Spaghetti Story – La recensione dell’esordio di Ciro De Caro

Creato il 09 dicembre 2013 da Drkino

Dal 19 dicembre in sala Spaghetti story, un film, rigorosamente low-budget, che di raccontare una generazione perennemente in difficoltà…

Quattro giovani adulti dei giorni nostri, cercano di emergere nonostante restino di fatto ingabbiati nei loro schemi mentali e continuino a giudicarsi l’un l’altro in un continuo gioco al massacro. Quando la prostituta cinese Mei Mei entrerà a far parte delle loro vite, nulla resterà come prima.
Spaghetti Story, oltre a rappresentare l’esordio nel lungometraggio per Ciro De Caro, è anche il tentativo di fare cinema pur senza budget. Girato con una sola ottica (un 50mm), in soli undici giorni, fa della macchina a mano, ottimo espediente per risparmiare tempo, il suo tratto distintivo. De Caro cerca di fare di necessità virtù, prediligendo spesso un solo campo, lasciando che i personaggi escano e rientrino dall’inquadratura senza seguirli, e facendo ricorso a pochissimi primi piani. Il tentativo potrebbe essere apprezzabile se fosse supportato da una trama forte, ma non è questo il caso perché lo script risulta troppo debole.

Spaghetti Story rappresenta l’ennesimo tentativo di rifarsi a un filone, che si sta espandendo a livello internazionale, diffusosi sia nel mondo indipendente come in quello mainstream. L’obbiettivo è raccontare il vuoto delle esistenze contemporanee facendo ricorso a trame che in definitiva raccontano poco. Si può sempre tentare, ma spesso il risultato è, come in questo caso, un ibrido insapore. Difficile capire se la scelta stilistica rappresenti realmente una necessità dell’autore, o se lo stesso preferisca questa opzione perché congeniale alle produzioni low-cost.
De Caro, che predilige inquadrature statiche e a volte volutamente distratte, lascia che i protagonisti si trascinino in giro, uscendo e rientrando svogliatamente nel quadro lasciato immobile. La sceneggiatura ha un ritmo lento, reso ancora più fiacco dalle interpretazioni stanche e svogliate dei suoi protagonisti. I due amici, Valerio e Scheggia, personaggi principali, sono frutto di stereotipi che purtroppo li ingabbiano in atteggiamenti e dialoghi da romanacci di stampo televisivo. L’arrivo di Mei Mei che stravolge la loro routine fatta di espedienti per svoltare la giornata, risulta tardiva e poco incisiva ai fini della storia. Anche le motivazioni che spingono i personaggi ad agire da quel momento in poi, risultano deboli.

Bisogna comunque riconoscere a De Caro e agli attori che hanno deciso di seguirlo in questa avventura di avere almeno il coraggio di provarci, nonostante il budget risicato. L’intenzione di raccontare una realtà dimenticata dal mainstream italiota, che spesso fa finta di raccontare la precarietà ma la usa solo come espediente, è da apprezzare.
In fin dei conti Spaghetti Story, che evita, per lo meno, di fare riscorso a spiegoni e lieto fine, al momento dei titoli di coda lascia nello spettatore un senso di vuoto incolmabile. 

BLANDO PALLIATIVO

Mattia Gariglio

Regia: Ciro De Caro – cast:Valerio Di Benedetto, Cristian Di Sante, Sara Tosti, Rossella D'Andrea,  Deng Xueying – Paese: Italia 2013

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