Ma questo sempre, o quasi. Il diario è questo: ore 11.55 esco dal lavoro. So che devo fare un primo ma non so ancora quale. Vado al supermercato: è ancora presto, non ci sarà fila alla cassa. Infatti. Ore 12.15 entro in casa. So che devo ritornare al lavoro alle 14 e c'è solo una cosa che non devo farmi mancare, la pennica: stasera fino alle 23.10 in sala non si regge senza una mezz'ora di chiusura di ogni canale col mondo esterno.
Mezza melenzana, tagliata a cubetti piccoli così da friggere prima; un porro di media taglia, mezzo spicchio di aglio e un centimetro di peperoncino secco. Tre pomodori, i più maturi che ho trovato, sbucciati a mano per far prima. Otto centimetri di concentrato di pomodoro: i pomodori erano un po' pallidi.
Intanto che un occhio controlla le melenzane che friggono l'altro soffrigge il porro a fuoco dolce e, quando è ammorbidito, aggiunge il pomodoro a pezzettini, l'aglio, il peperoncino e il concentrato.
Quando il pomodoro inizia a disfarsi aggiungerai le melenzane e, regolandoti ad occhio, un pochino di acqua bollente.
Altri tre minuti ed è pronto, manca solo uno spruzzo di prezzemolo.
Dato che li ho trovati ho fatto gli spaghetti alla chitarra, all'uovo, che ben si rivestono col sugo.
Ovviamente non li ho mangiati, ho solo lasciato tutto pronto per chi arrivava. (anche con l'incarico di fare la foto al piatto finito...).
Io, dopo avere un po' rovistato nel frigorifero mi sono mangiato una bella Fuji Oltre ad altre cosine che ometto).