons of Anarchy). Harley Davidsons e motociclisti, quindi, con tutto quello che questo comporta: testosterone, botte, violenza, machismo, amicizia virile e sesso.Poi inizi a guardare gli episodi, uno via l'altro, e ti accorgi che, sotto, c'è molto di più. Un protagonista - Jax Turner - pieno di dubbi, per iniziare. Con una madre che, dopo la morte del marito - il vecchio capo dei S.o.A., nonché padre di Jax - si è risposata con il nuovo "re" della banda. Poi c'è la (ex) donna di Jax: fragile e tossica. Autodistruttiva.La storia inizia quando Jax trova un vecchio scritto dal padre che, lentamente, gli fa aprire gli occhi sui "Sons of anarchy". Questo "diario" svolge, nell'economia della storia, la medesima funzione svolta dal fantasma del vecchio re che appariva al figlio Amleto all'inizio dell'omonima tragedia di Shakespeare.Già Amleto... il paragone non è casuale visto che questa serie vuole proprio essere una rivisitazione in chiave moderna del capolavoro Shakespeariano. Un'ottima rivisitazione, molto intelligente e originale, se mi è concesso dirlo, altro che il brutto "Hamlet" di Michael Almereyda o le ultime versioni "in costume" di Zeffirelli e Branagh.Se a questo aggiungiamo che "Sons of anarchy" è stata creata da Ken Sutter, uno dei produttori e sceneggiatori di un capolavoro come "The Shield" e interpretata da un gruppo di attori bravissimi, ecco spiegato perchè ci troviamo di fronte una delle migliori serie americane degli ultimi anni.A proposito di attori. riflettevo sul fatto che quando uno spettatore italiano riconosce tutti i protagonisti per averli visti in altre serie - in "S.o.A." ci sono attori di: "Queer as folk", "I Soprano", "The Shield", "Prison break", "Deadwood" e "Boston Legal", la faccenda inizia a farsi davvero preoccupante...
Un telefilm da "maschi" questo "Sons of anarchy", almeno a prima vista...Ambientato in una California molto lontana dallo stereotipo corrente, la serie racconta la storia di una gang di bikers: i S.o.A. (Sons of Anarchy). Harley Davidsons e motociclisti, quindi, con tutto quello che questo comporta: testosterone, botte, violenza, machismo, amicizia virile e sesso.Poi inizi a guardare gli episodi, uno via l'altro, e ti accorgi che, sotto, c'è molto di più. Un protagonista - Jax Turner - pieno di dubbi, per iniziare. Con una madre che, dopo la morte del marito - il vecchio capo dei S.o.A., nonché padre di Jax - si è risposata con il nuovo "re" della banda. Poi c'è la (ex) donna di Jax: fragile e tossica. Autodistruttiva.La storia inizia quando Jax trova un vecchio scritto dal padre che, lentamente, gli fa aprire gli occhi sui "Sons of anarchy". Questo "diario" svolge, nell'economia della storia, la medesima funzione svolta dal fantasma del vecchio re che appariva al figlio Amleto all'inizio dell'omonima tragedia di Shakespeare.Già Amleto... il paragone non è casuale visto che questa serie vuole proprio essere una rivisitazione in chiave moderna del capolavoro Shakespeariano. Un'ottima rivisitazione, molto intelligente e originale, se mi è concesso dirlo, altro che il brutto "Hamlet" di Michael Almereyda o le ultime versioni "in costume" di Zeffirelli e Branagh.Se a questo aggiungiamo che "Sons of anarchy" è stata creata da Ken Sutter, uno dei produttori e sceneggiatori di un capolavoro come "The Shield" e interpretata da un gruppo di attori bravissimi, ecco spiegato perchè ci troviamo di fronte una delle migliori serie americane degli ultimi anni.A proposito di attori. riflettevo sul fatto che quando uno spettatore italiano riconosce tutti i protagonisti per averli visti in altre serie - in "S.o.A." ci sono attori di: "Queer as folk", "I Soprano", "The Shield", "Prison break", "Deadwood" e "Boston Legal", la faccenda inizia a farsi davvero preoccupante...
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