Campionato numero 96, si comincia. La solita lunga estate di chiacchiere e polemiche si fa da parte e lascia la parola alle vasche, nella speranza che abbiano qualcosa di nuovo da dirci. Cosa ci possiamo attendere?
La forma si è sottoposta ad un piccolo ma importante maquillage: torna la finale al meglio delle 5 partite, si torna a giocare nel tardo pomeriggio (le 18 del sabato). Due mosse fortemente attese, che andranno gestite in maniera intelligente senza illudersi che siano risolutive. Le 18 sono un orario ben più appetibile delle 15, e con un pizzico di fantasia e intraprendenza può essere sfruttato per creare dei minieventi in grado di attirare nuovo pubblico soprattutto giovane (lo Jug qualche mese fa ha abbinato una partita ad un concerto rock in piscina, per dire). La finale su 5 partite non solo è meno drastica dal punto di vista sportivo rispetto alla vecchia formula, ma con un adeguato sforzo congiunto da parte di Federazione e Società può creare spazi mediatici importanti. Tutto questo nell'ingenuo auspicio che tutti i soggetti in causa mettano da parte bambole e pettini e diano prova delle loro reali capacità. È per loro quindi che si leva il primo "sorprendeteci".
La sostanza parla di una situazione sostanzialmente invariata: il solito nome da battere, il solito outsider che ci prova, le solite damigelle ai piedi del podio, una neopromossa che si candida al ruolo di sorpresa, un mucchio abbastanza equilibrato a contendersi le posizioni di retroguardia. La Pro Recco delle nove vittorie consecutive trova stimoli nella ricerca della decima (che, se raggiunta, aprirebbe automaticamente la caccia alla terza stella per la stagione successiva, tanto per avere sempre un obiettivo a cui puntare) e nel rinnovamento tecnico che, vent'anni dopo Imre Szikora, riporta sulla panchina biancoceleste un nome straniero. Un nome non da poco quello di Igor Milanović, già autore di un secco sgambetto a Tempesti & C. nella famigerata finale di Roma 2011 e, prima ancora, giustiziere del Settebello nell'interminabile Jugoslavia-Italia di Madrid 1986. Uno che non si tira indietro e non fa il modesto: sul palco di Piazza Nicoloso un paio di giorni fa ha promesso nientemeno che "la miglior pallanuoto che abbiate mai visto giocare". Uno che si fida a tal punto delle potenzialità della sua squadra da scegliere di disputare il campionato senza mancino, pur avendo a disposizione due intraprendenti giovanotti di nome Filip Filipović e Maro Joković (per inciso, questo significa schierare come stranieri Leka Ivović e Andrija Prlainović, una coppia che il resto della A1 può solo sognare). A tentare lo sgambetto la solita AN Brescia
A queste dodici squadre, ai loro tecnici, ai 156 giocatori che ogni sabato scenderanno in acqua va il secondo invito a sorprenderci. Sorprenderci con l'impegno e col comportamento, perché chi si recherà in piscina lo farà con l'aspettativa di divertirsi ed entusiasmarsi, e sarà soprattutto loro il compito di far sì che gli spettatori tornino il sabato successivo, e quello dopo ancora. Buon campionato a tutti.
Foto: anbrescia.it, federnuoto.it, sportmanagement.it, waterpoloweb.com