Partiamo dal presupposto che avere dedicato un albo di fumetti di Zerocalcare, uno dei fumettisti più cazzuti del pianeta terra, non è roba da poco. Sono vette a cui pochi possono assurgere e sono momenti di popolarità che mai ci saremmo sognati. Tanto più che l'albo di Zerocalcare dedicato a noi e a chi come noi non ne può più di vivere nella città dell'illegalità, della violenza e del sopruso uscirà – domani – su Repubblica, con la visibilità della cronaca nazionale. Un ulteriore tassello per squalificare, mettere in cattiva luce, infangare l'impegno civile di tanti cittadini che chiedono, semplicemente, di vivere in un posto che abbia raffronti con il resto dell'occidente evoluto. Ora si è capito, insomma, il motivo per cui il geniale vignettista nelle settimane passate si era prodotto in altrettanto geniali uscite (roba di alto lignaggio intellettuale tipo qui, quando spiegava con lo stesso tono con cui lo avrebbe fatto un liceale di 16 anni il perché della manifestazione contro Salvini di febbraio scorso) contro il nostro impegno civico addirittura arrivando a paragonarci a Mafia Capitale, ovvero il grumo di malaffare e interessi economici che proprio noi avevamo individuato e raccontato mesi se non anni prima della magistratura stessa.Ora tutto questo diventerà fumetto. Lo anticipa l'artista stesso (continuando, come fa sistematicamente, a dividere il mondo in “amichetti miei” e quelli che amici suoi non sono, in perfetto italian style) sul suo blog e ne dà notizia il quotidiano di Largo Fochetti introducendo in questo articolo un po' i contenuti che questa storia di sei pagine riporterà...La tiritera sarà sempre la stessa: secondo questo commando di fini pensatori Roma (e l'Italia) stanno bene così come stanno. Qualsiasi cambiamento non è accettabile, ogni modello è peggiore: voi non ve ne siete accorti ma qui si vive benone. Ogni richiesta di ripristino della legalità, in un oceano di illegalità dove vincono solo i più prepotenti, i più ricchi e i più furbi, è sinonimo di ingiustizia, privazione dei diritti (guai a parlare di doveri) e addirittura fascismo. Loro non sopportano l'autorità (ad esempio detestano le forze dell'ordine, quelle che combattono in cambio di 1200€ al mese per applicare la legge contro i fuorilegge) loro sono, per stare alla vita vissuta, il motivo per cui tanti anni fa quando entrava il controllore sull'autobus la gente aveva paura e portava rispetto e oggi, invece, ogni santo controllore viene preso a pizze e massacrato di cazzotti fin dall'ultimo dei passeggeri privi di biglietto. Per loro il male è il controllore, non l'utente in cattiva fede e evasore che lo corca di botte come succede ogni tre per due. Chiedere che si paghi il biglietto dell'autobus, chiedere che non si sporchino i muri, chiedere che scompaia l'abusivismo e che le persone abbiano una assistenza dignitosa e che non vengano lasciate accamparsi in strada per loro è "stravolgere il senso civico". Secondo loro vedere una persona che vive in una baracca e denunciare la situazione non è un atto a sostegno di quella persona, affinché abbia una assistenza dignitosa, è al contrario una forma di razzismo.Queste persone, che non sono tante ma sono influenti e ottengono per i loro temi sei pagine del più sfogliato quotidiano nazionale (sei pagine che nom ci verranno mai offerte per rispondere ad armi pari), sono al loro agio esclusivamente nell'omertà.Secondo loro, lo spiega bene Repubblica introducendo la storia che verrà pubblicata domani, a Roma (il fumetto ha pretese nazionali, ma si riferisce a Roma e nello specifico si riferisce ai movimenti civici che a Roma stanno aprendo gli occhi alle persone sul tema), c'è un eccesso di senso civico. Avete sempre pensato che il problema di questa città fosse un senso civico o pari a zero o addirittura sotto zero? Niente. Avete sbagliato tutto. A Roma c'è troppo senso civico. Tutti pensano ossessivamente a come