Speaking of Bookish Stuff: St. Valentine Special #4 - 7 Most Romantic Scenes

Creato il 01 marzo 2014 da Susi
Speaking of Bookish Stuff


Rubrica a cadenza settimanale in comune con il Blog Frannie in The Pages nella quale elenchiamo 7 TBR Books, ogni volta variando il tema!
Per l'ultimo speciale di San Valentino abbiamo pensato di presentarvi le nostre preferenze riguardo le scene  più romantiche. (Scusate il ritardo di una settimana con il quale pubblichiamo la rubrica!
Enjoy <3
PS: Le traduzioni dei libri inediti appartengono alla sottoscritta.
  • Anna and The French Kiss di Perckins
“You're the most incredible girl I've ever known. You're gorgeous and smart, and you make me laugh like no one else can. And I can talk to you. And I know after all this I don't deserve you, but what I'm trying to say is that I love you, Anna. Very much”  I'm holding my breath. I can't talk, but my eyes are filling with tears.  He takes it the wrong way. “Oh God. And I've mucked things up again, haven't I? I didn't mean to attack you like this. I mean I did but... all right.” His voice crack. “I'll leave. Or you can go down first, and then I'll come down, and I promise I'll never bother you again---”  He starts to stand, but I grab his arm. “No!”  His body freezes. “I'm sorry,” he say. “I never meant to hurt you,” I trail my fingers across his cheek. He stays perfectly still for me. “Please stop apologizing, Étienne.”  “Say my name again,” he whispers.  I close my eyes and lean forward. “Étienne.”  He takes my hands into his.Those perfect hands, that fit mine just so. “Anna?”  Our foreheads touch. “Yes?”  “Will you please tell me you love me? I’m dying here.”  And then we’re laughing. And then I’m in his arms, and we’re kissing, at first quickly—to make up for lost time—and then slowly, because we have all the time in the world. And his lips are soft and honey sweet, and the careful, passionate way he moves them against my own says that he savors the way I taste, too.  And in between kisses, I tell him I love him.  Again and again and again. 
“Tu sei la ragazza più incredibile che conosco. Sei bellissima e inteliggente, e mi fai ridere come nessun altro. E riesco a parlare con te. E so che dopo tutto questo non ti merito. Ma quello che sto cercando di dire e che ti amo, Anna. Moltissimo.”  Trattengo il respiro, non riesco a parlare, ma I miei occhi si riempiono di lacrime.  La prende nel modo sbagliato. “Oh Dio. E ho rovinato tutto di nuovo, non è vero? Non volevo attaccarti così. Voglio dire l'ho fatto...okay.” La sua voce si rompre. “Me ne vado. O puoi andare prima tu giù, e poi scenderò io, e prometto che non ti scoccerò più---”  Incomincia ad alzarsi, ma gli afferro il braccio. “No!”  Il suo corpo si congela. “Mi dispiace.” dice. “Non avrei mai voluto farti soffrire.”  Poso le mie mani sulla sua guancia. Rimane perfettamente fermo per me. “Per piacere finiscila di scusarti, Étienne.”  “Di ancora il mio nome,” sussurra.  Chiudo gli occhi e mi avvicino. “ Étienne.”  Prende le mie mani nelle sue. Queste perfette mani, che comabaciano con le mie. “Anna?”  Le nostri fronti si toccano “Si?”  “Potresti per piacere dirmi che mi ami? Sto morendo qui.”  E poi stiamo ridendo. E poi sono tra le sue braccia, e ci stiamo baciando, all'inizio velocemente – per rimediare al tempo perduto – e poi piano, perchè abbiamo tutto il tempo del mondo. E le sue labbra sono soffici e dolci come il miele, e il gentile e passionale modo in cui le muove contro le mie dice che ama anche lui il gusto delle mie.  E tra i baci, gli dico che lo amo.  Ancora e ancora e ancora.
