Nel Nord Italia ci vengono in mente un esercito di sedie a sdraio che si estende per km, spiagge affollate e castelli di sabbia. Al Sud forse viene in mente lo stesso affollamento, ma anche acque cristalline, e, magari, una borsa frigo colma di cibo da consumare sull'asciugamano. In Francia rocce frastagliate e barche a vela; in Inghilterra mute da surf e gabbiani che rubano ciuffi di gelato alla panna. In Germania le poltroncine fatte a cabina per proteggersi dalla brezza fresca del Baltico anche d'estate; in Grecia calette solitarie.
E in Polonia?
Non so sinceramente come mi immaginassi una località balneare polacca; però sicuramente non me l'aspettavo come Sopot.
Sopot si affaccia sul Mar Baltico e costituisce, assieme a Danzica e Gdynia, l'agglomerato urbano delle Tre Città.
Sopot sembra una cristallizzazione di una qualche località di villeggiatura per ricchi dell'800: ne ha la struttura e la topografia, però è perfettamente traslata nei giorni nostri, e ci è arrivata passando attraverso i recenti sfortunati capitoli della storia polacca.
Sulle spiagge sabbiose di Sopot, mi dicono, non è difficile trovare qualche pezzettino grezzo di ambra - ed è un po' come se la città stessa fosse stata intrappolata in una goccia d'ambra: privata della ricchezza e della linfa vitale che aveva al momento della sua cristallizzazione, ne conserva però ancora la forma, che le conferisce una bellezza da apprezzare attraverso i delicati riflessi color seppia della bolla che la racchiude.
Ali di case signorili, con le linee classiche ed eleganti di cui si adornava l'architettura a cavallo fra il XIX e il XX secolo, ti scortano fino al suo lunghissimo e maestoso molo, su cui ti aspetteresti di vedere passeggiare dame in crinoline bianche che sorreggono un parasole con la mano guantata, mentre con l'altra si appoggiano al braccio del loro cavaliere con i baffi a manubrio.
Ma un'altra cosa che non mi aspettavo da Sopot, sono stati i 35° C con cui mi ha accolta - non in questa corrucciata e fredda estate 2014 in cui, a quanto pare, in realtà l'Europa si è girata al contrario.
Ho i jeans che mi si attaccano alle gambe per il calore e le Converse ai piedi che mi fanno invidiare i sandali calzanti dalle altre persone che stanno passeggiando per la strada con le case signorili.
Che è dedicata agli eroi della battaglia di Monte Cassino, in cui fu l'esercito polacco ad espugnare e liberare la roccaforte romana presa dai tedeschi.
La via Monte Cassino è pedonale e divisa fra boutique di marchi internazionali e bancarelle di artigianato fantasioso e curato.
I bambini passeggiano con un gelato in mano, e i genitori indossano abiti griffati. Alexandra mi dice che in Polonia Sopot è considerata una località per ricchi.
Al fondo della via, seminascosta dagli alberi, adocchio la Crooked House, la Casa Sbilenca ispirata dalle opere del disegnatore per bambini Jan Szancer, che fra i lineamenti regolari di via Monte Cassino si fa notare come lo scarabocchio di un bambino su un volume rilegato della biblioteca.
Il molo di Sopot è il più lungo molo in legno d'Europa: un robusto e maestoso braccio bianco che si estende per 650 mt verso l'orizzonte del Mar Baltico.
L'ingresso è a pagamento nei mesi estivi, durante il giorno (fino alle ore 21). Il biglietto costa 7,50 zl.
Il molo è elegante e curato, molto sobrio.
Non c'è nulla se non il molo stesso - una passeggiata tendendo le braccia verso il mare, o una sosta a contemplare le onde grigie che si increspano sotto i propri piedi, sbirciandole fra le liste di legno bianco.
Lungo la spiaggia ci sono bancarelle sotto un tendone bianco, che vendono dolcetti e bibite.
Mi tolgo le scarpe e mi siedo sulla spiaggia, guardando il mare - questo Mar Baltico che a me sembrava tanto freddo e lontano, eppure adesso è qua, e ci sono ragazzini che ci corrono dentro, tuffandosi nella sua spuma cupa.
Affondo le mani nella sabbia, mentre attorno a me saltellano giovani gabbiani che becchettano fra le alghe nere che si sono raggomitolate sulla battigia.
Guardo verso il mare e penso.
Penso al futuro e penso alla malinconia.
Penso al genere di cose a cui si può pensare guardando il mare.
Ceno da Green Way, un locale che si trova sulla via di Monte Cassino.
Il nome ed il look sono cosmopolitan, ma il cibo è polacco.
Zuppa di barbabietole e pierogi, ravioli di pasta di pane ripieni di funghi.
Il pasto migliore della mia breve vacanza polacca.
No, non sapevo davvero che cosa aspettarmi.
E' il modo migliore per rimanere stupiti...