Scarabocchi personali, destinati più al cestino che al cassetto. In questo modo Ettore Scola definisce i suoi disegni, che nulla hanno a che vedere con i classici storyboard. Si tratta in realtà di ghirigori mentali, giochi di parole visivi, segni tracciati per distrazione riflettendo ad altro o a niente. Prende avvio dal regista di C’eravamo tanto amati la mostra che intende indagare l’universo estetico di alcuni dei più celebri cineasti italiani attraverso il segno.
E se Mario Martone si affida alla fotografia per fissare idee, paesaggi ma soprattutto atmosfere - in esposizione le istallazioni di mappe fotografiche di Morte di un matematico napoletano e L’amore molesto - Matteo Garrone si avvale di Makinarium, centro creativo e produttivo esperto in effetti speciali, per la realizzazione de Il racconto dei racconti. In mostra altre a disegni, bozzetti e video anche maschere e strumenti di lavoro. E ancora gli storyboard di Volere Volare e Ratataplan di Maurizio Nichetti, che coniuga cartoon al cinema muto; gli inchiostri acquerellati desolati e inquietanti di Enrico Pau per L’Accabadora, e i disegni post produzione di profondo impatto emotivo di Giovanni Columbu per il cruento Su Re. Affiancata dalle immagini di Maraviglioso Boccaccio, la progettazione certosina degli abiti di scena da parte di Lina Nerli Taviani raccontano le atmosfere del Decameron dei fratelli Taviani, mentre si presenta totalmente al buio la sala riservata a Carlo Hinterman per il documentario d’animazione The dark side of the sun, dedicato ai bambini affetti da XP costretti a vivere la notte per l’estrema fotosensibilità.