  • Lola and The Boy Next Door
Once upon a time, there was a girl who talked to the moon. And she was mysterious and she was perfect, in that way that girls who talk to moons are. In the house next door, there lived a boy. And the boy watched the girl grow more and more perfect, more and more beautiful with each passing year. He watched her watch the moon. And he began to wonder if the moon would help him unravel the mystery of the beautiful girl. So the boy looked into the sky. But he couldn't concentrate on the moon. He was too distracted by the stars. And it didn't matter how many songs or poems had already been written about them, because whenever he thought about the girl, the stars shone brighter. As if she were the one keeping them illuminated. One day, the boy had to move away. He couldn't bring the girl with him, so he brought the stars. When he'd look out his window at night, he would start with one. One star. And the boy would make a wish on it, and the wish would be her name. At the sound of her name, a second star would appear. And then he'd wish her name again, and the stars would double into four. And four became eight, and eight became sixteen, and so on, in the greatest mathematical equation the universe had ever seen. And by the time an hour had passed, the sky would be filled with so many stars that it would wake the neighbors. People wondered who'd turned on the floodlights. The boy did. By thinking about the girl. 
C'era una volta una ragazza che parlava alla luna. Lei era misteriosa e perfetta, in quella maniera in cui sono le ragazze parlano alla luna. Nella casa a fianco, viveva un ragazzo. E il ragazzo guardava la ragazza diventare sempre più perfetta, sempre più bella ad ogni anno che passava. Lui la guardava guardare la luna. E incominciò a pensare se la luna lo potesse aiutare a svelare il mistero della bellissima ragazza. Così il ragazzo guardava nel cielo. Ma non riusciva a concentrarsi sulla luna. Era troppo distratto dalle stelle. E non importava quante canzoni e poesie siano state scritte su di esse, perchè ogni volta che pensava alla ragazza, le stelle brillavano di più. Come se fosse lei ad illuminarle. Un giorno, il ragazzo si trasferì. Non poté portare la ragazza con lui, così portò le stelle. Quando guardava fuori la sua finestre d'estate, cominciava con una. Una stella. E il ragazzo esprimeva un desiderio, e il desiderio era il suo nome. Al suono del nome, una seconda stella appariva. E poi lui desiderava il suo nome ancora, e le stelle si moltiplicavano in quattro. E quattro divennero otto, e otto sedici, e così via, nella più grande equazione che l'universo abbia mai visto. E passata così un'ora, il cielo si sarebbe riempito di così tante stelle che avrebbero svegliato i vicini. Le persone si domandavano chi avesse acceso i lampioni. Fu il ragazzo. Pensando alla ragazza.
  • Unravel Me di Tahereh Mafi

“I want you,” he says. He says “I want all of you. I want you inside and out and catching your breath and aching for me like I ache for you.” He says it like it’s a lit cigarette lodged in his throat, like he wants to dip me in warm honey and he says “It’s never been a secret. I’ve never tried to hide that from you. I’ve never pretended I wanted anything less.”
“You—you said you wanted f-friendship—” “Yes,” he says, he swallows, “I did. I do. I do want to be your friend.” He nods and I register the slight movement in the air between us. “I want to be the friend you fall hopelessly in love with. The one you take into your arms and into your bed and into the private world you keep trapped in your head. I want to be that kind of friend,” he says. “The one who will memorize the things you say as well as the shape of your lips when you say them. I want to know every curve, every freckle, every shiver of your body, Juliette—” “No,” I gasp. “Don’t—don’t s-say that—” I don’t know what I’ll do if he keeps talking I don’t know what I’ll do and I don’t trust myself “I want to know where to touch you,” he says. “I want to know how to touch you. I want to know how to convince you to design a smile just for me.” I feel his chest rising, falling, up and down and up and down and “Yes,” he says. “I do want to be your friend.” He says “I want to be your best friend in the entire world.” I can’t think.  