sovrappopolazione

Creato il 19 maggio 2013 da Gaia

Io continuerò a insistere sul fatto che l’Italia è sovrappopolata finché non mi accorgerò che in un modo o nell’altro lo hanno capito un numero sufficiente di persone da far entrare questo argomento nel dibattito nazionale così come sono entrati già altri temi, es. i costi della politica, lo strapotere della finanza, adesso anche il reddito minimo garantito. Purtroppo si parla tanto di queste cose, poi ce ne si dimentica e si procede a parlare d’altro – e intanto il problema si aggrava. Ma è già qualcosa se certe domande e conoscenze, certe attenzioni, sono patrimonio comune.

La sovrappopolazione è molto difficile da dimostrare: perché tiene conto di tantissime variabili dovute agli stili di vita e alle tecnologie, perché dipende dal territorio che si prende come riferimento, perché richiede di metterci d’accordo su quali margini di sicurezza lasciare in caso di crisi o improvviso arrivo di ulteriori popolazioni, perché il futuro non sarà uguale al presente e bisogna decidere che livello di prudenza adottare, e perché dipende da fattori non stabilibili oggettivamente come: quanto spazio verde vogliamo, al di là del necessario per assorbire le emissioni inquinanti? Che valore hanno flora e fauna selvatiche, o una spiaggia vuota tutta per noi?

D’altro canto, non si può non parlarne solo perché il tema è complesso. Ignorare il problema prima che sia troppo tardi (e secondo me è già troppo tardi) significa rischiare catastrofi inimmaginabili. Chiunque segua i temi ambientali sa che la situazione sta già peggiorando e potrebbe peggiorare sempre più rapidamente. Ma una volta che le persone sono state messe al mondo, non possono andare da nessun’altra parte, neanche se questo mondo è in rovina. È materialmente possibile garantire un tenore di vita decente a tutte? Già non lo è adesso!

Non credo si possa trovare un testo definitivo su questo argomento, cioè la sovrappopolazione nel nostro paese, data appunto la sua complessità: bisogna continuare a mettere assieme i pezzi ricordando, a ogni problema ambientale, che la semplice quantità di popolazione è uno dei fattori scatenanti principali, anche se lo si ignora sempre a favore di altri paradossalmente meno scomodi (malagestione, corruzione, consumismo…), soprattutto in un paese capitalista e cattolico ancora schiavo dell’idea di crescita infinita e ossessionato dai propri (pochi) bambini.

Tutto questo per dire che ho trovato un sito, purtroppo poco aggiornato, dove si discutono questi temi. Vi lascio con un link, il più pertinente rispetto a quanto detto da me sopra: se vi via potrete continuare voi l’esplorazione.

Per rendere più interessante questo post, spero, aggiungerò che sto iniziando a pensare a come risolvere il problema. La popolazione italiana aumenta a causa degli immigrati. Si potrebbe cercare di risolvere il problema da questo lato, tenendo anche a mente il rispetto per la persona, cercando quindi di agire sulle cause scatenanti quali le disuguaglianze globali e le barriere socio-politico-religioso-culturali ed economiche che impediscono un largo ricorso alla contraccezione persino tra le persone che la desidererebbero. Sarebbe anche giusto: gli italiani, ormai, prima di fare un figlio solitamente si chiedono se potranno mantenerlo e in che mondo nascerà – è giusto che ci si aspetti da tutti la stessa attenzione e soprattutto non è giusto che, se una popolazione decide di comportarsi in maniera responsabile almeno su questo fronte, altre popolazioni vanifichino i suoi sforzi procreando a dismisura e bussando alla sua porta (al netto, ovviamente, delle ingiustizie globali). Purtroppo però non si può pensare di risolvere il problema solo così: è difficile e dispendioso, non è detto che i risultati si vedranno subito, e intanto bisogna fare anche qualcos’altro. I cinesi dicono che se non avessero adottato la politica del figlio unico oggi ci sarebbero 400 milioni di cinesi in più. Nonostante il prezzo altissimo pagato, direi che hanno fatto un favore al pianeta. Ora tocca a noi e bisogna agire sulla popolazione italiana, ma in maniera non coercitiva. Lo so che sembra assurdo, perché in effetti gli italiani non fanno tanti figli, ma questa politica andrebbe applicata anche alle famose donne immigrate che ‘fanno più figli‘, e andrebbe appunto abbinata a un’approfondita sensibilizzazione che si spera giunga fino ai paesi ad alta natalità e spinga a una collaborazione globale.

L’unica idea che mi è venuta finora è un sistema di tassazione che sostenga chi ha uno o due figli ma penalizzi chi ne ha di più. Il rischio è che, come mi sembra stia già un po’ succedendo, i figli diventino il nuovo lusso. Ma ricordate: nella mia utopia le diseguaglianze di reddito sarebbero ridotte al minimo, e se qualcuno vorrà il lusso di un figlio in più, dovrà rinunciare ad altre cose e abbassare il proprio tenore economico. Mi sembra giusto.

[Un aggiornamento sulla diseguaglianza di reddito in Italia. 163 a 1!!]