DEPOLITICCIZARE IL RUGBY ITALIANO
La mia esperienza rugbystica, quella di Presidente Regionale e in questi ultimi mesi, quella di Candidato alle Elezioni Federali che mi ha visto entrare in contatto una dopo l’altra con le regioni italiane, mi ha evidenziato una situazione che anch’io come tutti, sto accettando passivamente da anni e che oggi invece ho capito debba essere fortemente combattuta per eliminarla.
Parlo della sottomisione del movimento rugbystico italiano alla politica, quel tipo di politica che con le sue subdole armi riesce a confinare, zittire, umiliare quelle sane risorse e quei principi, sinceramente orientati al bene del rugby giocato.
Questa nemica della crescita, dell’entusiasmo, del rischio che in periodo di elezioni punta a condizionare le scelte, deviandole verso situazioni predeterminate da pochi, costituisce un comportamento antisportivo che consente di far gareggiare solo alcuni e di ridurre al silenzio voci più deboli, stroncando iniziative sane, nuove e forse decisive.
Questa politica trova sempre dei servitori prezzolati che non si vergognano di compromettersi pubblicamente di fronte all’esercizio della libertà personale di qualche ardito che non intende obbedire ad ottusi ordini di scuderia, episodi che il giorno dopo diventano notizia giornalistica di un malcostume di fronte al quale nessuno più si indigna, facendolo rientrare nel novero di normali schermaglie di potere.
Ecco spiegati 16 anni di impero ininterrotto che negli anni è riuscito a modificare geneticamente regioni, da passionarie protagoniste del rugby italano a fedeli e sottomesse servitrici del potere, che rinunciano al confronto, al ragionamento, ad operare una scelta democratica e consapevole.
Non ho mai inteso darmi per vinto pur a conoscenza di queste situazioni blindate con le quali ancora mi scontro e mi scontrerò, ma se diventerò il nuovo Presidente farò di tutto per raggiungere questi obiettivi.
1. evitare a chi voglia candidarsi alla Presidenza di trovare difficoltà tali da richiedere un eroismo incosciente
2. evitare che l’attività e le scelte dei Comitati Regionali debbano essere controllate da plantigradi amanti dell’antiquariato
3. impegnarmi perchè il prossimo voto sia on-line, per far partecipare tutti attraverso una libera espressione della propria società, senza condizionamenti e ricatti
Tutto questo attraverso la creazione di nuovi dirigenti tramite la formazione e la modifica dello statuto federale per disincentivare le lunghe reggenze.
Nessuno potrà più dire “..solo io sono capace di gestire la FIR”, perchè tanta dannosa e inutile arroganza allontana l’intelligenza, e gli uomini che ne sono portatori dal nostro sport.
Perchè dobbiamo avere figure che invece di infilare la testa in un sacco o di usare abilmente calcolatrici politiche o di delegare al di fuori di sè i problemi della propria società, partecipino attivamente e consapevolmente, con l’esperienza dei propri problemi, alla vita del rugby italiano.
Vi aspetto a Roma per cambiare le cose