Non c'è molta bibliografia né cinematografia sulla rivoluzione operata dal "Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale" che nel 1979, in Nicaragua, ha destituito anastasio somoza debayle, terzo di una dinastia parassita di somoza che hanno dominato il paese per quasi 50anni.
Quando si pensa al "tipico" dittatore, quello stronzo e infame capace di ogni sorta di nefandezze ed ingiustizie, ecco, somoza ne è un eccellente esempio. Talmente tipico che persino i rappresentanti della chiesa cattolica aiutarono il FSLN, di ispirazione marxista, a destituirlo.
Dicevo "non ce n'è molta" perlomeno se la paragoniamo alle numerose opere che riguardano soprattutto Cile ed Argentina. Questo film pose rimedio più che degnamente, film d'azione e verità storica, basato chiaramente su storie vere anche se i personaggi principali sono frutto di fantasia (io perlomeno non ho trovato riscontri in personaggi realmente vissuti). Un fotoreporter, Russell, e altri 2 cronisti, Alex e Claire, si conoscono da tempo e li vediamo impegnati in Ciad. Specializzati in zone di guerra, si trasferiscono in Nicaragua, le voci della rivoluzione si fanno sentire e quindi anche l'attenzione internazionale richiede la presenza dei media. Alex, lasciato da Claire che invece flirta con Russell, se ne tornerà in America a fare il mezzobusto televisivo, mentre i 2 si troveranno coinvolti pesantemente nella rivoluzione. Inizialmente Russell esprime il desiderio di conoscere Rafael, misterioso comandante della rivoluzione mai immortalato da nessuno, poi questo suo desiderio lo porterà ad essere coinvolto pesantemente nel conflitto, al punto di falsificare una foto per aiutare i rivoltosi.
Una vita che rimbalza dai ricevimenti con somoza ai campi di battaglia, questa quella dei giornalisti americani (di quelli si parla) che normalmente si limitano a riportare al proprio paese quanto accade senza prendere posizione, e che quando l'attenzione internazionale si sposta da qualche altra parte, prendono e partono. Una storia tutto sommato nemmeno originalissima, di film sui cronisti di guerra, aspiranti premi pulitzer, ecc..., non ne mancano, non siamo di fronte ad un capolavoro né di originalità né di altro. Ma ha, oltre al valore storico che lo rende indubbiamente interessante ed istruttivo, anche qualche spunto particolare, messo in risalto con una certa enfasi.
Anzitutto è un film schieratissimo, e pensare che arrivi dall'America stessa è già di per sé interessante, anche se somoza era talmente una merda che persino gli Stati Uniti lo scaricarono, giusto in tempo per non fare una figura pari alla sua sostanza, pur avendolo aiutato fino all'ultimo.
Altro aspetto è la figura del giornalista di guerra, quello che dovrebbe andare super-partes, correndo gravi rischi ma anche con una certa ambizione, a raccontarti dai luoghi caldi fatti a "noi" lontani. Nel momento in cui abbandona le oasi protette e si addentra nel cuore degli avvenimenti, essere imparziale diventa particolarmente difficile, ed è proprio quello che capiterà a Russell e Claire.
In ultimo sottolineo una curiosa amicizia, quella tra Russell e Oates, quest'ultimo un mercenario che lavora abitualmente per le forze governative della situazione. Si conoscono bene, ogni conflitto si rincontrano, in ruoli diversi conducono vite parallele, un parallelismo affatto tenero, che se nobilita Oates fa pensare a Russell.
E' un film fatto bene, con impegno politico anzitutto e professionalità da mestierante senza per questo volerlo sminuire. Alcune scene d'amoreggiamento fan cascare i cabasisi, diverse scene d'azione invece sono entusiasmanti. Cast non indifferente, e un po' controcorrente vorrei citare non le star ma uno dei duri di Hollywood, che ha sempre ben svolto i suoi ruoli senza troppe menate egregiamente, e che qua è il mercenario cinico e spietato che citavo: Ed Harris.