LA LINGUA DI FIAMMA
Mi uccidi,
a causa della mia femminilità
la lama improvvisa e lenta
si abbatte sul mio capo
e recide la gola
che parlò e non tacque
che volle cantare la vita
il desiderio, il bello e le passioni.
Ho cercato,
ogni giorno e ogni notte
la lingua di fiamma
di quel fuoco atavico
che solo riscalda,
forse non l’ho mai trovata
ma adesso il gelo nelle mie ossa
è scomparso nella tempesta andata.
E’ forse l’alba
o forse il sole tramonta.
Non ho più paura.
A tutte le donne un augurio speciale ricco di poesia, di bellezza, di libertà nel giorno della nostra festa.
Francesca Rita Rombolà