mantenere la città in ordine. Il romano medio non ha altra preoccupazione del decoro degli spazi pubblici. Addirittura c'è un senso civico esasperato. Rendiamoci conto del livello di follia o di cattiva fede o di entrambe le cose messe assieme che sta dietro questa deduzione.In realtà poi tutti, forse, vogliamo la stessa cosa: ovvero che le persone in difficoltà abbiano una vita migliore e un riscatto e che le distanze tra ricchi e poveri si riducano. Alcuni, come noi, pensano che questo miglioramento delle condizioni di vita possa avvenire solo se tutti rispettiamo le norme (e se nel contempo le norme migliorano), altri pensano invece che le norme siano il nemico e che le persone in difficoltà - comprese quelle che fingono di esserlo, che sono una bella percentuale - abbiano il diritto a violare le norme e che, oltretutto, non si possa loro dire nulla ne torcere un capello.La storia dell'emergenza abitativa a Roma è emblematica in questo senso. L'emergenza in realtà non esiste. E' una invenzione su cui la stampa rimesta (la stessa stampa che poi ospita fumetti), una invenzione che scomparirebbe se solo chi occupa case senza averne diritto lasciasse queste case a chi ne ha realmente bisogno. Questo basterebbe e avanzerebbe per scegliere se schierarsi per la legalità o per l'abusivismo.E invece niente: da Zerocalcare e da parte di tutta la cultura che da anni chiamiamo "romanara" c'è solo paura di cambiare. Anche se il cambiamento potrebbe portare a compiersi ciò che loro richiedono (una assistenza e una cura maggiore e migliore per gli ultimi e i più deboli), tanto da farti pensare - è legittimo - che in realtà dei disagiati veri non gliene freghi poi più di tanto. Gli frega, come Zerocalcare e non solo lui va ripetendo ad ogni spron battuto, dei suoi... amici e del loro benessere. Addirittura, leggete, se i suoi amici fanno reati gli secca che qualcuno invochi una giusta pena. E' l'Italia degli amici e degli amici degli amici che non vuole mollare la presa, non vuole il cambiamento sia per questioni di paura sia per questioni di interesse."Come sarebbe la città immaginata dai siti internet le quotidiane situazioni di degrado?" si chiede Zerocalcare e scrive sei pagine per rispondere. Ma la risposta non necessitava di una storia, la risposta la si ottiene sufficientemente uscendo da Roma. Le persone che hanno individuato nel degrado il grande business delle mafie e dei racket e la grande colpa della cattiva politica, immaginano una città semplicemente come quelle che esistono nel resto d'Europa. Banalità più totale. Non occorrono elucubrazioni in forma di fumetto: basterebbe viaggiare. Certo è difficile per chi dichiara di farsi venire "le bolle" (loro parlano così) stando più di un tot di giorni lontano dal quartiere di Rebibbia. E' chiaro che chi si è abituato a vivere nella città più ferocemente volgare, violenta, fascista, aggressiva, cocainizzata e malata d'occidente, chi si è assuefatto alla prepotenza e si è ricavato il proprio spazietto nel luogo dove si esprime in questo momento storico la peggiore e la più deteriore cittadinanza d'Europa, è spaventato dal cambiamento. Ma gli esiti della nostra battaglia non abbisognano di interpreti perché noi si vuole semplicemente una città che sia paragonabile alle altre città europee. È una battaglia di una semplicità estrema.Prendere per i fondelli noi, sbeffeggiare il lavoro di altri siti, perculare i volontari di Retake Roma insistendo nel dire che i probbblemi so artri o facendo passare per eccessi, fissazioni o fascismo ciò che è la norma in tutto il mondo, ci serve solo per spronarci a continuare quello che stiamo facendo: mettere in grave difficoltà chi per interesse o per pigrizia si è assuefatto a vivere nello sterco in cui siamo immersi. A vivere in una condizione ambientale che non sarebbe accettabile e accettata da nessuna parte del mondo civile e evoluto. Negare questa realtà, più che