I can’t breathe “I want so many things,” he whispers. “I want your mind. Your strength. I want to be worth your time.” His fingers graze the hem of my top and he says “I want this up.” He tugs on the waist of my pants and says “I want these down.” He touches the tips of his fingers to the sides of my body and says, “I want to feel your skin on fire. I want to feel your heart racing next to mine and I want to know it’s racing because of me, because you want me. Because you never,” he says, he breathes, “never want me to stop. I want every second. Every inch of you. I want all of it.” And I drop dead, all over the floor. “Juliette.” I can’t understand why I can still hear him speaking because I’m dead, I’m already dead, I’ve died over and over and over again He swallows, hard, his chest heaving, his words a breathless, shaky whisper when he says “I’m so—I’m so desperately in love with you—“ 
“Ti voglio,” dice. Dice “Voglio tutto di te. Ti voglio dentro e fuori e che tu trattenga il respiro e che soffra per me come io soffro per te.” Lo dice come se una sigaretta fosse posizionata nella sua gola, come se mi volesse immergere nel miele caldo e dice “Non è mai stato un segreto. Non ho mai cercato di nascondertelo. Non ho mai preteso di voler niente di meno.”  “Tu-tu hai detto che volevi a-amicizia--”  “Si,” dice, deglutisce. “Lo volevo. Lo voglio. Voglio essere tuo amico.” annuisce e registro il minimo movimento nell'aria tra di noi. “Voglio essere l'amico del quale ti innamori disperatamente. Quello che prendi tra le tue braccia e nel tuo letto e nel mondo privato che racchiudi nella tua testa. Voglio essere quel tipo di amico,” dice. “Quello che ricorderà le cose che dici così come la forma delle tue labbra mentre le dici. Voglio conoscere ogni curva, ogni lentiggine, ogni brivido del tuo corpo, Juliette--”  “No,” ansimo. “No-non lo dire-”  Non so cosa farò se continua a parlare  Non so cosa farò e non mi fido di me stessa  “Voglio sapere dove toccarti,” dice. “Voglio sapere come toccarti. Voglio sapere come convincerti a disegnare un sorriso solo per me.” Sento il suo petto alzarsi, abbassarsi, su e giù e su e giù e “Si,” dice. “Voglio essere tuo amico.” Dice “Voglio essere il tuo miglior amico nell'intero mondo.”  Non riesco a pensare  Non riesco a respirare  “Voglio così tante cose,” sussurra. “Voglio la tua mente. La tua forza. Voglio essere meritevole del tuo tempo.” le sue dita accarezzano il bordo del mio top e dice “Voglio questo su.” Tira la vita dei miei pantaloni e dice “Voglio questi giù.” Tocca con le punta delle dita i fianchi del mio corpo e dice, “Voglio sentire la tua pelle bruciare. Voglio sentire il tuo cuore battere contro il mio e voglio sapere che batte all'impazzata per colpa mia, perchè mi vuoi. Perchè mai,” dice, respira, “mai vorresti che mi fermi. Voglio ogni secondo. Ogni centimetro di te. Voglio tutto.”  E mi accascio morta, sul pavimento.  “Juliette.”  Non riesco a capire perchè riesco ancora a sentirlo parlare perchè sono morta, sono già morta. Sono morta di nuovo e di nuovo e di nuovo ancora  Manda giù il respiro, forte, il suo petto pesante, le sue parole un sussurro senza respiro quando dice “Sono così- sono così disperatamente innamorato di te--”

  • Clockwork Prince di Cassandra Clare
“I read them all. Every word you wrote. You and I, Tess, we’re alike. We live and breathe words. It was books that kept me from taking my own life after I thought I could never love anyone, never be loved by anyone again. It was books that made me feel that perhaps I was not completely alone. They could be honest with me, and I with them. Reading your words, what you wrote, how you were lonely sometimes and afraid, but always brave; the way you saw the world, its colors and textures and sounds, I felt- I felt the way you thought, hoped, felt dreamed. I felt I was dreaming and thinking and feelingwith you. I dreamed what you dreamed, wanted what you wanted- and then I realized that truly I just wanted you. The girl behind the scrawled letters. I loved you from the moment I read them. I love you still.”



