Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 1.614 punti, registrando un +1,05%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +2,03%.
Aprile, conclusosi con la seduta di martedì, chiude con un +1,81%.
Grafico:
S&P 500 – Grafico nr. 1
La scorsa settimana:
“Al momento, quindi, la situazione tecnica è rialzista.
Un eventuale segnale negativo lo si avrà nel caso in cui lo S&P 500 dovesse interrompere l’attuale serie di minimi o massimi crescenti.”.
Giovedì, analizzando la chiusura del giorno precedente e dopo aver evidenziato la difficoltà da parte dello S&P 500 a superare il precedente massimo, si scriveva:
“Lo scenario quindi non può essere definito come completamente compromesso, ma ieri è emersa una minaccia che va presa in considerazione, soprattutto alla luce del fatto che il rialzo dello S&P 500 non è fresco, ma s’è avviato nel marzo 2009 (oltre 4 anni) con un guadagno che dal minimo al massimo è stato del 139%, ed in questi casi anche una semplice correzione può rivelarsi pesante.
Sarà utile rivalutare tutta la situazione con la conclusione della settimana ed esaminando anche altri elementi (MACD).”.
Ora, andiamo ad osservare il grafico aggiornato che risalta la resistenza a 1.597 punti:
S&P 500 – Grafico nr. 2
Non c’è che dire: le difficoltà nel superare il massimo precedente si sono limitate alla sola seduta di mercoledì, tant’è che nelle successive due sedute lo S&P 500 ha oltrepassato tale soglia con facilità.
Pertanto, resta intatta la sequenza di massimi e minimi crescenti.
Lo S&P 500, quindi, continua a registrare nuovi massimi assoluti con una certa continuità, il che non può altro che rappresentare un segnale di forza.
Proprio perché ci ritroviamo in un’area mai esplorata, difficile trovare un obiettivo o anche solo un ostacolo a questo rialzo.
Al momento è utile sapere che la chiusura di settimana nei pressi dei massimi ne rende probabili ulteriori.
Ad ogni modo, il forte ipercomprato (vedi Detrended del grafico nr. 1) ci descrive un mercato piuttosto tirato ed in tale situazione appare eccessivamente rischioso effettuare nuovi ingressi.
Seguendo tale logica, le alternative rimanenti, pertanto, sono quelle o di mantenere le posizioni in essere o di alleggerirle magari sfruttando eventuali allunghi che, proprio in virtù della chiusura settimanale sui massimi, dovrebbero avvenire.
Ovvio che ciò dipende dal proprio profilo di rischio.
Ora facciamo un bel passo indietro e precisamente a quanto si scriveva il 29 marzo di quest’anno, a trimestre borsistico concluso:
“Inoltre, abbiamo una chiusura della seduta, della settimana, del mese e del trimestre sui massimi.
Tutto ciò rende probabili:
- un nuovo massimo giornaliero nella seduta del prossimo lunedì (la borsa americana sarà aperta al contrario della nostra);
- un nuovo massimo settimanale in una delle successive 4 sedute della settimana;
- un nuovo massimo mensile in una delle settimane successive alla prossima;
- un nuovo massimo trimestrale nel mese di maggio o in quello di giugno.
Non c’è che dire, stando a tale regola è probabile che lo S&P 500 nel corso del prossimo trimestre rompa con convinzione l’area di resistenza entro la quale attualmente si trova.
Certo, stiamo parlando di una regola che funziona il più delle volte e non sempre, ma la contemporanea chiusura di seduta, di settimana, di mese e di trimestre sui massimi non può che essere letta come un chiaro messaggio positivo.
Se risulterà vero che si segnerà un nuovo massimo trimestrale a maggio o a giugno, eventuali correzioni decise saranno possibili in uno di questi due mesi e non in aprile.”.
In buona sostanza, al tempo si riteneva improbabile una correzione decisa nel mese di aprile e questa era l’informazione più utile poiché consentiva di mantenere posizioni long con una certa tranquillità.
Ora, però siamo in maggio e la correzione, stando a quanto s’affermava è possibile.
Sia chiaro, esiste grande differenza tra possibile e probabile: un investitore opera in base a ciò che è probabile o è improbabile, non in funzione a ciò che è semplicemente possibile.
Tant’è che resta possibile pure l’ipotesi di una prosecuzione del rialzo.
Tuttavia, sempre in quell’articolo si indicava quella che poteva essere una motivazione reale (non tecnica) che avrebbe potuto ostacolare il rialzo (tuttora in corso) ed avvalorare l’ipotesi di una correzione in questo periodo:
“E allora, a proposito di maggio, è bene ricordare che il 18 maggio il Parlamento degli Stati Uniti dovrà accordarsi per l’innalzamento del tetto del debito (già ampiamente superato nel frattempo).”.
Adesso, è bene fare chiarezza sintetizzando i punti principali finora scritti:
- la chiusura settimanale sui massimi ne rende probabili ulteriori nella prossima;
- la presenza di un forte ipercomprato rende rischiosi nuovi ingressi;
- fino a che permarrà l’attuale sequenza di massimi e minimi crescenti l’impostazione tecnica sarà da ritenere rialzista;
- attenzione al comportamento del mercato con l’avvicinarsi del 18 maggio, data in cui il Parlamento degli Stati Uniti dovrà accordarsi per l’innalzamento del tetto del debito.
In estrema sintesi: impostazione attuale rialzista che ci suggerisce nuovi allunghi, ma forte ipercomprato e scadenza del 18 maggio vicina che ci raccomandano di non abbassare la guardia e di non eccedere negli entusiasmi.
S’è detto che un importante segnale di difficoltà lo si avrà quando si interromperà la sequenza di massimi e minimi crescenti; ora, vediamo un ulteriore possibile indicazione di debolezza:
S&P 500 – Grafico nr. 3
Eventuali cedimenti di area 1.550 punti andrebbero letti come un segnale alquanto negativo.
Riccardo Fracasso