dannoso sta diventando ridicolo. E non è neppure originale e inedito: in Italia una fetta di cittadinanza che negava i problemi prendendo per il bavero chi li affrontava c'è sempre stata. Come c'è sempre stato chi sosteneva e sostiene che a Palermo non c'è Cosa Nostra, che in Campania non c'è la Camorra e che chi ne parlava infangava l'onorabilità dei territori. Come c'è e c'è sempre stato chi a Roma nega l'esistenza di una Mafia Capitale che vive e prospera grazie alla città della tolleranza, dell'accoglienza interessata e del degrado diffuso che sempre più cittadini stanno imparando a riconoscere, mentre altri cittadini la negano, facendo di tutto - fumetti compresi - per restare nelle condizioni imbarazzanti e atroci che hanno ridotto Roma al luogo più terribile d'Europa dove vivere se sei una persona onesta. Continuate pure a attaccarci, a inventarvi cose sul nostro conto, a sbeffeggiarci sugli stessi giornali che sono complici delle mafie: significa solo che il nostro lavoro e la nostra attività di sensibilizzazione sta avendo un successo superiore alle più rosee aspettative. Significa solo che la quantità di persone a cui stiamo aprendo gli occhi inizia a farvi davvero paura e rischia davvero di cambiare i connotati a questo posto terrificante in cui pretendete che facciamo crescere i nostri figli. In questo posto dove vincono i violenti, i furbi, i dritti, gli svelti, i cazzari, gli abusivi, i coatti, i prepotenti, i pressappochisti, i raccomandati e gli amici degli amici e dove perde l'onestà, il rispetto, il merito, l'impegno, il sacrificio e la qualità. Se reagite con storie a fumetti su Repubblica e con inchieste di stampo camorristico è il segnale che le cose stanno iniziando a cambiare e sarà inarrestabile: che lo vogliate o no Roma diverrà un luogo comparabile al resto d'Europa, vi adeguerete...
Sorpresa: a Roma c'è un eccesso di senso civico! Zerocalcare preparaper domani un fumetto per prendere per i fondelli chi vuole una Romamigliore
Creato il 09 maggio 2015 da RomafaschifoPartiamo dal presupposto che avere dedicato un albo di fumetti di Zerocalcare, uno dei fumettisti più cazzuti del pianeta terra, non è roba da poco. Sono vette a cui pochi possono assurgere e sono momenti di popolarità che mai ci saremmo sognati. Tanto più che l'albo di Zerocalcare dedicato a noi e a chi come noi non ne può più di vivere nella città dell'illegalità, della violenza e del sopruso uscirà – domani – su Repubblica, con la visibilità della cronaca nazionale. Un ulteriore tassello per squalificare, mettere in cattiva luce, infangare l'impegno civile di tanti cittadini che chiedono, semplicemente, di vivere in un posto che abbia raffronti con il resto dell'occidente evoluto. Ora si è capito, insomma, il motivo per cui il geniale vignettista nelle settimane passate si era prodotto in altrettanto geniali uscite (roba di alto lignaggio intellettuale tipo qui, quando spiegava con lo stesso tono con cui lo avrebbe fatto un liceale di 16 anni il perché della manifestazione contro Salvini di febbraio scorso) contro il nostro impegno civico addirittura arrivando a paragonarci a Mafia Capitale, ovvero il grumo di malaffare e interessi economici che proprio noi avevamo individuato e raccontato mesi se non anni prima della magistratura stessa.Ora tutto questo diventerà fumetto. Lo anticipa l'artista stesso (continuando, come fa sistematicamente, a dividere il mondo in “amichetti miei” e quelli che amici suoi non sono, in perfetto italian style) sul suo blog e ne dà notizia il quotidiano di Largo Fochetti introducendo in questo articolo un po' i contenuti che questa storia di sei pagine riporterà...La tiritera sarà sempre la stessa: secondo questo commando di fini pensatori Roma (e l'Italia) stanno bene così come stanno. Qualsiasi cambiamento non è accettabile, ogni modello è peggiore: voi non ve ne siete accorti ma qui si vive benone. Ogni richiesta di ripristino