“Abbiamo riscontrato che alcuni degli aeroporti non erano redditizi a lungo termine, che alcuni erano sottoutilizzati e che altri non erano affatto utilizzati” ha commentato George Pufan, il membro della Corte responsabile dell’audit. “Si prevede un raddoppio del traffico aereo europeo entro il 2030. Se l’Europa vuole far fronte a tale domanda aggiuntiva, sia la Commissione che gli Stati membri devono migliorare i criteri con cui investono nei nostri aeroporti, finanziando solo quelli che sono redditizi e per i quali vi è una reale necessità d’investimento”.
Gli auditor della Corte hanno esaminato progetti di investimento per 20 aeroporti – in Estonia, Grecia, Italia, Polonia e Spagna – che hanno ricevuto oltre 600 milioni di euro di fondi UE tra il 2000 e il 2013. Gli auditor hanno riscontrato che solo per la metà di tali aeroporti si poteva dimostrare la necessità degli investimenti finanziati dall’UE e che le infrastrutture finanziate erano spesso sottoutilizzate, con opere per un valore di circa 38 milioni che non erano affatto utilizzate.
Solo la metà degli aeroporti controllati ha accresciuto il numero di passeggeri mentre, per oltre la metà di essi, le previsioni di traffico aereo hanno notevolmente sovrastimato gli incrementi. A Cordova, ad esempio, nel 2013 avevano viaggiato meno di 7 000 passeggeri, a fronte dei 179 000 previsti. Inoltre, per la maggior parte degli aeroporti, il miglioramento dei servizi alla clientela o i benefici socio-economici a livello regionale, come la creazione di nuovi posti di lavoro, sono difficilmente dimostrabili rendendo impossibile la sostenibilità degli aeroporti verificati.