I biberon Una ricerca del Joint Research Center ha analizzato 277 tipi di biberon in commercio in Paesi europei, in Canada e USA e ha rilevato come anche alcuni biberon prodotti in poliammide possano rilasciare quantità minime di BPA, e che i biberon prodotti in silicone, sempre più diffusi, possono rilasciare ftalati, altre sostanze che svolgono un ruolo di interferenti endocrini. Altri studi hanno analizzato biberon, bottiglie di acqua riutilizzabili, materiali usati per la conservazione degli alimenti e hanno dimostrato come molte plastiche utilizzate per rimpiazzare il policarbonato siano in grado di rilasciare sostanze con attività di interferenti endocrini. L’unico materiale che non pone problemi di rilascio di sostanze tossiche è il vetro, che per decenni è stato utilizzato per la fabbricazione di biberon, e che oggi è stato abbandonato per sostanze più pratiche ma meno sicure. I giocattoli Non tutti i giocattoli presenti in commercio possono essere considerati conformi alla normativa europea del 2006. Tra il 2007 e il 2010 la presenza dei quattro ftalati è diminuita solo del 40% negli articoli per l’infanzia prodotti in Europa, del 13% in quelli importati nell’Unione europea e del 35 % negli articoli commercializzati nel territorio comunitario. Il rischio che i nostri bambini vengano a contatto con giocattoli pericolosi è ancora elevato, anche in base alle segnalazioni del sistema Rapex (un sistema di allarme rapido al quale aderiscono i Paesi dell’Unione europea, oltre a Norvegia, Islanda e Liechtenstein, che consente lo scambio d’informazioni sui prodotti non alimentari a rischio per la salute e la sicurezza dei consumatori). Nel 2012 una su cinque delle notifiche Rapex riguardava i giocattoli. I maggiori rischi erano proprio correlati alla presenza di sostanze pericolose come gli ftalati. Nel 2013 le segnalazioni relative a giocattoli pericolosi sono aumentate fino al 25%. Segnalazioni simili si possono trovare sul sito del Ministero della Salute a conferma che, a oggi, il problema dei giocattoli agli ftalati non è stato ancora risolto. Gli altri oggetti di plastica Molti altri articoli di plastica utilizzati normalmente per conservare e riscaldare i cibi possono rilasciare composti con attività d’interferenti endocrini. L’esatta composizione chimica di quasi tutti i prodotti presenti in commercio è spesso sconosciuta. Un oggetto di plastica costituito di molte parti può contenere più di 100 sostanze chimiche diverse. Uno studio realizzato per valutare la presenza di sostanze con attività estrogeno mimetica nei comuni prodotti plastici usati come imballaggi alimentari ha evidenziato come la maggior parte dei composti chimici testati rilascia sostanze con attività di interferenti endocrini dopo un uso comune (acqua bollente, radiazioni elettromagnetiche, radiazioni UV). Queste sostanze passano dal contenitore al cibo per poi essere ingerite. Cosa possiamo fare per proteggerci? Oltre a utilizzare i biberon di vetro, un gruppo di esperti dell’Istituto Superiore di Sanità che si occupa specificamente di interferenti endocrini consiglia di: - non scaldare liquidi in contenitori di plastica (ad es. nel microonde o a bagnomaria) in quanto si accelererà il deterioramento della plastica col conseguente cedimento di sostanze indesiderate; è meglio usare contenitori di vetro o pentolini di metallo; - non versare liquidi molto caldi in contenitori di plastica, ma lasciare che il liquido si raffreddi prima di travasare; - non utilizzare contenitori in plastica usurati in quanto la cessione di sostanze indesiderate è maggiore; - limitare l’utilizzo di sterilizzatori a caldo (vapore o microonde); si consiglia di sciacquare abbondantemente dopo la sterilizzazione e di preferire sterilizzatori a freddo (UVB o chimici); - lavare le tettarelle di silicone a mano. FONTE: www.pensiero.it www.assis.it