della legalità, in un oceano di illegalità dove vincono solo i più prepotenti, i più ricchi e i più furbi, è sinonimo di ingiustizia, privazione dei diritti (guai a parlare di doveri) e addirittura fascismo. Loro non sopportano l'autorità (ad esempio detestano le forze dell'ordine, quelle che combattono in cambio di 1200€ al mese per applicare la legge contro i fuorilegge) loro sono, per stare alla vita vissuta, il motivo per cui tanti anni fa quando entrava il controllore sull'autobus la gente aveva paura e portava rispetto e oggi, invece, ogni santo controllore viene preso a pizze e massacrato di cazzotti fin dall'ultimo dei passeggeri privi di biglietto. Per loro il male è il controllore, non l'utente in cattiva fede e evasore che lo corca di botte come succede ogni tre per due. Chiedere che si paghi il biglietto dell'autobus, chiedere che non si sporchino i muri, chiedere che scompaia l'abusivismo e che le persone abbiano una assistenza dignitosa e che non vengano lasciate accamparsi in strada per loro è "stravolgere il senso civico". Secondo loro vedere una persona che vive in una baracca e denunciare la situazione non è un atto a sostegno di quella persona, affinché abbia una assistenza dignitosa, è al contrario una forma di razzismo.Queste persone, che non sono tante ma sono influenti e ottengono per i loro temi sei pagine del più sfogliato quotidiano nazionale (sei pagine che nom ci verranno mai offerte per rispondere ad armi pari), sono al loro agio esclusivamente nell'omertà.Secondo loro, lo spiega bene Repubblica introducendo la storia che verrà pubblicata domani, a Roma (il fumetto ha pretese nazionali, ma si riferisce a Roma e nello specifico si riferisce ai movimenti civici che a Roma stanno aprendo gli occhi alle persone sul tema), c'è un eccesso di senso civico. Avete sempre pensato che il problema di questa città fosse un senso civico o pari a zero o addirittura sotto zero? Niente. Avete sbagliato tutto. A Roma c'è troppo senso civico. Tutti pensano ossessivamente a come mantenere la città in ordine. Il romano medio non ha altra preoccupazione del decoro degli spazi pubblici. Addirittura c'è un senso civico esasperato. Rendiamoci conto del livello di follia o di cattiva fede o di entrambe le cose messe assieme che sta dietro questa deduzione.In realtà poi tutti, forse, vogliamo la stessa cosa: ovvero che le persone in difficoltà abbiano una vita migliore e un riscatto e che le distanze tra ricchi e poveri si riducano. Alcuni, come noi, pensano che questo miglioramento delle condizioni di vita possa avvenire solo se tutti rispettiamo le norme (e se nel contempo le norme migliorano), altri pensano invece che le norme siano il nemico e che le persone in difficoltà - comprese quelle che fingono di esserlo, che sono una bella percentuale - abbiano il diritto a violare le norme e che, oltretutto, non si possa loro dire nulla ne torcere un capello.La storia dell'emergenza abitativa a Roma è emblematica in questo senso. L'emergenza in realtà non esiste. E' una invenzione su cui la stampa rimesta (la stessa stampa che poi ospita fumetti), una invenzione che scomparirebbe se solo chi occupa case senza averne diritto lasciasse queste case a chi ne ha realmente bisogno. Questo basterebbe e avanzerebbe per scegliere se schierarsi per la legalità o per l'abusivismo.E invece niente: da Zerocalcare e da parte di tutta la cultura che da anni chiamiamo "romanara" c'è solo paura di cambiare. Anche se il cambiamento potrebbe portare a compiersi ciò che loro richiedono (una assistenza e una cura maggiore e migliore per gli ultimi e i più deboli), tanto da farti pensare - è legittimo - che in realtà dei disagiati veri non gliene freghi poi più di tanto. Gli frega, come Zerocalcare e non solo lui va ripetendo ad ogni spron battuto, dei suoi... amici e del loro benessere. Addirittura, leggete, se i suoi amici fanno reati gli secca che qualcuno invochi