riflettevo (termine piuttosto scontato, visto titolo e argomento del post...) su quanto scritto da Stan ieri, o meglio sulle parti relative allo specchiarsi/riflettersi negli altri. se cerchi ciò che immagini, tu incontri solo una immagine riflessa: ecco, questo è profondamente vero, e l'ho provato più di una volta sulla mia pelle. collocandomi anch'io nella categoria di quelli che mancano sempre di qualcosa, ritengo inevitabile conseguenza passare la vita alla ricerca di quel qualcosa che manca. non importa specificare che cos'è, c'è sempre, e se non è una cosa è un'altra, e se non sappiamo darle un nome è un sentimento indefinito, però c'è, c'è sempre. e così per esempio a me succede di costruire una sorta di immagine ideale della persona che vorrei vicino e inconsciamente la cerco continuamente, e a volte mi capita di credere di averla trovata ed ecco che scatta quel meccanismo lì: vedere ciò che voglio anzichè ciò che è reale, proiettare su uno specchio la costruzione del proprio desiderio. naturalmente l'immagine svanisce o lo specchio si rompe, ad ogni modo non può mai andare a finire bene, visto che stiamo parlando di qualcosa che non esiste. delusion, dicono gli inglesi, e a me piace questa parola perchè porta in sè, oltre all'illusione, anche la delusione, ed è quindi una sintesi perfetta di due cose che vanno inevitabilmente a braccetto. poi succede che, a meno che uno non goda a farsi del male o non sia talmente cieco da non realizzare come funziona questo processo, si rende conto del problema e inizia a evitarlo. e per fortuna, aggiungerei. difatti adesso nello specchio ci vedo solo il riflesso del mio viso e sorrido di rimando, cosa che non accade poi tanto spesso, ma quando accade è un gran bel segno.
a stasera, miei cari!