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Spazio Off Trento: Visti di fianco. Sguardi laterali sulla scena contemporanea. Opere d'arte di Renzo Fracabandera. Stanza di Orlando, in scena Maura Pettorruso. Le discipline del teatro si confrontano

Creato il 23 gennaio 2011 da Robertoerre

 

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Renzo Fracabandera 

un ritratto di Giorgio Albertazzi che interpreta Senza Lear - regia A. Latella 

 

 

Visti di fianco. Sguardi laterali sulla scena contemporanea

In occasione dell’inaugurazione della stagione teatrale allo Spazio Spazio Off di Via Venezia 5 a Trento, venerdì 28 gennaio elle ore 19 presso Il Circolo dell’Architettura Contemporanea di via Saluga 4 (nelle vicinanze dello Spazio Off), si svolgerà  la Tavola rotonda su teatro e critica: “Visti di fianco. Sguardi laterali sulla scena contemporanea”, cui parteciperanno Renzo Francabandera di Hystrio e klpteatro, Claudia Gelmi del Corriere del Trentino e Roberto Rinaldi di teatro.org, e L’espresso Blog. Dialogheranno tra di loro e con il pubblico su teatro contemporaneo e critica.

Partecipano

Renzo Francabandera, artista e critico teatrale per la rivista trimestrale Hystrio e per il portale klpteatro.it.

Claudia Gelmi, critica e giornalista del Corriere del Trentino e del Corriere dell'Alto Adige, Premio Nico Garrone per la critica teatrale 2010;

Roberto Rinaldi, critico e giornalista di teatro.org e L’espresso Blog

Riflessioni

Tra coloro che seguono il teatro, in particolare quello dedicato alla scena contemporanea, c’è anche critico. Nell'accezione più alta del termine, intesa quale assunzione di responsabilità nel contribuire, spinto da una sincera passione, nel tentativo di contrastare l'impoverimento culturale presente nella società d’oggi. La figura del critico è ancora attuale rispetto alla necessità di ridefinire quali compiti svolgae? Ha ancora un senso dare vita ad una critica sempre più adottata dalla Rete e sempre meno presente sulla carta stampata? Interrogativi che appartengono alla sfera di un mondo che io definirei “vicino/lontano”, ovvero il contemporaneo. Lontano non tanto verso l'esterno quanto al suo interno in una dinamica relazionale che coinvolge i critici e il ruolo che vanno a ricoprire. Scrivere e recensire determina delle conseguenze culturali? Oppure è semplicemente un'azione che legittima l'esistenza stessa del critico in funzione di uno scopo ben preciso, grazie al quale le istituzioni politiche, demandate alle politiche culturali, verifichino in termini di quantità la rassegna stampa  che raccoglie le  pubblicazioni a favore di un festival piuttosto che di un collettivo artistico, gruppo o compagnia, a cui segue la decisione di erogare i finanziamenti con più o meno facilità. Siamo coscienti che la qualità e la serietà impiegata nel redigere un giudizio critico, scarsamente retribuita, salvo rare eccezioni, valga, spesso, come presenza numerica al fine di giustificare l' evento teatrale artistico e legittimare il gesto artistico realizzato. L'interrogativo è: cosa vado a provocare con le mie parole di assenso/dissenso nel decretare un giudizio? La risposta più sensata , a mio avviso, la si ritrova nel pensiero del regista Peter Brook, il quale nel suo “Il teatro e il suo spazio”, scrive a chiare lettere chi è il critico: “Colui che rende sempre un importante servizio al teatro quando va a snidare l'incompetenza.... un vero alleato per scoprire chi attraversa il teatro irresponsabilmente.... I nostri rapporti con i critici possono apparire tesi, ma in profondità si tratta di rapporti indispensabili”.

Roberto Rinaldi

 

Alle ore 18 inaugurazione della mostra personale di Renzo Francabandera, Spazio Off

Da anni Renzo Francabandera racconta il teatro in modo tutto personale, disegnando, nel buio della sala, frammenti di scena, ricamo istintivo e, forte di volti e suggestioni che si svolge irripetibile ogni sera nell'incontro tra la luce dell'immagine e il corpo teatrale, istantanee di colore, inchiostri e olii, per tracciare emotivamente lo spettacolo. Sui suoi fogli sono impressi ritratti dei protagonisti, dettagli delle scenografie, segmenti dell'azione, colti nell'attimo stesso in cui i fatti accadono e poi appena ritoccati in una fase successiva, fissati con una grazia che abbina la fretta dell'esecuzione con la qualità espressiva del risultato.

Quella con cui in questi anni Francabandera ha raccontato il teatro è una raccolta di disegni e illustrazioni che cerca di rendere metatemporale la magia della scena, che si accende e poi svanisce; gli schizzi, del tutto privi di passo narrativo, rivelano l’intimo godimento di un sentimento antico, quello di dar luce alle ombre. Dai primi piani, che restituiscono la leggerezza e il tormento, fino agli intrecci dei corpi, alle tensioni verticali dell'emotività del luogo teatro, il percorso che viene offerto all'osservatore è quello di un evento accaduto una sola volta, mediato da una forma visibile che si espande nell'immaginazione; ed anche quello di un dire poetico che potrebbe ancora avverarsi.

La mostra presso lo Spazio Off di Trento raccoglie alcuni dei lavori più significativi del 2010 dell'artista, oltre 15 opere fra disegni a inchiostro e pastelli ad olio, tecniche miste con cui nell'ultimo anno ha raccontato la scena italiana, esponendo fra l'altro, presso il Maschio Angioino e il Palazzo delle Arti di Napoli, il Teatro dell'Elfo a Milano, Palazzo ducale ad Andria (BA), oltre che a Lugano, Sansepolcro (AR)

 

  

Stanza di Orlando

con Maura Pettorruso

regia di Carmen Giordano

Alle ore 21,30, allo Spazio Off va in scena lo spettacolo “Stanza di Orlando”, titolo di apertura del cartellone 2011 dello Spazio Off con Maura Pettorruso, interprete di un lavoro in bilico tra il maschile e il femminile. In viaggio alla ricerca di un pieno, intero, androgino essere. Alla scoperta di sé, nelle debolezze e nel fascino dell’altro. Un viaggio nella testa di Virginia Woolf, una performance che coniuga installazione e parola.  
Una donna che si guarda allo specchio. E l’uomo che guarda la donna nello specchio.
Una mente alla ricerca della verità. Verità di linguaggio. Verità di pensiero. L’abito è il lasciapassare per il mondo esterno: amore, lavoro, ambiente, persone. L’abito agisce sull’anima e la cambia: si può essere molti, restando se stessa.

In questo gioco di specchi l’immagine si deforma e moltiplica gli io narranti.
Ed ecco Virginia Woolf che indaga lo scarto tra maschile e femminile attraverso abiti, vita, sogni, digressioni. L’installazione parte dall’assunto che il vestito agisce sull’anima come le epoche, il clima e il sesso. Come il linguaggio sulla verità. Elementi solidi si accumulano nella stanza e nella testa di Orlando. La stanza c’era. La stanza sa.

Stanza di Orlando (3)


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