una giusta pena. E' l'Italia degli amici e degli amici degli amici che non vuole mollare la presa, non vuole il cambiamento sia per questioni di paura sia per questioni di interesse."Come sarebbe la città immaginata dai siti internet le quotidiane situazioni di degrado?" si chiede Zerocalcare e scrive sei pagine per rispondere. Ma la risposta non necessitava di una storia, la risposta la si ottiene sufficientemente uscendo da Roma. Le persone che hanno individuato nel degrado il grande business delle mafie e dei racket e la grande colpa della cattiva politica, immaginano una città semplicemente come quelle che esistono nel resto d'Europa. Banalità più totale. Non occorrono elucubrazioni in forma di fumetto: basterebbe viaggiare. Certo è difficile per chi dichiara di farsi venire "le bolle" (loro parlano così) stando più di un tot di giorni lontano dal quartiere di Rebibbia. E' chiaro che chi si è abituato a vivere nella città più ferocemente volgare, violenta, fascista, aggressiva, cocainizzata e malata d'occidente, chi si è assuefatto alla prepotenza e si è ricavato il proprio spazietto nel luogo dove si esprime in questo momento storico la peggiore e la più deteriore cittadinanza d'Europa, è spaventato dal cambiamento. Ma gli esiti della nostra battaglia non abbisognano di interpreti perché noi si vuole semplicemente una città che sia paragonabile alle altre città europee. È una battaglia di una semplicità estrema.Prendere per i fondelli noi, sbeffeggiare il lavoro di altri siti, perculare i volontari di Retake Roma insistendo nel dire che i probbblemi so artri o facendo passare per eccessi, fissazioni o fascismo ciò che è la norma in tutto il mondo, ci serve solo per spronarci a continuare quello che stiamo facendo: mettere in grave difficoltà chi per interesse o per pigrizia si è assuefatto a vivere nello sterco in cui siamo immersi. A vivere in una condizione ambientale che non sarebbe accettabile e accettata da nessuna parte del mondo civile e evoluto. Negare questa realtà, più che dannoso sta diventando ridicolo. E non è neppure originale e inedito: in Italia una fetta di cittadinanza che negava i problemi prendendo per il bavero chi li affrontava c'è sempre stata. Come c'è sempre stato chi sosteneva e sostiene che a Palermo non c'è Cosa Nostra, che in Campania non c'è la Camorra e che chi ne parlava infangava l'onorabilità dei territori. Come c'è e c'è sempre stato chi a Roma nega l'esistenza di una Mafia Capitale che vive e prospera grazie alla città della tolleranza, dell'accoglienza interessata e del degrado diffuso che sempre più cittadini stanno imparando a riconoscere, mentre altri cittadini la negano, facendo di tutto - fumetti compresi - per restare nelle condizioni imbarazzanti e atroci che hanno ridotto Roma al luogo più terribile d'Europa dove vivere se sei una persona onesta. Continuate pure a attaccarci, a inventarvi cose sul nostro conto, a sbeffeggiarci sugli stessi giornali che sono complici delle mafie: significa solo che il nostro lavoro e la nostra attività di sensibilizzazione sta avendo un successo superiore alle più rosee aspettative. Significa solo che la quantità di persone a cui stiamo aprendo gli occhi inizia a farvi davvero paura e rischia davvero di cambiare i connotati a questo posto terrificante in cui pretendete che facciamo crescere i nostri figli. In questo posto dove vincono i violenti, i furbi, i dritti, gli svelti, i cazzari, gli abusivi, i coatti, i prepotenti, i pressappochisti, i raccomandati e gli amici degli amici e dove perde l'onestà, il rispetto, il merito, l'impegno, il sacrificio e la qualità. Se reagite con storie a fumetti su Repubblica e con inchieste di stampo camorristico è il segnale che le cose stanno iniziando a cambiare e sarà inarrestabile: che lo vogliate o no Roma diverrà un luogo comparabile al resto d'Europa, vi adeguerete...
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