I biberon Una ricerca del Joint Research Center ha analizzato 277 tipi di biberon in commercio in Paesi europei, in Canada e USA e ha rilevato come anche alcuni biberon prodotti in poliammide possano rilasciare quantità minime di BPA, e che i biberon prodotti in silicone, sempre più diffusi, possono rilasciare ftalati, altre sostanze che svolgono un ruolo di interferenti endocrini. Altri studi hanno analizzato biberon, bottiglie di acqua riutilizzabili, materiali usati per la conservazione degli alimenti e hanno dimostrato come molte plastiche utilizzate per rimpiazzare il policarbonato siano in grado di rilasciare sostanze con attività di interferenti endocrini. L’unico materiale che non pone problemi di rilascio di sostanze tossiche è il vetro, che per decenni è stato utilizzato per la fabbricazione di biberon, e che oggi è stato abbandonato per sostanze più pratiche ma meno sicure. I giocattoli Non tutti i giocattoli presenti in commercio possono essere considerati conformi alla normativa europea del 2006. Tra il 2007 e il 2010 la presenza dei quattro ftalati è diminuita solo del 40% negli articoli per l’infanzia prodotti in Europa, del 13% in quelli importati nell’Unione europea e del 35 % negli articoli commercializzati nel territorio comunitario. Il rischio che i nostri bambini vengano a contatto con giocattoli pericolosi è ancora elevato, anche in base alle segnalazioni del sistema Rapex (un sistema di allarme rapido al quale aderiscono i Paesi dell’Unione europea, oltre a Norvegia, Islanda e Liechtenstein, che consente lo scambio d’informazioni sui prodotti non alimentari a rischio per la salute e la sicurezza dei consumatori). Nel 2012 una su cinque delle notifiche Rapex riguardava i giocattoli. I maggiori rischi erano proprio correlati alla presenza di sostanze pericolose come gli ftalati. Nel 2013 le segnalazioni relative a giocattoli pericolosi sono aumentate fino al 25%. Segnalazioni simili si possono trovare sul sito del Ministero della Salute a conferma che, a oggi, il problema dei giocattoli agli ftalati non è stato ancora risolto. Gli altri oggetti di plastica Molti altri articoli di plastica utilizzati normalmente per conservare e riscaldare i cibi possono rilasciare composti con attività d’interferenti endocrini. L’esatta composizione chimica di quasi tutti i prodotti presenti in commercio è spesso sconosciuta. Un oggetto di plastica costituito di molte parti può contenere più di 100 sostanze chimiche diverse. Uno studio realizzato per valutare la presenza di sostanze con attività estrogeno mimetica nei comuni prodotti plastici usati come imballaggi alimentari ha evidenziato come la maggior parte dei composti chimici testati rilascia sostanze con attività di interferenti endocrini dopo un uso comune (acqua bollente, radiazioni elettromagnetiche, radiazioni UV). Queste sostanze passano dal contenitore al cibo per poi essere ingerite. Cosa possiamo fare per proteggerci? Oltre a utilizzare i biberon di vetro, un gruppo di esperti dell’Istituto Superiore di Sanità che si occupa specificamente di interferenti endocrini consiglia di: - non scaldare liquidi in contenitori di plastica (ad es. nel microonde o a bagnomaria) in quanto si accelererà il deterioramento della plastica col conseguente cedimento di sostanze indesiderate; è meglio usare contenitori di vetro o pentolini di metallo; - non versare liquidi molto caldi in contenitori di plastica, ma lasciare che il liquido si raffreddi prima di travasare; - non utilizzare contenitori in plastica usurati in quanto la cessione di sostanze indesiderate è maggiore; - limitare l’utilizzo di sterilizzatori a caldo (vapore o microonde); si consiglia di sciacquare abbondantemente dopo la sterilizzazione e di preferire sterilizzatori a freddo (UVB o chimici); - lavare le tettarelle di silicone a mano. FONTE: www.pensiero.it www.assis.it