"Le ho tirate fuori dal fuoco e le ho lette tutte. Ogni parola che hai scritto. Io e te siamo uguali. Viviamo e respiriamo parole. Sono stati i libri a impedirmi di togliermi la vita dopo aver capito che non avrei mai potuto amare ed essere riamato da nessuno. Sono stati i libri a farmi sentire che forse non ero completamente solo. Erano capaci di essere onesti con me, e io con loro. Leggendo ciò che hai scritto - come a volte ti sentivi sola e spaurita, ma sempre piena di coraggio,- il modo in cui vedevi il mondo, i suoi colori, la sua trama e i suoi suoni - sentivo cosa pensavi, speravi, sognavi. Mi sembrava di pensare, sperare, sognare con te. Sognavo ciò che sognavi tu, volevo ciò che volevi tu... e poi mi sono reso conto che in realtà volevo solo te. La ragazza dietro le lettere scarabocchiate. Ti ho amato dal momento in cui le ho lette. Ti amo ancora."

  • Saving Francesca di Melina Marchetta
"You’s difficult. You’re planning on puking your way through Europe at a time that I thought you were … kind of interested in me.”“Kind of interested in you,” he laughs, as if he can’t believe what he’s hearing. “I’m kind of interested in calculus and ancient Roman warfare. You don’t use words like kind of interested to describe how I feel about you.”“You always say it’s complicated,” I say, turning to face him. “Make it simple for me.”He thinks about it for a moment.“Okay.” He has that calculating-a-math-problem thing written all over his face.“‘Simple’ is breaking up with my girlfriend. I thought it would be much more complicated but it wasn’t. I wish I had done it earlier, but there were tons of reasons, logical ones, for going out with her. Everything was nice. Not dramatic, not emotional, not feeling like a yo-yo or comparing someone you’re crazy about to stationery, it was just nice. I’d look at her and think, nice. Nice body, nice face, sex would be nice… .”“Will,” I interrupt. “Do I need to hear the ‘sex would be nice’ stuff? I had a bit of a mini-breakdown yesterday and you’re not cheering me up.”“Yes you do, because breaking up with her was so easy and breaking up with you would be like, I don’t even want to think about it.”  “We haven’t even started going out together and you’re thinking of breaking up.”“But that’s it. When I think of you, I think of future stuff. I think of this is it and I’m not supposed to think this is it at my age. I don’t look at you and think nice. I look at you and think, oh my God, I want to hold her and never let her go. I think, sex—right here, right now—”“Frankie!”My dad is behind us and Will swings around in shock, instantly getting onto his feet and staring up at my father, who is glaring.“We’ll be leaving in five minutes,” he says, eyeing Will.“Papa, this is Will.”My father nods, taking in every detail, and then he goes inside. Will sits down, stunned.“He heard the sex bit.”“If you said the word ‘sex’ to me and I was standing a thousand miles away from him, he’d hear it.”I laugh, because I can’t help it. I can’t believe I’m talking about having sex, and I know this sounds slack, but I just love it when Will’s all confused and rambling.“Am I making sense?” he asks.“Weirdly enough, yes.”“Last year on Reflection Day we had to write down what our foundations were and whether we thought they were strong enough to get us through unfamiliar territory, and I thought, shit no. Go overseas and have my whole world back here change? No way. I didn’t even know who I was here, so what made me think that I’d know who I was over there?“But we had to do the list again this year, so I went for it. I didn’t put down Sebastian’s, because school’s not going to be there next year, nor is being a prefect or choirboy or rugby loser or anything else. And that freaked me out, because I wondered, what am I if I’m not all those things? But I stuck to three truths. The first is that my family loves me. It’s unconditional, and I know this because of the way they’ve dealt with things in my older brothers’ lives that they don’t believe in but support. Secondly is that I’m good at building things, and thirdly is how I feel about you, but more than anything how I feel about me because of you.“Sometimes you look at me and it’s like all the bullshit gets stripped off and I’m left with what’s underneath and I kind of like what I see. Someone who actually fails. Someone who has absolutely no self-control. Someone who says real dickhead things like ‘this is complicated.’ I like that part of me, you know. I like the fact that I know I can’t control you or how I feel about you and that doesn’t freak me out.”“I love it when you’re demented like this.”
