Il Balafon è uno strumento musicale, tipico dell'Africa Occidentale, ed assomiglia ad uno xilofono. E' costituito da una struttura di legno (talora anche di bambu) in cui vengono posizionate un numero variabile di zucche (calebasse) svuotate che fungono da casse di risonanza. A volte le zucche vengono forate e rivestite con sottili membrane (un tempo le membrane erano costituite dalla tela di una particolare specie di ragno, oggi soprattutto da cartine di sigarette). Sopra le zucche si trovano i tasti (in genere tra i 17 e i 21), fatti di legno, in ordine decrescente di grandezza. I tasti sono percossi da due bacchette. Il balafon è uno strumento utilizzato da molte etnie dell'Africa Occidentale tra cui i Susu, i Malinke e i Mandinka. Assume nomi diversi come bala, balaphone, balani, Gyil e Balangi a seconda dei luoghi. E' usato oltre che in Guinea, in Mali, Senegal, Gambia, Cameroun, Ciad e nei paesi del bacino del Congo. Il balafon, assieme alla kora e allo ngoni, costituisce la base strumentale della tradizione dei griot (i cantastorie) dell'Africa Occidentale.
Ancora oggi lo strumento viene suonato in particolari occasioni dai maestri di balafon che rivestono un grande ruolo nella comunità di Niagassola. Le azioni che l'UNESCO ha intrapreso per la salvaguardia di quello che viene definito "lo spazio culturale del sacro balafon" sono tutte rivolte allo studio e alla documentazione sulla tradizione e alla trasmissione verso le giovani generazioni della tradizione stessa. L'insegnamento della musica e in particolare della tecnica del balafon, nonchè le tecniche artigianali di costruzione degli strumenti, rappresentano i punti maggior interesse dell'opera di salvaguardia voluta dall'UNESCO.
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