Eccoci dunque sulla strada che, in un niente, porta da Fidenza a Soragna.
A Soragna, dunque: Diofebo VI Negrone Meli Lupi, principe del Sacro Romano Impero, è un signore di media età dal fisico asciutto che, adattandosi ai tempi, si occupa di produrre parmigiano-reggiano e accompagnare gli ospiti, paganti, a visitare la sua Rocca insieme a Donna Cenerina, il fantasma di casa.
Leggenda narra trattarsi di Cassandra Ravignoni, moglie di Diofebo II Meli Lupi, uccisa dal marito della di lei sorella, conte Guido Anguissola, che, con il pretesto di volersi riconciliare con la moglie, Lucrezia, dalla quale viveva separato, era riuscito a combinare un incontro.
Quel giorno invece - era il pomeriggio del 18 giugno 1573- il conte invase la casa ove Lucrezia si trovava con la sorella Cassandra, uccidendo entrambe a pugnalate.
Sta di fatto che da questo delitto rimasto, nonostante la volontà del Marchese di Soragna, impunito, sorse la leggenda di Donna Cenerina, grigio e impalpabile fantasma che si aggira inconsolato nelle sale della Rocca e si fa sentire dai suoi proprietari quando è imminente una loro disgrazia o un lutto familiare.
Nella Rocca di Soragna tutte le stanze sono magnificamente affrescate: Giovanni Moffa firma la "Galleria dei poeti"; Francesco e Fernando Bibiena dipingono le gallerie del primo piano nonché la "Sala degli stucchi"; al Parmigianino vengono attribuiti genietti e putti in affreschi di recente scoperta e un delizioso "Amore che scocca l'arco"; c'è pure la "sala del trono" tuttta in oro zecchino, e un ampio giardino, con un antico e non rinnovato percorso misterico, laghetto incorporato.
Appena fuori le mura della Rocca, salutato il principe, lì, di fianco alla Chiesa parrocchiale intitolata a San Giacomo e di stile barocco, ecco la Sinagoga.
Edificio del 1855 con annesso Museo ebraico (visitabile), raccoglie i reperti delle antiche comunità di Busseto, Fiorenzuola e Cortemaggiore. Una porta del piano superiore, all'ingresso della Sinagoga, conserva i segni della ceralacca opposta nel 1939 in ottemperanza alle leggi razziali dell'anno prima e che imponevano il sequestro dei beni degli ebrei.
E poi l'elenco, dei soragnini di religione ebraica, che, rastrellati dalla locale milizia fascista, partirono sui carri bestiame per i campi disseminati in mezza Europa dalla follia nazista e mai più tornarono.
Andiamo avanti.
A Soragna, e non guasta, si mangia bene! Alla trattoria "Al Voltone", proprio di fronte all'ingresso della Rocca in via Della Repubblica al 20, gli anolini e il culatello sono ottimi, eppoi... eppoi la "locanda Stella d'Oro" in via Mazzini al 20 - dove si può anche pernottare - il menu è parecchio invitante, il servizio attento e "familiare", la cucina innovativa ma non creativa a tutti i costi. Notevole la lista dei vini, grandi classici e una bella selezione dei migliori vini italiani e non solo. La "Stella d'Oro" ha ottenuto una "stella" dalla guida Michelin, secondo voi perché?
Molto d'altro, e d'oltre, si potrebbe dire su questo paese della "bassa" parmense, un "mondo piccolo" dove i cani del principe si chiamavano Caino ed Abele, mentre a carnevale si bruciava "la vecchia" in piazza e si premiava, calibro alla mano, il naso più lungo.
Ma questa è un altra storia.
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