Sei tu ad essere difiicle. Progetti di conquistare l'europa proprio quando dai l'impressione di essere, bè... diciamo, interessato a me. - Interessato a te? - ride, come se non riuscisse a credere alle proprie orecchie. - Sono interessato al calcolo matematico e all'antica roma. Non si può usare la parola interessato per esprimere quello che provo per te. - Dici sempre che è complicato – sospiro voltandomi per averlo di fronte. - Rendilo semplici per me. Ci riflette un attimo. - Va bene. Alla tipica espressione di chi deve risolvere un difficle problema lagebrico. - “Semplice” è stato lasciare la mia ragazza. Pensavo che fosse più complicato, ma non lo è stato. Avrei voluto farlo prima, ma c'erano un sacco di motivi, motivi logici per stare con lei. Tutto era bello. Niente di drammatico, d'intenso o di emozionante. Ninte di simile a sentirsi uno yo-yo o a paragonare qualcuno di cui sono pazzo alla cancelleria. Era soltanto bello. La guardavo e pensavo: “bella.” bel viso, bel corpo... - Will - lo interrompo. - è necessario che senta tutto questo? Ieri ho avuto una specie di esaurimento nervoso in miniatura e tu così non mi aiuti. - Si, è necessario, perchè rompere con lei è stato incredibilmente facile rompere con te sarebbe... oddio, non voglio nemmeno pensarci. - Non abbiamo cominciato ad uscire insieme e tu pensi già a quanto ci lasceremo. - È così per forza. Perchè. Perchè quando penso a te penso la futuro. Penso: “è quella giusta” e non dovrei pensare questo alla mia età. Non ti guardo e penso: “bella.” ti guardo e penso: “oddio, vorrei stringerla e non lasciarla andare mai più.”. - Franckie! Mio padre è dietro di noi. Will lo vede e balza in piedi, scioccato, è papà lo guarda in cagnesco. - Tra cinque minuti andiamo - mi dice, sempre fissando Will. - Papà, questo è Will. Mio padre annuisce, continua a fissarlo, come per assorbire ogni dettaglio, e alla fine rientra in casa. Will si siede sconvolto. - Ha sentito quello che ho detto. - Anche a mille chilometri di distanza, ti assicuro che papà avrebbe sentito. Rido, perchè non riesco a trattenermi. Non mi sembra vero di starmene qui a parlare con lui. Ma adoro quando Will è confuso. - Ha senso quello che ho detto? - mi chiede. - Si abbastanza stranamente, si. - L'anno scorso, nel giorno delle riflessioni c'era da scrivere quali secondo noi erano le nostra fondamenta e se pensavamo fossero abbastanza solide da permetterci di esplorare nuovi orizzonti. Ed io ho pensato: “accidenti, no. Andare all'estero e tornare per trovare tutto cambiato? Non se ne parla proprio.” Ma quest'anno abbiamo dovuto compilare di nuovo la lista delle nostra fondamenta ed io l'ho fatto non c'ho messo St. Sebastian, perchè l'anno prossimo questa scuola non sarà più parte di me né lo sarà il coro, e nemmeno la squadra di redgby. E questo mi ha mandato fuori di testa, perchè mi sono chiesto: “chi sono io senza tutte queste cose?” e poi, col tempo, ho capito tre cose fondamentali. La prima è che i miei genitori mi amano. Incondizionatamente. Lo so perchè ho visto come si sono comportati quando i miei fratelli maggiori hanno fatto qualcosa con cui loro non erano d'accordo: li hanno sostenuti comunque. La seconda è che sono bravo a costruire cose e la terza è quello che provo per te, ma soprattutto come mi sento con me stesso grazie a te. A volte tu mi guardi ed è come se tutte le cavolate che sono in superficie sparissero e lasciassero il posto a quello che c'è dentro, al mio vero io, e mi piace quello che trovo là sotto. Vedo un ragazzo che in realtà non vince sempre che non ha un briciolo di autocontrollo. Uno di che dice scemenze del tipo: “è complicato.” mi piace quella parte di me sai. Mi piace il fatto che non posso controllare te e quello che provo per te e che ciononostante non vado fuori di testa. - E a me piace quando sei pazzo in questo modo.
