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Soresina, l’ex municipalizzata affonda tra i debiti: bruciati in tre anni 847mila euro. Il centrosinistra chiede a Cremaschini di lasciare

Creato il 05 luglio 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Il piano industriale di Soresina Reti e Impianti pare un libro giallo, un thriller che potrebbe concludersi con la vendita dell’azienda elettrica di Soresina. La lista d’opposizione “Rinnova Soresina!” di centrosinistra, ha tenuto ieri sera una conferenza stampa per sottolineare il dramma e chiedere che il piano di risanamento del gruppo ex Aspm non sia condotto dall’ing. Fabrizio Cremaschini, ex direttore e consulente di tutte e quattro le aziende del gruppo, ma da altri.

Soresina, l’ex municipalizzata affonda tra i debiti: bruciati in tre anni 847mila euro. Il centrosinistra chiede a Cremaschini di lasciare

prima pagina del piano industriale di Soresina Reti Impianti

“Il rischio – ha dichiarato Giuseppe Mametti – è che, dopo tre bilanci in rosso, ne arrivi un quarto l’anno prossimo e che l’azienda debba portare i libri in tribunale. Crediamo che chi ha condotto l’azienda in queste condizioni non possa risanarla”.

E si vocifera già di una vendita ad A2A, tra le tante ipotesi: l’ex municipalizzata di viale Cairoli dovrebbe accontentarsi di un 20%, solo la rete patrimoniale.

Il testo del piano industriale dell’ex Aspm del resto parla chiaro da solo. Questa la Premessa: “La situazione reddituale e di indebitamento di Soresina Reti Impianti, che già risultava critica negli esercizi 2009-2010 come si evinceva dai dati di bilancio, con l’esercizio 2011 si è ulteriormente aggravata”.

Poi segue subito il punto 1.1 dal titolo: Indebitamento e interessi passivi.

“Al 31 dicembre 2011 l’esposizione con le banche è risultata essere di 5 milioni e 414 milioni e 980 euro,a fronte di fidi bancari concessi di 5,5 milioni. Il grafico di seguito riportato (visibile nella foto, ndr) rende evidente il progressivo incremento dell’esposizione finanziaria di SRI presso il sistema bancario, che è passato da un milioni e 799mila euro di fine esercizio 2007 agli attuali”.

Con un inizio così c’è di preoccuparsi, eccome.

Ma il seguito non è rassicurante: “In realtà la situazione debitoria risulta peggiore, in quanto, oltre all’esposizione nei confronti del sistema bancario, Soresina Reti Impianti presenta debiti nei confronti di altre società del gruppo, in particolare di Aspm commerciale e del Comune di Soresina”.

Questo piano industriale ha reso impossibile l’approvazione del bilancio previsionale 2012 del Comune di Soresina. I conti non tornano, perché l’Aspm ha deciso di non versare al Comune circa 129mila euro l’anno, che per il municipio è una riduzione d’entrate di cui non era stato tenuto conto.

Il gruppo di minoranza “Rinnova Soresina!”, saputo dell’esistenza a protocollo del piano industriale ne ha fatto richiesta: il Comune curiosamente ha negato la consegna del documento.

La diffida di cinque anni inviata dal centrosinistra ha fatto sì che i consiglieri di minoranza avessero accesso agli atti, come loro diritto. E in un incontro con la stampa hanno manifestato le loro legittime preoccupazioni, mai così grandi, perché, come sostenuto dall’ex sindaco-preside Giuseppe Rocchetta: “Nella mentalità dei soresinesi l’ex Aspm è l’azienda, è il salvadanaio che aiuta il Comune”. Una sorta di rifugio, di assicurazione sulla qualità della vita di Soresina: “Se Soresina si è sviluppata nel dopoguerra e ha garantito servizi ai cittadini il merito è anche delle intuizioni di chi ha amministrato l’Aspm”.

E come negarlo. Lo stesso ex direttore Fabrizio Cremaschini è un accanito difensore dell’azienda: lo si comprende bene. Per una serie di motivi “Rinnova Soresina!” ora vuole che l’azienda esca dal baratro, se ancora possibile.

Il comunicato presentato da Marco Ghirri, Giuseppe Mametti, Giuseppe Rocchetta e Diego Vairani non chiude gli occhi di fronte al problema, e conclude additando l’atteggiamento del sindaco Monfrini “che in sette anni ha nascosto tutto, e non sa leggere quando i conti non tornano!”.

“Basta leggere – afferma il comunicato – le prime righe del piano industriale 2012-2013 per fotografare che cosa l’amministrazione voleva nascondere e quale pessima gestione economica-finanziaria è stata la gestione Bassorizzi-Ferrari-Ferrari-Cicognini”.

“Com’è accaduto per la casa di riposo, si è gestito male per cinque anni, e temendo di perdere il Comune e le poltrone sia il Pdl che la Lega nel 2011 hanno taciuto la situazione difficile. Oggi l’aver trascurato i problemi ha reso più grave la situazione e più difficile i margini di risanamento. Brevemente citiamo alcune gravi cause e mancati interventi oggi indicati come possibili rimedi:

1 – Debiti banccari

Il debito bancario è passato da 1,8 milioni nel 2007 a 5,4 milioni nel 2011, ma cosa più grave sommando la situazione delle altre tre società arriviamo a 6 milioni di euro!

Com’è stato possibile? Perché il signor Cremaschini e il signor Bassorizzi insieme agli altri presidenti, oggi riconfermati, non spiegano questa grave situazione?

Questa situazione genera inevitabilmente un grave onere in termini di interessi finanziari da pagare alle banche: circa 200.000 euro preventivati per il 2012.

2- Bassa redditività.

Putroppo l’aspetto reddituale, cioè i ricavi, dal 2007 si sono ridotti: vuoi per le liberalizzazioni vuoi per l’incapacità di stare sul mercato e concorrere con altre realtà del multiutility. Tutto questo ha generato, al netto dei ricavi straordinari, le seguenti perdite:

nel 2009, 252mila euro

nel 2010 258mila euro

nel 2011 337mila euro. In tre anni sono stati bruciati 847mila euro.

Tra le cause che il cda individua nella relazione del 16 maggio 2012 vi sono la creazione di più società per motivi di legge. Più avanti si leggerà che per le poltrone di queste società e gli organi necessari si potevano risparmiare circa 60mila euro per società. Alllora vista la difficoltà perché i vari componenti politici delle società in questi anni di difficoltà non si sono tolti lo stipendio per il bene della collettività?

(segue)

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