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Sosteniamo gli Hedge Founds di Hong Kong

Creato il 23 ottobre 2010 da Lamiaeconomia
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Il governo di Hong Kong ha avviato una serie di colloqui con le autorità dell’Unione europea, con l’obiettivo di convincere queste ultime a concedere più tempo agli hedge funds asiatici per adattarsi alle nuove regole che saranno imposte da Bruxelles. Una vera e propria strategia di “lobbying governativo”, che punta in particolare ad ottenere «un certo numero di anni di transizione» prima di introdurre il paventato «passaporto» di cui dovranno dotarsi i fondi stranieri operanti sul territorio dei Ventisette.
A spiegarlo - riferisce l’agenzia Bloomberg - è stata ieri Julia Leung, sottosegretario ai Servizi finanziari e al Tesoro di Hong Kong, che ha specificato, intervenendo all’Hedge Funds Asia Summit, come la preoccupazione delle autorità asiatiche sia legata soprattutto all’eventualità che il costo del mantenimento dei business nell’Unione europea possa diventare troppo alto.
La Commissione europea, da ormai un anno, ha proposto regole più restrittive per i fondi speculativi e per le società di private equity, con limitazioni ai bonus e l’imposizione di maggiore trasparenza nelle strategie d’investimento. Inoltre, il «passaporto» ipotizzato dai tecnici di Bruxelles imporrebbe ai fondi con sede al di fuori dei confini dell’Ue di ottenere di fatto un nulla osta prima di poter operare. Va ricordato che anche le stesse Francia e Germania si sono dette contrarie a quest’ultima norma: Parigi, in particolare, ha fatto sapere di non gradire un controllo centrale da parte dell’Ue sulla questione, puntando al contrario a conferire i poteri decisionali ai singoli Stati membri.

Dott Fabio Troglia
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