“Tu semini deserti, deserti e poi
ancora ti lamenti d’aver fame
Tu cavalchi deserti, ma in fondo poi
qualunque tuo percorso porta a un cognome
E ti rimproveri d’essere ancora qui
ma se campagna chiama risponderai un’altra volta sì”
Sotto il cielo stellato dell’ Asinara, tra un tramonto e l’altro 17 giovani laureati in Scienze Politiche in compagnia del prof. dalla Chiesa e di Libera si sono incontrati ancora una volta. Sono giovani carichi di passioni con la voglia di cambiare le cose e di dimostrare alla società civile che migliorare si può, si deve e bisogna farlo dal basso, come direbbe Don Gallo.
Martina, Mattia, Samuele, Alessandro, Elisa, Mauro, Luana, Caterina, Ilaria, Monica, Marco, Gianmarco, Dario, Martina, Roberto, Chiara e Valeria per una settimana hanno guidato i turisti curiosi tra le celle del famoso carcere dell’Asinara, cercando di delegittimare quei falsi miti cristallizzati nell’immaginario collettivo. Hanno regalato informazioni preziose sullo stesso carcere che ha ospitato per diverso tempo Cutolo e Riina, proprio lì nel cuore dell’isola, vicino a quel mare cristallino della Sardegna che ancora oggi rimane un importante simbolo di lotta all’illegalità, alla criminalità organizzata.
E la sera sotto un cielo tappezzato di stelle cadenti gli stessi ragazzi e il Prof. si sono seduti col naso all’insù sul sagrato della Chiesa di Cala D’oliva per discutere “L’Italia civile dei Don. Da Don Milani a Don Ciotti”, perchè come dice Nando la bellezza stimola l’intelletto.
In compagnia di una capretta con un corno solo, Andrea-Berta, un cinghialetto e un riccio-topo sono sbocciati spunti di riflessioni che hanno infiammato gli animi e hanno stimolato il confronto su temi rilevanti civilmente parlando. Ognuno di noi dovrebbe farne tesoro perchè il mondo possa finalmente cambiare, diventare più tollerante, più aperto all’amore.