Nell’intervista di ZENIT al professore ci viene spiegato il significato del libro e le implicazioni dell’ideologia di genere nella nostra società: «il sesso sarebbe l’aspetto biologico dell’essere umano, e il genere sarebbe la costruzione sociale o culturale del sesso. Questo significa che chiunque sarebbe in assoluta libertà, senza condizionamenti, di determinare un proprio genere, dandogli il contenuto che si desidera e variando il genere quante volte si vuole. Ora, se questo fosse vero, non ci sarebbero differenze tra maschio e femmina, ad eccezione dei dati biologici; qualsiasi unione tra i due sessi sarebbe socialmente e moralmente buona, tutti potrebbero sposarsi, ogni tipo di matrimonio porterebbe a un nuovo tipo di famiglia. Questo è tutto così assurdo, che può essere imposto solo con una sorta di “lavaggio del cervello” globale».
Il problema, continua il bioeticista, «purtroppo è più profondo e più complesso anche a livello giuridico. L’ethos è ciò che un popolo considera giusto o sbagliato, dal profondo del suo cuore, non importa cosa dicono le leggi, comprende anche ciò che ognuno fa nella propria vita. L’occidente ha perso il suo ethos comune che fino a 30 o 40 anni è stato il cristianesimo». Il prof. Scala vede la causa di questo nel liberalismo che «ha fatto si che molte persone credano che la moralità sia una questione privata e personale. Per alcuni è bene mentire, rubare, uccidere, fornicare, e se tutte le opinioni sono uguali e valgono allo stesso modo non ci sarebbe possibilità di controbattere. L’unico modo per vivere in una società è che le leggi “impongano” un certo ethos, che deve essere accettato da tutti. Nei nostri parlamenti si promuovono leggi su tutti i tipi sul genere, si cerca di formare un nuovo ethos per il nostro popolo. E se il sesso diventa ethos, il sistema totalitario funzionerà al meglio».
Le conseguenze per le future generazioni saranno gravi: «Ho tenuto una lezione su questa ideologia a tutti gli insegnanti di una città di 7.000 abitanti in una zona rurale della mia provincia. Gente semplice. Verso la fine un insegnante ha detto ad alta voce: “Ora capisco perché pochi giorni fa mio figlio di 7 anni mi ha chiesto: che cosa sono? Ragazzo o ragazza …?”. La persona formata e matura è immune a questa ideologia, ma se lasciamo confondere i bambini fin dalla prima infanzia con film, TV, scuola, radio, riviste, in molti casi si finirà per rimpiangere tragedie di tutti i tipi». La posizione del prof. Scala è la stessa del prof. Marchesini, di cui abbiamo già parlato in passato. Per approfondire ulteriormente segnaliamo questo articolo e una serie di relazioni pubblicate su “Il Timone“ (consultabili dopo una registrazione gratuita).
Antonio Tedesco