  •  The Sea of Tranquility di Katja Millay

“I’m going to say this and it probably won’t sound good or eloquent or whatever and I’m probably going to ramble, but just let me say it, okay? Will you listen?” Her eyes are soft on me. Her lips just barely turn up. “You’ve listened to every word I’ve ever said. Even the ones I didn’t say. I’ll listen to anything, Josh.” It’s like a razor that slices through whatever is left holding me, and I just go. “Maybe one day you’ll come back. Maybe you never will and that’ll suck, but you can’t keep doing this. The blame and the self-loathing and the bullshit. I can’t watch that. It makes me hate you for hating yourself. I don’t want to lose you. But I’d rather lose you if it means you’ll be happy. I think if you come back with me today, you’ll never be okay. And I’ll never be okay if you aren’t. I need to know that there’s a way for people like us to end up okay. I need to know that there even is such a thing as okay, or maybe not just okay, maybe even good, and it’s out there and we just haven’t found it yet. There’s got to be a happier ending than this, here. There’s got to be a better story. Because we deserve one. You deserve one. Even if it doesn’t end with you coming back to me.” The last part chokes me. Steals my air and burns my eyes. I’m kicking myself when I say it. I tell myself to shut up and keep her. Grab her and kiss her and tell her everything will be okay because I’ll make it okay, good, even. Tell her that there’s absolutely nothing wrong with her. Lie to her with every pretty lie I have. But I can’t do it. I’ve done goodbyes before, and I can do this one, too. Somehow this one hurts worse than the others; because this one I could prevent if I wanted to, since I’m the one saying it. This goodbye comes with a choice the way none of the others ever did. And as much as I’m telling her to stay here, as much as I know she needs to stay here, I still want her to choose to come with me. To say fuck sanity and healing and closure. To say that I am the only thing she needs to be well and whole and alive. But we both know that’s not true. She’s going to say goodbye to me today and I have to let her and neither of us knows if she’s ever going to come back.
*** I’ve been trying to leave for twenty minutes, but neither of us knows how to say goodbye. Even now, I know that all of the words I’ve given her today haven’t been enough, because I haven’t said the one thing that needs to be said the most. And if I want to leave here without regrets, I need to know that there are no more unsaid words left to haunt me. “Wait.” I catch her as she walks away, taking her hand and turning it over in mine, tracing the scars like I’ve done so many times before. She’s searching my face and I can almost feel her eyes reaching into mine, wondering what more there could possibly be to say.  I don’t know how to say it—after all this time, I’m not even sure that I can—but I have to break her last rule, because if she knows nothing else, I need her to know this one thing. “I love you, Sunshine,” I tell her, before I lose my nerve. “And I don’t give a shit whether you want me to or not.” 
“Sto per iniziare a parlare e probabilmente non suonerà buono od eloquente o cos'altro e probabilmente divagherò, ma lasciami dirtelo, okay? Mi ascolterai?” I suoi occhi sono dolci su di me. Le sue labbra si alzano leggermente. “Tu mi hai ascoltato ad ogni parola che ho detto. Anche quelle che non ho detto. Ascolterei di tutto, Josh.” È come se fosse un rasoio che mi attraversa tagliando quello che resta a tenermi fermo, e così parto.  “Forse un giorno tornerai indietro.  Forse non lo farai mai, e farà schifo, ma non puoi continuare a fare questo. La colpa e il disprezzo di se stessi e le cavolate. Non riesco a vederle. Mi portano ad odiarti perchè odi te stessa. Non voglio perderti. Ma preferirei perderti se significa che sarai felice.  Penso che se tornassi con me oggi, non sarai mai okay. E io non starò mai bene se tu non lo sei. Devo sapere che c'è un modo per persone come noi di finire bene. Devo sapere che anche una cosa come okay, o forse non solo okay, magari anche bene, è lì fuori e noi non l'abbiamo ancora trovata. Deve esserci un lieto fine più di questo, qui. Deve esserci una storia migliore. Perchè noi la meritiamo. Tu la meriti. Anche se non finisce con te che ritorni da me.” L'ultima parte mi blocca. Mi toglie l'aria e mi brucia gli occhi. Mi prendo a calci da solo mentre la dico. Mi ripeto di star zitto e tenermela. Prenderla e baciarla e dirle che tutto andrà bene e che renderò tutto okay, buono, anche. Dirle che non c'è nulla di sbagliato in lei. Mentire con ogni bugia di cui sono capace. Ma non posso farlo. Ho detto addio prima, e posso fare anche questo. In qualche modo questo fa più male degli altri; perchè questo potevo evitarlo se lo volevo, perchè sono io a dirlo.  Questo addio arriva con una decisione che nessuno degli altri aveva.  E per quanto le stia dicendo di rimanere qui, per quanto so che lei ha bisogno di rimanere qui, voglio ancora che lei scelga di venire con me.  Di mandare a quel paese la sanità mentale e guarire e chiudere con il passato.  Che dica che io sono l'unica cosa di cui ha bisogno per stare bene e intera e per stare viva. Ma entrambi sappiamo che non è vero. Lei sta per dirmi addio oggi e glielo devo lasciar dire e nessuno dei due sa se riuscirà mai a tornare indietro.
***  Sto cercando di andarmene da venti minuti, ma nessuno dei due sa come dire addio. Anche ora, so che tutte le parole che le ho dato non sono abbastanza, perchè non ho detto l'unica cosa che ha più bisogno di sentirsi dire.  E se la lascio senza rimpianti, ho bisogno di sapere che non ci sono parole non dette lasciate a tormentarmi.  “Aspetta.” La tiro mentre stava per andarsene, prendendo la sua mano e girandola nella mia, tracciando le cicatrici come ho fatto tante altre volte prima. Lei sta guardando il mio viso e riesco quasi a sentire i suoi occhi che raggiungono i miei, cercando di capire cos'altro è rimasto da dire.  Non so come dirlo – dopo tutto questo tempo, non sono neanche sicuro di poterlo fare – ma devo rompere la sua ultima regola, perchè se non sa nient'altro, ho bisogno che sappia quest'ultima cosa.  “Ti amo, Sunshine,” le dico, prima che perda il coraggio. “E non mi importa un cavolo se mi vuoi o no.”
  • City of Glass di Cassandra Clare
“I was trying to go…somewhere,” Jace said. “But I kept getting pulled back here. I couldn’t stop walking, couldn’t stop thinking. About the first time I ever saw you, and how after that I couldn’t forget you. I wanted to, but I couldn’t stop myself. I forced Hodge to let me be the one who came to find you and bring you back to the Institute. And even back then, in that stupid coffee shop, when I saw you sitting on that couch with Simon, even then that felt wrong to me—I should have been the one sitting with you. The one who made you laugh like that. I couldn’t get rid of that feeling. That it should have been me. And the more I knew you, the more I felt it—it had never been like that for me before. I’d always wanted a girl and then gotten to know her and not wanted her
anymore, but with you the feeling just got stronger and stronger until that night when you
showed up at Renwick’s and I knew.
“And then to find out that the reason I felt like that—like you were some part of me I’d lost and never even knew I was missing until I saw you again—that the reason was that you were my sister, it felt like some sort of cosmic joke. Like God was spitting on me. I don’t even know for what—for thinking that I could actually get to have you, that I would deserve something like that, to be that happy. I couldn’t imagine what it was I’d done that I was being punished for—”
“If you’re being punished,” Clary said, “then so am I. Because all those things you felt, I felt them too, but we can’t—we have to stop feeling this way, because it’s our only chance.”

Jace’s hands were tight at his sides. “Our only chance for what?”
“To be together at all. Because otherwise we can’t ever be around each other, not even just in the same room, and I can’t stand that. I’d rather have you in my life even as a brother than not at all—”
“And I’m supposed to sit by while you date boys, fall in love with someone else, get married…?” His voice tightened. “And meanwhile, I’ll die a little bit more every day, watching.”
“No. You won’t care by then,” she said, wondering even as she said it if she could stand the idea of a Jace who didn’t care. She hadn’t thought as far ahead as he had, and when she tried to imagine watching him fall in love with someone else, marry someone else, she couldn’t even picture it, couldn’t picture anything but an empty black tunnel that stretched out ahead of her, forever. “Please. If we don’t say anything—if we just pretend—”
“There is no pretending,” Jace said with absolute clarity. “I love you, and I will love you until I die, and if there’s a life after that, I’ll love you then.”

— Volevo andare... in un posto — proseguì lui — ma continuavo a sentirmi trascinato qui. Non riuscivo a smettere di camminare, non riuscivo a smettere di pensare. Alla prima volta che ti ho visto e a come, da quella volta, non sono più riuscito a dimenticarti. Ho cercato, ma non ci sono riuscito. Ho fatto in modo che Hodge mi mandasse a prenderti per portarti all'Istituto. E anche allora, in quello stupido caffè, quando ti ho visto sul divanetto con Simon, sentivo che c'era qualcosa di sbagliato: dovevo esserci io con te, su quel divanetto. Dovevo essere io quello che ti faceva ridere così. Non riuscivo a liberarmi da quella sensazione. Che dovevo essere io. E più ti conoscevo, più lo sentivo. Non mi era mai successo prima. Prima succedeva che desideravo una ragazza e poi la conoscevo e poi non la desideravo più. Ma con te la sensazione era sempre più forte, fino alla notte in cui sei arrivata a Renwick e ho capito.
«E poi scoprire il motivo per cui mi sentivo così, come se tu fossi una parte di me che avevo perduto e di cui non sapevo nemmeno di sentire la mancanza, finché non ti ho rivisto. Scoprire che era perché tu eri mia sorella mi parve davvero una specie di scherzo cosmico. Come se Dio mi stesse sputando in testa. Non so nemmeno io per cosa, forse per aver pensato che potevo averti, e meritare una cosa bella come te, ed essere felice. Non riuscivo a immaginare cosa potevo aver fatto per essere punito in questo modo.
— Se tu sei stato punito — disse Clary — sono stata punita anch'io. Perché tutte le cose che tu sentivi le sentivo anch'io. Ma non possiamo... Dobbiamo smettere di sentirci così, perché è la nostra unica possibilità.
Le mani di Jace erano strette ai suoi fianchi. — La nostra unica possibilità per cosa?
— Per poter continuare a vederci. Perché altrimenti non potremo più stare vicini, nemmeno nella stessa stanza. E io non potrei sopportarlo. Preferisco averti nella mia vita anche solo come un fratello, piuttosto che non averti affatto.
— E io dovrei starmene seduto a guardare mentre tu esci con altri ragazzi e t'innamori di qualcun altro e ti sposi...? — Gli si indurì la voce. — E nel frattempo, guardando te, morirei un po' ogni giorno.
— No. Per allora non te ne importerà più nulla — replicò Clary. Ma si chiese, mentre parlava, se lei avrebbe potuto sopportare l'idea di un Jace a cui non importava. Non aveva mai pensato così in là nel tempo. Quando cercò di immaginare se stessa che guardava Jace che si innamorava di un'altra e la sposava, non riuscì nemmeno a figurarselo, non vide niente se non un tunnel nero e vuoto, davanti a lei, che si allungava all'infinito. — Ti prego. Se non diciamo niente... se fingiamo...
— E impossibile fingere — disse Jace con assoluta chiarezza. — Io ti amo e ti amerò fino alla morte e, se c'è una vita dopo la morte, ti amerò anche allora.
Queste sono in assoluto alcune delle mie scene preferite, alcuni delle quali mi hanno fatto piangere, altre sospirare, altre ridere, ma che porto nel mio cuore e che spesso, molto spesso rileggo e rileggo perchè mi ricordano delle emozioni fantastiche. Inutile dirvi che questi libri sono imperdibili e che consiglio a tutti voi di leggere!
Conoscete questi libri? Amate queste scene? Citatemi le vostre preferite, sono curiosissima di scoprire quali sono!
- A presto Susi

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