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Spacechili in the desertE così sono finito nel deserto, i...

Creato il 20 agosto 2010 da Spacechili
Spacechili in the desert

E così sono finito nel deserto, in un viaggio caratterizzato dall'assoluta imprevedibilità. Una partenza organizzata in cinque giorni, con le palesi difficoltà che un celiaco può avere in un paese come la Tunisia, dove la cucina prevede grano e farina un po' ovunque.
Alla fine tutto è andato bene.
Ho scoperto molte cose durante questo viaggio.
Una, ad esempio, è che riesco a sostenere la vita da villaggio/hotel-all-inclusive per un massimo di 10 ore consecutive. Poi dopo la trentesima volta che l'animatore fa partire un ballo di gruppo (versione 1, versione 2 e grazie a Shakira anche la versione 3) o metti mano alla pistola oppure organizzi un piano di fuga. E dato che oltre il Mediterraneo c'è di più delle piscine e dei tedeschi ustionati, io e il mio amico Riccardo siamo andati quasi sempre in giro. A vedere il mondo oltre la gabbia dorata.
Non dico la VERA Tunisia. Un turista non può fare quel genere di esperienza in sette giorni: a malapena riesci a costruirti qualche contatto per tornare in un secondo momento e girare seriamente.
(Con un fuoristrada cavolo! ^___^)
Ma almeno qualcosa che si avvicini alla realtà di quei luoghi lo puoi sempre vedere.
E poi c'è il deserto.
Il deserto non lo puoi spiegare a un italiano. Fai davvero prima a portarcelo e farglielo vedere direttamente.
Il deserto è una sconfinata massa di fuoco solido che non ha spazi nè limiti. Ti brucia fuori e ti fa rinascere dentro. Noi in Italia abbiamo sempre qualcosa sullo sfondo: una montagna, una casa, un albero. Nel deserto non c'è nulla di tutto questo.
Ci sei tu, la sabbia, il sole e tutto intorno il silenzio...
Nei prossimi giorni pubblicherò un po' di impressioni sulle varie tappe del viaggio. Abbiamo foto e video in quantità, ma soprattutto qualche timido consiglio da turista un po' "sgamato" per farvi divertire.
Ci si vede tra le dune!

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