Sparatoria al confine libico-tunisino: tensioni e disagi a Ben Guerdane

Creato il 25 settembre 2013 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

di Giacomo Dolzani

Meno di otto mesi dopo l’intervento dell’esercito tunisino per sedare una rivolta di piazza, la cittadina tunisina di Ben Guerdane, nel governatorato di Medenine, poco più di 58mila anime a meno di 32km dal confine libico, è di nuovo al centro della spirale di violenza generatasi in seguito alla cosiddetta Primavera Araba.
Mentre la rivolta avvenuta il gennaio scorso aveva ragioni politiche ed aveva portato all’incendio di alcuni uffici pubblici e della sede di Ennahda, il partito di governo, gli scontri odierni sono di natura diversa e sono legati principalmente alle condizioni di vita nell’area.
La città è stata infatti chiusa al traffico a causa di una sparatoria verificatasi in corrispondenza della vicina frontiera tra le guardie armate tunisine ed un gruppo di libici; la causa scatenante della schermaglia sarebbe stato il furto dell’auto e del denaro subito da un giovane di Ben Guerdane, in seguito accoltellato, mentre si trovava in Libia.
Ben Guerdane è l’ultimo centro abitato della Tunisia, a pochi chilometri dal campo profughi di Choucha e prima di Ras Agedir, il valico di frontiera con la vicina Libia, dopo il quale si giunge a Zuara; proprio per questo è sede di traffici di ogni tipo ed il principale mezzo di sostentamento della popolazione di quella regione è proprio il mercato e il contrabbando di merci, in primis di carburante, comprato in Libia per pochi centesimi al litro, introdotto in Tunisia passando attraverso il deserto e venduto oltreconfine ad un prezzo maggiorato, pratica conosciuta dalle Forze di sicurezza che pattugliano l’area ma su cui spesso chiudono un occhio (e a volte tutti e due) in quanto, se si impedisse questo commercio illegale, il governo non sarebbe probabilmente in grado di fornire agli abitanti altra fonte di guadagno.
Queste attività, soprattutto in seguito allo scoppio della guerra civile in Libia, hanno cominciato a creare contrasti sempre maggiori tra gli abitanti dei due paesi vicini, sfociate spesso in isolati episodi di violenza e a volte in sparatorie; proprio per questo le autorità tunisine operano severi controlli per evitare l’introduzione di armi nel paese. La tensione in tutta l’area resta però comunque elevata, soprattutto per la scarsa gratitudine dimostrata dai libici per quanto la popolazione tunisina del posto ha fatto per soccorrerli in seguito allo scoppio delle violenze che portarono alla caduta di Gheddafi.

da Notizie Geopolitiche



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