Sotto la luna di Donna Lea Simpson

Creato il 21 febbraio 2011 da Junerossblog
Attenzione Spoilers.
Direttamente dalla scrivania di Lucilla.
Figaro qua, figaro là, ovvero lupo ululì e castello ululà.
Quando hanno annunciato questo romanzo, un Dark passion, mi son detta:" Deve essere mio!" Ho tenuto d'occhio l'edicola e ci ho messo avidamente gli artigli sopra, fresco di stampa.
Ho atteso la sera, una sera opportunamente gelida per dispormi meglio alla lettura .
E l'incipit era davvero interessante:Nnel 1795, Elizabeth Stanwycke, una giovane donna inglese, lascia il suo paese per raggiungere la Germania; in patria, dotata di scarsi mezzi, è stata costretta ad accettare di diventare istitutrice delle terribili cugine.
In casa loro, ha conosciuto un uomo che le ha promesso il matrimonio, per poi sedurla ed abbandonarla. Gli zii l'hanno cacciata di casa e per Elizabeth si sarebbero aperte le porte di una casa di tolleranza se non fosse stato per una vecchia amica tedesca che le ha proposto di fare l'istitutrice in casa di una nobile famiglia in Germania, i von Wolfram, che ha fama di essere una famiglia di lupi mannari.

Ed ecco la nostra Elizabeth in viaggio in una cupa foresta nel cuore della Germania, ovviamente di notte e in mezzo alla neve. E subito cominciano i misteri: una donna nuda attraversa la strada, inseguita da un figuro a cavallo. Una donna normale a questo punto si sarebbe quantomeno inquietata, ma Elizabeth no, lei ha un solo pensiero: tenersi stretto il lavoro.
Famiglia strana, quella per cui dovrà lavorare: Charlotte, la ragazza di cui si dovrà occupare, sembra un pò svaporata e gli altri componenti la famiglia non sono da meno: la contessa Adele è un gelido manico di scopa, suo zio Bartol una specie di Lino Banfi. Al castello ci sono anche il fratello di Charlotte, Christoph, e la sorella del manico di scopa, cioè di Adele, Gerta. Completano il quadro un nobile francese sfuggito alla ghigliottina e sua nipote.
Ma il miglior capo di bottega è decisamente Nikolas von Wolfram, il conte in odore di licantropia: alto, tenebroso, occhi grigi e capelli neri, alto e muscoloso....
Un bel pezzo di sanbernardo-oops, di Marcantonio-!
Elizabeth si innamora come una pera cotta, ma non può permetterselo, ha già fatto l'errore di fidasi di un uomo, che l'ha rovinata.
Perciò che fa, sta alla larga? Ma nooo, lui le si introduce in camera e le propone, attenzione, non di diventare la sua amante, ma di lasciarsi accarezzare da lui tutte le notti perchè lui possa stare meglio!E qui comincio a non capirci più molto: siamo a metà libro, questo fa proposte nefande alla governante e dei promessi licantropi ancora non c'è traccia! E siamo all'episodio più esilarante: lui, una notte, le propone di farle la barba al pube. Lì ho pensato: tò, a quei tempi si indossava il bikini?
Rifiuterà, la nostra Elizabeth? Ma quando mai? E' normale, no? Uno ti entra in camera con il catino, il rasoio e il sapone e tu, invece di strillare al maniaco non fai una piega, vero? E vai di pelo e contropelo, incurante dei futuri pruriti da ricrescita. Intanto nevica come sull'Himalaya e il furbacchione continua a frequentare l'alcova della disinibita signorina, guardandosi bene dallo spiegarle cosa lo farebbe star male. Neanche chi legge lo capisce bene, ma ha a che fare con una maledizione che trasformerebbe in licantropi (finalmente!) alcuni membri della famiglia, fra cui, ovviamente, l'allupatone ( è il caso di dirlo) notturno.
E siamo quasi alla fine del libro, gli abitanti del villaggio vicino cercano il lupo mannaro ed Elizabeth cosa fa? Ma esce di notte nella foresta, ovviamente, per cercare Gerta, che, poverina, è fuori di testa (lei sola?). E scopre il cane di famiglia, pardon il conte, che scorrazza nella foresta come un pastore tedesco qualunque. Si scopre poi che il cattivone della situazione è Lino Banfi, no, cioè, lo zio cattivo, che sta lentamente avvelenando Gerta e Charlotte e progetta di sposare quest'ultima per impossessarsi di tutto il patrimonio della famiglia. Eliminato il cattivo, tutto si aggiusta ed Elizabeth sposa il proprio scodinzolante amato, il quale esitava ad approfondire la loro conoscenza biblica nel timore di concepire una cucciolata... oops, un lupacchiotto mannaro. E vissero tutti canini e contenti. Alla fine del libro, avevo le mascelle dislocate per il troppo sbadigliare.Ora, dico io: è mai possibile che una donna sensata si comporti come questa Elizabeth? A casa ha rischiato di finire al bordello per un errore di valutazione e poi che fa? Si insapona il padrone di casa! Uscire di notte è un suicidio, ma lei se ne frega e passeggia sola nel buio.
L'unica cosa di cui si preoccupa è il suo carattere, perchè è troppo curiosa. Io direi che più che curiosa è un pò di facili costumi (eufemismo!).
Le descrizioni delle occupazioni notturne della protagonista prendono buona parte del libro, a scapito della coerenza: infatti, dopo un pò, non si sa se si sta leggendo un libro dark passion o "Le bollenti notti di una governante".
Il libro, in definitiva, è una gran bufala: promette licantropi, brividi e maledizioni e regala soltanto mute di cani, signorine assatanate e improbabili barbieri notturni.
Dopo la lettura, cosa resta? Una gran voglia di recarsi al canile, per adottare un canide: ovvamene, un pastore tedesco.
Lucilla

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