Sotto i riflettori: “Chelsea & James”, di Roberto Giuseppe Cozzo

Creato il 09 aprile 2015 da Ceenderella @iltempodivivere

Ho un mal di testa lancinante che mi tormenta da ieri, probabilmente sto infettando l’intera facoltà – a dire il vero, ancora vuota dal rientro dalle vacanze – e vorrei solo dormire per tre giorni, ma purtroppo ho lezione fino alle sette e mezzo. Fortuna che a consolarmi mi è giunta la segnalazione di un romanzo uscito appena da un paio di mesi: un self dell’esordiente Roberto Giuseppe Cozzo la cui copertina minimale mi intriga non poco, vi dirò!
Vi lascio alla presentazione del libro, più un piccolo teaser tratto dall’anteprima messa a disposizione da Amazon: buona lettura, amici <3"><3"><3"><3

Titolo: Chelsea & James
Autore: Roberto Giuseppe Cozzo 
Editore: self
Anno: 2015
Pagine: 192
Il romanzo è disponibile sia in formato ebook che cartaceo

“Negli occhi di Chelsea vedo qualcosa che mi spinge ad andare avanti. Non solo. Qualcosa che mi guida, che mi conduce lungo la strada da seguire, e non si limita ad indicarmela. È una strada che potrei non essere in grado di percorrere. Non so se sia in difetto di coraggio o capacità, ma sento che dovrei provarci ugualmente. A qualunque costo.” Nel tentativo di perseguire il proprio personale senso di giustizia, due ragazzi cercano di fuggire da un ingombrante passato, che li condiziona fortemente. La moralità, immancabilmente relativa, viene messa in discussione, mentre un viaggio li porterà via dalla zona in cui hanno imparato a soffrire. Scopriranno che allontanarsi da un luogo è possibile, ma prendere le distanze dalle proprie vite è un obiettivo che può essere raggiunto solo conoscendo sacrifici forse insopportabili.

Giuseppe Cozzo è nato nel 1992. Chelsea & James è la sua opera d’esordio, pubblicata attraverso il servizio Kindle Direct Publishing di Amazon, senza contributo da parte dell’autore. Gestisce il suo blog ed è attivo su Twitter e Facebook. Sta lavorando al prossimo romanzo, che verrà pubblicato entro il 2015.

Una nuvola di vapore esce dalla mia bocca.
È segno che la temperatura esterna è sensibilmente inferiore a quella dell’aria contenuta nei miei polmoni, ma non è necessario che mi venga ricordato. Non che mi dispiaccia osservare un’infinità di fragili fiocchi di neve cadere dal cielo, posandosi indistintamente su me e tutto ciò che mi circonda, ma il mio corpo non è d’accordo. Sollevare il bavero del cappotto sdrucito che indosso mi viene istintivo.
La notte che sta per arrivare sarà incredibilmente fredda, ma non posso permettermi di dubitare di essere pronto ad affrontarla. Sopportare i disagi non è piacevole, ma non c’è cosa che l’abitudine non possa cambiare. Ed io sto cominciando ad accettare queste condizioni.
La ridente cittadina di Roverside, in Texas, fa il possibile per respingere ognuno dei pochissimi visitatori occasionali, tra i quali ha il privilegio di annoverarmi. È un posto con un clima polare e nessun’attrattiva, nonché un’età media molto elevata. Il numero di abitanti è ridottissimo, ed è così per la densità. Questo significa che  gli spazi aperti abbondano, anche se nessuno ha la disponibilità economica e la lungimiranza necessarie per costruire qualcosa che vada al di là delle anonime villette a schiera malandate e perlopiù disabitate che popolano ogni quartiere.
Gli unici residenti sono evidentemente stati abbastanza sfortunati da nascere qui, senza aver avuto l’occasione di potersi allontanare. Sposare qualcuno di queste parti è fuori discussione, per uno straniero. Nessun disperato accetterebbe di diventare il marito di una donna di questo luogo, senza avere la possibilità di portarla via con sé.
L’arte e la scienza non vengono contemplate. Esiste solo una costruzione importante, ma non ho nessuna intenzione di visitarla, trattandosi di un istituto penitenziario dal quale preferirei tenermi alla larga il più possibile.
Tuttavia, la compagnia non mancherebbe. Mi risulta che le celle siano piuttosto affollate. Viste le premesse, le attività prevalentemente esercitate in questa città non possono che essere illegali. Non ho consultato nessun dato ufficiale, ma le informazioni che possiedo mi portano a ritenere che questa sia una delle zone con il più alto tasso di criminalità del nord America. È una città da evitare, insomma. A condizione di avere un altro posto in cui andare.

Allora: vi ho stuzzicati un po’? Per quel che mi riguarda – pila da concludere permettendo -, non vedo l’ora di poter dare un’occhiata a questo romanzo, perché già da queste prime righe mi ha catturata!
Buona giornata, amicetti <3"><3"><3"><3


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :