Quale tensione? Di essere "normali". In questo "normali" c'è tutta la competizione, l'aggressività, il mordente che la vita richiede. Allora per togliersi dalla gara, per non tirare fuori una aggressività che forse abbiamo paura di non saper controllare o peggio che pensiamo ci possa far malvolere dagli altri, usiamo il mordente di cui siamo fin troppo dotate per mordere quintali di cibo invece che la vita. E gli altri.
Detto questo, in tutto questo periodo di occultamento, ho visto l'affetto di chi, nonostante il silenzio, mi segue lo stesso, ho anche ricevuto un premio da Occhi di Notte, il cui blog "Sotto i fiori di lillà" leggo sempre con interesse. Grazie!
Per ricominciare il cammino a ritroso verso la forma perduta ho pensato ad una pastasciutta. Cibo confortante e se ben cucinato, per niente taboo.
Spaghetti alla chitarra con ragù di zucchine
Ho usato gli spaghetti integrali della Garofalo (di Gragnano - Napoli). Alla chitarra significa che hanno una sezione quadrata invece che cilindrica. Ho messo su l'acqua a bollire, ho aggiunto una manciatina di sale marino grosso e gli spaghetti cuociono in circa 14 minuti.
Nel frattempo, ho messo un paio di spicchi di aglio, vestiti e schiacciati, in una padella con fondo antiaderente, mezzo cucchiaino di olio extra vergine di oliva e un cucchiaio di acqua. Subito ci ho affettato, con la mandolina regolata ad un millimetro, direttamente sopra la padella, due zucchine mondate e lavate. Ho fatto stufare un pochino e ho aggiunto una lattina di polpa di pomodoro a cubetti. Ho messo il coperchio e cotto a fuoco medio per circa 20 minuti. Ho scolato la pasta, l'ho unita al sugo e ho fatto saltare brevemente nella padella, su fuoco vivo. Impiattato, e finito con un cucchiaino di olio extra vergine, una macinata di pepe nero e una presa di ricotta fresca. Piatto unico, ovviamente.